La prima dose è stata somministrata a un giovane di 21 anni. Il vaccino “E-vax” usa il metodo del DNA e si può facilmente adattare alle varianti
La direzione verso la quale L’Italia sta puntando è quella di produrre vaccini senza doverli acquistare all’estero. In questo modo sarebbe superabile il problema della disponibilità di dosi anti-Covid e si arriverebbe all’autosufficienza nella lotta contro la pandemia. Mentre ReiThera, il vaccino tutto italiano sviluppato in collaborazione con l’Istituto Spallanzani di Roma ha completato la fase 1 di sperimentazione su tre mostrando un’efficacia superiore al 90%, a Monza un ventunenne ha ricevuto la prima somministrazione di Takis.
Si tratta del secondo vaccino made in Italy che ha dato il via alla sperimentazione.
Takis, il nuovo vaccino E-vax
Che cosa differenzia il vaccino Takis rispetto ai precedenti? Covid E-vax prevede l’inoculazione di un frammento di DNA che viene introdotto non attraverso la classica iniezione. Viene infatti somministrato tramite un particolare processo chiamato elettroporazione. In pratica nel momento in cui viene inoculato la persona avverte una piccola scossa elettrica paragonabile alla contrazione di un muscolo in grado di aprire un varco tra le cellule. Da lì lascia entrare la molecola di DNA che va a stimolare il sistema immunitario.
Takis è realizzato dall’omonima azienda di Castel Romano (Roma) e Rottapharm, compagnia di ricerca e sviluppo con sede a Monza, città dalla quale ha preso il via la sperimentazione. La prima persona a ricevere Takis è stata un giovane cuoco volontario di 21 anni, Luca Rivolta, vaccinato all’ospedale San Gerardo. Con lui ci sono altri 1.200 volontari pronti a sperimentare questo nuovo vaccino che per la prima volta in Europa viene somministrato attraverso il DNA.
La campagna di sperimentazione
La fase 1 prevede il coinvolgimento di 80 volontari sani divisi in quattro gruppi con dosi diverse somministrate, con o senza richiamo. E’ il momento più delicato perché si testa la sicurezza del farmaco che viene provato per la prima volta sull’uomo.
Si inizia con 6 persone sentinella. Dopo aver somministrato la dose al primo volontario, se l’analisi dei dati sarà permissiva, si proseguirà con gli altri soggetti per concludere i test entro maggio. Successivamente si potrà iniziare la fase 2 che interesserà 240 persone. «Questo tipo di vaccino – spiega il dottor Paolo Bonfanti, primario del dipartimento Malattie infettive del San Gerardo di Monza – può essere aggiornato in base alle diverse varianti in circolazione e potrebbe non richiedere una dose di richiamo».
Per trasportare e conservare Takis è possibile evitare la catena del freddo e avere dei super freezer perché il vaccino si mantiene a temperature appena inferiori agli 8 gradi. Inoltre può essere somministrato molte volte nel caso in cui si renda necessario ripetere le vaccinazioni anti-Covid ogni anno.
La campagna di sperimentazione riguarda oltre al San Gerardo, l’Istituto nazionale Tumori Fondazione Pascale di Napoli e L’Istituto nazionale Malattie infettive Spallanzani di Roma.