Le sentenze della Corte Costituzionale respingono i ricorsi per over 50 e personale sanitario. Partite sanzioni per quasi 2 milioni di inadempienti
È una decisione che già sta facendo discutere. Anzi, una manifestazione di una cinquantina di no-vax si è già tenuta davanti alla Consulta prima ancora della sentenza.
La Corte Costituzionale ha ritenuto “inammissibili” e “non fondate” le questioni poste da 5 uffici giudiziari relativamente all’obbligo di vaccinazione contro il Covid introdotto lo scorso anno dal Governo Draghi con il decreto 44/2021 per chi esercita alcune professioni, a partire da quelle sanitarie, e per chi ha compiuto 50 anni.
Di conseguenza, vengono confermate anche le sanzioni per chi non ha rispettato l’obbligo: multe da 100 euro che hanno cominciato a passare alla fase di riscossione da inizio dicembre e che porteranno nelle casse pubbliche un importo stimato di poco inferiore ai 200 milioni di euro.
La discussione
Le sentenze dovranno ora essere depositate, ma il loro contenuto è stato anticipato dall’Ufficio comunicazione della Consulta. C’è voluta una lunghissima camera di consiglio, dopo l’udienza pubblica di ieri mattina, per portare i tre relatori nominati dalla Corte all’importante pronunciamento, che si pone in linea con la giurisprudenza prevalente.
Le motivazioni dei ricorsi
A sostegno delle numerose questioni sollevate con le 11 ordinanze emesse dai tribunali di Brescia, Catania e Padova, dal Tar della Lombardia e dal Consiglio di Giustizia amministrativa per la Regione Sicilia si sono presentati anche circa 40 avvocati per perorare la causa di over 50 e dipendenti e professionisti sospesi dal lavoro e dalla retribuzione per non essersi vaccinati.
Tra i dubbi sollevati dagli uffici giudiziari, si andava dalla stessa legittimità dell’introduzione dell’obbligo, alla proporzionalità delle sanzioni (in particolare per i lavoratori a distanza), ma anche alla stessa sicurezza dei vaccini utilizzati.
I precedenti
Dall’altra parte, l’Avvocatura dello Stato aveva nominato 3 rappresentanti per difendere le ragioni del Governo. Che hanno ricordato come, già nel 2018, il tema dell’obbligo vaccinale era stato oggetto di una sentenza favorevole, che ne aveva stabilito la legittimità se questo migliora la salute dell’individuo e della collettività, se le conseguenze sono tollerabili e se, qualora si presentassero danni non prevedibili, sia previsto un equo indennizzo a chi li subisce.
La Consulta: “scelte né irragionevoli, né sproporzionate”
Alla fine, i giudici della Corte Costituzionale hanno ritenuto che, nella particolare situazione di emergenza sanitaria, i diritti individuali potevano essere legittimamente compressi per tutelare interessi pubblici. E, di conseguenza, le scelte adottate dal legislatore, ad esempio quelle sul personale sanitario, sono state ritenute né irragionevoli, né sproporzionate, con il respigimento di tutte le questioni sollevate, sia pure con modalità diverse.
Inamissibili e non fondate le richieste su esercizio dell’attività e stipendi
La Consulta ha in particolare ritenuto inammissibile, per ragioni processuali, la questione relativa alla impossibilità, per gli esercenti le professioni sanitarie che non abbiamo adempiuto all’obbligo vaccinale, di svolgere l’attività lavorativa, quando non implichi contatti interpersonali.
Ugualmente non fondate -spiega l’Ufficio comunicazione, – sono state ritenute le questioni proposte con riferimento alla previsione che esclude, in caso di inadempimento dell’obbligo vaccinale e per il tempo della sospensione, la corresponsione di un assegno a carico del datore di lavoro per chi sia stato sospeso; e cio’, sia per il personale sanitario, sia per il personale scolastico.
Le sanzioni
Con l’arrivo di dicembre, intanto, sono scaduti i 180 giorni fissati per giustificare il mancato adempimento all’obbligo vaccinale (ad esempio, per aver contratto il Covid) da parte di coloro che vi sono sottoposti: operatori sanitari e delle forze dell’ordine, insegnanti e over 50 in genere.
Oltre alla conseguenza della sospensione dal lavoro e dallo stipendio, sono poco meno di 2 milioni gli italiani che dovranno ora pagare una multa di 100 euro a testa.
Le regioni in cui si pagheranno più sanzioni sono Friuli Venezia Giulia, Calabria e Abruzzo.
Al contrario, agli ultimi posti della graduatoria, con le percentuali più elevate di persone che hanno completato il ciclo vaccinale tra i sottoposti all’obbligo nel periodo di vigenza della misura, tra l’8 gennaio e il 15 giugno 2021, si trovano Puglia, Lazio, Toscana e Molise.
Alberto Minazzi