La decisione non è stata semplice per tutti.
I vaccini e le conseguenze che potrebbero avere su ciascuno di noi sono stati il tormentone di questo ultimo anno.
Ora che la questione riguarda i bambini, le opinioni e le preoccupazioni, tra i genitori, infervorano, mischiandosi spesso anche a delle fake news.
Anche per questo, la Società Italiana di Pediatria ha ritenuto di produrre un documento ufficiale sul vaccino Covid 19 per i bambini in età compresa tra i 5 e gli 11 anni in cui, dati alla mano, i pediatri spiegano per quali ragioni consigliano il vaccino.
“Fortunatamente, nella maggior parte dei casi, il Covid-19 colpisce i bambini in modo più lieve rispetto alla popolazione adulta – spiega il presidente di AOPI (l’associazione che riunisce gli ospedali pediatrici) Alberto Zanobini– Ma i dati che abbiamo a disposizione indicano con chiarezza che l’infezione da coronavirus non è priva di rischi anche per l’età pediatrica. Per questo riteniamo opportuno sfruttare tutte le opportunità che la ricerca scientifica ci mette a disposizione per proteggere al meglio i più piccoli, vaccini compresi”.
Genitori al bivio sul vaccino ai bambini
A questo proposito, i pediatri italiani hanno pubblicato anche un elenco di Faq che fornisce risposte alle domande che più si pongono in questi giorni i genitori, smantellando le fake news che circolano sulla vaccinazione ai bambini.
Il 16 dicembre, data in cui inizieranno le somministrazioni ai bambini, è alle porte.
Molte regioni hanno già aperto le prenotazioni fissando decine di migliaia di appuntamenti. Ma, come rivela un sondaggio effettuato da Euromedia Research pubblicato da “La Stampa”, se un genitore su due è per la vaccinazione ai propri figli, il 24% delle famiglie ancora non ha preso una decisione in merito.
Sul totale degli intervistati il 45,3% si è dichiarato favorevole al vaccino ai bambini, il 30,9% contrario e il 23,8 indeciso. Il Nord Est risulta l’area in cui ci sono maggiori perplessità.
Le faq dei pediatri italiani
Il vaccino somministrato ai bambini sarà l’mRNA pediatrico Cominarty (Pfizer).
Sarà inoculato in due momenti a distanza di tre settimane l’uno dall’altro e in dose ridotta. Una circolare del Ministero della Salute rileva che la vaccinazione dei bambini, essendo al di sotto dei 12 anni esenti, “non è finalizzata a ottenere il green pass ma – si legge nella nota –a proteggere la salute e limitare l’inesorabile avanzata del virus”.
Ecco le faq dell’Associazione Italiana Pediati (SIP):
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Perché bisogna vaccinare i bambini visto che nella maggior parte dei casi contraggono la malattia in forma lieve?
Bisogna vaccinare i bambini nella fascia d’età 5-11 anni perché molti sono stati ospedalizzati per la patologia da coronavirus, sia in Italia che nel resto del mondo. Ci sono bambini finiti in terapia intensiva pediatrica e purtroppo alcuni che sono mancati. Per questo motivo anche loro hanno gli stessi diritti di tutta la popolazione mondiale a essere vaccinati con un vaccino efficace che si sta evidenziando essere molto sicuro visto la grande quantità di vaccini che sono ormai stati eseguiti in tutto il mondo.
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I bambini vanno preparati alla vaccinazione? Ci sono delle indicazioni alimentari o farmacologiche da seguire prima di effettuarla?
Questa grande opportunità che stiamo avendo non deve essere considerata diversa, come importanza e applicazione, dalle altre vaccinazioni che vengono fatte normalmente.
Né dal punto di vista alimentare né da quello farmacologico c’è qualcosa da fare. Come tutte le vaccinazioni potrebbe succedere che successivamente possa esserci qualche piccolo fastidio locale o disturbo. In questo caso si tratta sempre allo stesso modo: impacchi di arnica o impacchi freddi e semplicemente un po’ di paracetamolo nel caso ci fosse una piccola reazione febbrile.
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Quali sono gli effetti avversi della vaccinazione?
I dati ci dicono che gli effetti avversi sono rari e di lieve entità: dolore locale, senso generale di malessere, mal di testa. Tutto questo accade in situazioni molto rare e in maniera simile a quello che si verifica per le fasce d’età più avanzate. Nella fascia 12-16 anni sono stati descritti dei casi di miocardite ma abbiamo visto che si tratta di eventi assolutamente rari, ad evoluzione benigna e che sono sicuramente molto meno frequenti e importanti di quello che invece può accadere una volta che si viene in contatto con il virus.
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Ci sono bambini che non possono essere vaccinati? Nei confronti dei bambini fragili bisogna adottare delle particolari cautele prima delle vaccinazioni?
La vaccinazione anti-Covid nei bambini 5-11 anni è sicura ed efficace, dati internazionali ce lo confermano e ci danno garanzie. I bambini con malattie croniche e i bambini fragili sono particolarmente avvantaggiati da questa vaccinazione perché sono quelli che rischiano di più dalla malattia. Quindi vanno assolutamente protetti e non sono necessari esami o indagini preliminari per la vaccinazione. Naturalmente, come avviene anche per altre vaccinazioni, questa non può essere eseguita se vi sono patologie febbrili o infettive intercorrenti. Esistono pochi bambini con patologie croniche che non possono eseguire la vaccinazione e sono quelli che fanno terapia con chemioterapici, con altri prodotti che riducono la risposta immunitaria o che hanno delle patologie in corso che possono compromettere la risposta immunitaria come, ad esempio, alcune patologie neoplastiche in corso di trattamento. Solo queste categorie di bambini sono in questo momento esentate dalla vaccinazione, tutti gli altri non solo sono suscettibili di vantaggi e di protezione con le vaccinazioni ma vanno motivati a farla.
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La vaccinazione potrebbe avere degli effetti a lungo termine sui bambini?
La sperimentazione di cui abbiamo disponibilità ha avuto un follow up piuttosto breve durante il quale non si sono verificati effetti collaterali importanti, neanche le miocarditi. Dal punto di vista biologico si può escludere che ci possano essere degli effetti collaterali a lungo termine.
E’ una bufala che l’mRNA messaggero rimanga nel vaccinato e possa a lungo termine andare a dare qualche alterazione. Sappiamo, infatti, che questo mRNA messaggero una volta entrato nel nostro organismo dà il messaggio della costruzione della proteina spike e poi viene immediatamente distrutto, quindi non ci sono alterazioni genetiche.
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I bambini che hanno contratto il Covid devono vaccinarsi?
Sì, anche i bambini che hanno contratto il Covid devono vaccinarsi. Questo perché è stato dimostrato che l’immunità che provoca la malattia da virus selvaggio, cioè dopo l’infezione, non è sufficientemente alta da proteggere i bambini per un periodo sufficientemente lungo. Negli studi che sono stati effettuati negli adulti si è visto che dopo la vaccinazione l’immunità raggiunge livelli molto più alti e che la risposta immunitaria è molto più protettiva. Tanto è vero che ci sono studi scientifici che hanno dimostrato come i soggetti vaccinati si infettano di meno dopo una prima infezione rispetto a quelli che invece hanno solo avuto l’infezione. La risposta anticorpale è potenziata dalla vaccinazione, ecco perché anche nei bambini dobbiamo fare la vaccinazione dopo l’infezione da Covid-19.
Sarà sufficiente fare una sola dose soprattutto se è fatta nell’ambito di 6 mesi dopo l’infezione. Se invece sono passati più di 6-12 mesi i bambini andranno vaccinati come gli altri con le due dosi standard a distanza di 3 settimane l’una dall’altra.
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I bambini asmatici e con problemi respiratori, se contagiati dal Sars-CoV-2, hanno conseguenze più serie? Possono essere vaccinati?
I bambini che soffrono di asma sono bimbi che devono essere considerati fragili rispetto al Sars-CoV-2. Sappiamo tutti, infatti, che il Sars-CoV-2 fa parte dei virus respiratori e quindi c’è il rischio che i bambini con l’asma che prendono questa infezione possano avere delle forme più gravi. Anche se dalla letteratura sembrerebbe che i bambini con l’asma che hanno contratto l’infezione abbiano poi avuto una forma lieve. In generale l’allergia (agli inalanti, all’acaro, ai pollini) non è assolutamente una controindicazione a vaccinarsi contro il Covid. L’unica controindicazione vera è essere allergici al PEG (polyetylenglycol) che è una sostanza che sta dentro al vaccino ma che si trova anche in molte altre sostanze come saponi, shampoo, detersivi e in alcuni altri farmaci. Quindi è difficilissimo che un paziente vada a fare il vaccino per il Covid e non sappia che ha un’allergia contro questa sostanza. Se poi dopo il vaccino si hanno delle reazioni particolari cutanee allora il soggetto va rivalutato prima di fare la seconda dose.
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Come gestire la vaccinazione per il Covid e le altre previste in questa fascia d’età?
Le vaccinazioni di routine per gran parte possono essere somministrate in concomitanza con i vaccini contro il Covid.
Fa eccezione il vaccino contro morbillo, parotite, rosolia e varicella (MPRV) che è un vaccino a virus vivo attenuato. In questo caso è necessario rispettare una distanza di 14 giorni prima o dopo la somministrazione o del vaccino MPRV o del vaccino contro il Covid. Saranno i centri vaccinali che osserveranno se vi è stata la somministrazione dell’uno e dell’altro e quindi si occuperanno di garantire questa distanza. Va però ribadita l’importanza di una copertura vaccinale elevata per quelli che sono i vaccini di routine e anche l’importanza della vaccinazione per il Covid nei bambini e negli adolescenti.
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Come gestire la vaccinazione per il Covid e quella antinfluenzale?
Le vaccinazioni antinfluenzale e anti-Covid possono essere effettuate nella stessa seduta vaccinale in due sedi anatomiche differenti. Farle in contemporanea non è un problema per il bambino, al contrario, è un vantaggio in termini di protezione contemporanea verso due infezioni. I vaccini nascono per stimolare la risposta immunitaria e non stressano il nostro sistema immunitario. Il sistema immunitario dei bambini è molto potente e può rispondere pertanto in contemporanea a più vaccinazioni. La vaccinazione contro l’influenza è importante per prevenire non solo l’infezione, per bloccare la circolazione del virus, ma soprattutto per prevenire le forme più severe e le forme più complicate, quelle che richiedono l’ospedalizzazione. E’ importante vaccinarsi verso entrambi: verso l’influenza e verso il Covid.