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Vaccino anti invecchiamento, obiettivo reale o utopia?

Vaccino anti invecchiamento, obiettivo reale o utopia?

L’inventore statunitense Ronjon Nag annuncia a Napoli i progressi nel suo progetto. Ma il genetista Novelli frena: “Si deve piuttosto puntare ad allungare un invecchiamento in salute”

Proteggersi dall’invecchiamento con un vaccino?
Secondo Ronjon Nag, uno dei pionieri dell’intelligenza artificiale e della scienza della longevità, l’obiettivo potrebbe essere vicino. L’annuncio potenzialmente rivoluzionario fatto da quello che la scheda della Stanford School of Medicine, dove è professore associato di Genetica, definisce “inventore, insegnante e imprenditore,” a testimonianza dei molteplici campi in cui opera, è arrivato nel corso del suo intervento Graduation Day del Master Meim all’Università Parthenope di Napoli.
Un discorso riguardo al quale il genetista Giuseppe Novelli, direttore dell’Uoc Genetica medica del Policlinico Tor Vergata di Roma, tiene a precisare: “Si possono pensare vaccini per rallentare il processo di invecchiamento, che però non potrà mai essere abolito, così come l’uomo non diventerà mai immortale”.

invecchiamento

Il vaccino contro l’invecchiamento nel lavoro di Ronjon Nag

L’approccio illustrato da Ronjon Nag a Palazzo Pacanowski è di tipo soprattutto metodologico.
“Quello a cui sto lavorando oggi – ha premesso – potrebbe sembrare un po’ come quando stavo lavorando su un riconoscimento vocale nel 1983. Mi sono cioè chiesto, da ingegnere, come si può risolvere il problema dell’invecchiamento. E la risposta è stata: scomponiamo il problema in pezzi e li risolviamo uno alla volta”. Utilizzando l’intelligenza artificiale e farmaci già approvati dalla Food and Drug Administration statunitense, l’obiettivo di Nag è dunque quello di arrivare a una soluzione efficace entro i prossimi 7 anni, rivoluzionando il modo in cui affrontiamo l’invecchiamento e le malattie legate all’età. “Abbiamo cominciato ad affrontare il cancro – aggiunge – cercando di curare quante più patologie e tumori possibili nel minor numero possibile di trattamenti. In questo momento siamo a circa 30 tumori. Abbiamo ottenuto la più piccola combinazione di farmaci che già esistono, che potremmo mettere in diverse combinazioni”.

Ronjon Nag

I grandi killer

Nag, una delle menti più visionarie della tecnologia contemporanea, ha quindi approfondito cosa intende con “vaccino per l’invecchiamento”, ponendosi alcune domande: cosa significa? Significa che si smette di invecchiare oppure che si ringiovanisce? Come funzionerebbe? E, naturalmente, cosa si intende per invecchiamento?
“L’invecchiamento – risponde Nag alla sua stessa domanda – è una serie di malattie che si combattono quando si invecchia. I grandi killer sono le malattie cardiovascolari, il cancro e le malattie neurodegenerative. Quindi questo è il primo passo per affrontare il problema dell’invecchiamento”. L’inventore ha quindi aggiunto: “La speranza di vita media negli Stati Uniti è di 76 anni. La parola chiave qui è “media”, perché molte persone lì vivono fino a 100 anni. Ma molte più persone in Italia vivono fino a 100 anni. E quindi quali fattori li fanno vivere fino a 100 anni, o fino a 110 anni addirittura, quelli che sono i cosiddetti super centenari? Possiamo trovare matematicamente e con gli strumenti che abbiamo ora soluzioni e idee che potrebbero aiutarci a vivere più a lungo”.

 

 

Novelli: “L’invecchiamento, un fenomeno biologico inevitabile”

Commentando le dichiarazioni di Nag, il genetista Novelli, pur condividendo alcune considerazioni di fondo, sottolinea però come ci siano dei limiti invalicabili. “Non sono d’accordo – è il primo punto – nel definire l’invecchiamento “una malattia”: si tratta di un fenomeno biologico noto e inevitabile in tutti i viventi, sia pur con differenze macroscopiche tra gli insetti che esauriscono l’intero ciclo vitale in 24 ore e fino alle balene della Groenlandia, le tartarughe delle Galapagos o le sequoie giganti che vivono centinaia di anni. Concordo invece quando afferma che il fenomeno è complesso. Non a caso, relativamente all’uomo, ci sono almeno 300 teorie diverse per spiegare l’invecchiamento, che dipende da molte cause”.

Giuseppe Novelli (direttore UOC Genetica Medica Policlinico Tor Vergata Roma)

Per questo, nonostante trovi giusto il paragone tra invecchiamento e cancro, il medico italiano è convinto che in entrambi i casi “non si possa pensare a un vaccino unico, ma a tanti vaccini terapeutici. Che, come sta dimostrando la ricerca sul cancro, già a un livello più avanzato, si stanno indirizzando sempre più nella prospettiva di una personalizzazione per ogni tipo di cancro e ogni tipo di persona, indirizzandosi su singoli aspetti. Perché, per esempio, non si può parlare di “un” tumore alla mammella: in realtà sono centinaia”.

I fattori dell’invecchiamento e la genetica

Così come per il cancro la ricerca ha definito 9-10 “hallmark”, ovvero fattori principali, Giuseppe Novelli ricorda che “anche per l’invecchiamento sono stati individuati 10-15 processi assolutamente chiari e fondamentali”.
L’invecchiamento è inoltre “scritto nei geni”.
“Nel 2001 – ricorda – ho scoperto tra le cause dell’invecchiamento malattie rare come la progeria, in cui il difetto di un solo gene lo fa accelerare. E se c’è un fattore genetico sottostante, si può solo cercare di rallentare l’invecchiamento, nell’affascinante campo dei senolitici, ma soprattutto prevenire le patologie. Il problema, cioè, non è impedire l’invecchiamento, ma allungarlo in salute”. Un risultato che il genetista ritiene possibile, ricordando anche che, oltre al fattore biologico preso in considerazione da tutti gli studi, non va sottovalutato anche il contatto con l’esterno: quei fenomeni epigenetici che influenzano, e di molto, l’invecchiamento.
“Il processo immunitario – spiega – è molto collegato all’invecchiamento, perché la capacità immunitaria diminuisce con l’età e, non è un caso che, al diminuire delle difese i vecchi si ammalano e insorge il cancro. Il vero punto da tenere in considerazione è proprio questo: siamo nati per combattere i nemici come le infezioni, che ci distruggono”.

Vecchiaia: raggiunto il limite?

Novelli conclude così il ragionamento con una riflessione: “Gli studi degli ultimi 50 anni hanno aumentato la longevità, con un’età mediana che in Italia è ormai superiore agli 80 anni.
Al tempo stesso, però, le statistiche sembrano indicare che si sia raggiunto un plateau e che la curva stia cominciando a scendere. E ulteriori miglioramenti potranno incidere relativamente su questa tendenza”.

Alberto Minazzi

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