Il Veneto sta pensando di avviare uno studio a campione sugli ultraottantenni per valutare la loro risposta anticorpale al vaccino anti-Covid. Lo ha annunciato il presidente della Regione, Luca Zaia. «Lo studio dei titoli anticorpali negli anziani – ha motivato – potrebbe aiutarci: spero che questo tema sia affrontato anche a livello nazionale. Bisogna prepararsi per l’autunno, che è dietro l’angolo, per gestire la convivenza col virus in maniera più opportuna».
Risposta anticorpale: occorre la terza dose?
Per approntare la miglior strategia, la Regione ha in programma di riunirsi con i direttori delle Ulss. L’idea è quella di chiedere che si faccia un progetto randomizzato, ad esempio prendendo a campione le case di riposo, per vedere come ha funzionato il vaccino e quanto dura nel tempo. «Un ottantenne – ha sottolineato Zaia – è stato vaccinato indicativamente tra febbraio e marzo: ha senso rischiare di fargli affrontare l’inverno senza coperture? Anche perché la risposta anticorpale cala al crescere dell’età».
Il caso-Israele
A sostegno della propria tesi, il presidente del Veneto ha citato un articolo del Financial Times dello scorso 13 agosto relativo a Israele. A marzo, Tel Aviv diede indicazioni del venir meno dell’obbligo delle mascherine, investendo tutto sulla vaccinazione. «L’inviato – ha spiegato – ha raccontato che non si trovavano più dispositivi di protezione in vendita. E sembra che questo “liberi tutti” sia stato pagato con la recrudescenza del virus. È in ogni caso uno spaccato da cui dobbiamo trarre elementi su cui ragionare».
Il vaccino funziona, ma non è finita
Zaia afferma quindi che «chiedendo il distanziamento sociale, mi sembra che abbiamo fatto la scelta giusta. Credo però che non si debba abbassare la guardia e che la comunità scientifica debba valutare con serietà il tema della terza dose».
La crescita dei ricoveri (221, +13, nel bollettino quotidiano regionale) dice insomma che «non è finita». A oggi, però, il 64% dei ricoveri riguarda chi non è vaccinato o ha ricevuto solo una dose (12%). «Il vaccino sta funzionando – conclude il presidente – garantendo un 94% di copertura».
La risposta dei giovani: “un ragazzo su due ha già ricevuto la prima dose”
C’è infine soddisfazione, da parte della Regione, relativamente alla risposta dei giovani dai 12 ai 25 anni ai quali, dal 13 agosto, è stato garantito l’accesso diretto senza prenotazione nei centri vaccinali per la somministrazione del siero. Su 13.772 prime dosi effettuate da venerdì a oggi, 1.832 riguardano ragazzi. E questo, oltre a portare la media regionale di chi ha quantomeno prenotato la somministrazione al 77,2%, ha confermato l’ottima risposta delle nuove generazioni. I ventenni, col 71%, hanno superato trentenni e quarantenni. E, soprattutto, nella fascia 12-19 anni, la copertura è già al 55% del totale. «Un ragazzo su due – rimarca con soddisfazione Zaia – ha già ricevuto almeno una dose».