Nessuna differenza tra regioni, percentuali di riduzione della fornitura complessiva del 29% per tutte.
La campagna di vaccinazione continuerà così.
La prossima settimana, che dovrebbe essere l’ultima in cui Pfizer-BioNTech consegnerà un numero di vaccini anti-Covid inferiore a quanto inizialmente pianificato, i tagli saranno omogenei.
Inoltre, ha assicurato il commissario per l’emergenza Arcuri ai presidenti di Regione nell’incontro della serata di martedì 19 gennaio, verrà attuato un riequilibrio riguardo a quanto consegnato in queste ore. Chi cioè ha subito i tagli più pesanti, come Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna, Veneto e Sardegna, che hanno visto dimezzare le consegne, riceverà un supplemento di dosi oltre a quelle della fornitura settimanale.
In Veneto, quasi 25 mila dosi in più
In base al piano originario, la fornitura settimanale spettante al Veneto ammonta a circa 38.000 dosi, che diventano 45.600 ricavandone 6 anziché 5 da ogni fiala. In queste ore, per di più con un ritardo di un paio di giorni rispetto alla scadenza inizialmente stabilita, ne sono arrivate circa 23.000, sulla base del taglio del 53% deciso da Pfizer.
In occasione della prossima consegna, fissata per il 25 gennaio, il Veneto riceverà quindi non solo le 35.217 dosi stabilite applicando il taglio orizzontale del 29%. Sulla base della redistribuzione rinegoziata dal commissario con Pfizer, l’azienda farmaceutica ne consegnerà direttamente alla Regione anche altre 24.570, riequilibrando, rispetto alle altre regioni, quanto avvenuto nella settimana in corso. Non si tratta infatti della soluzione mutualistica auspicata dal presidente del Veneto Luca Zaia, che ha registrato il favore del commissario Arcuri ma che non è ancora stata approvata dalla Conferenza delle Regioni. Però garantisce una scorta superiore a quanto previsto.
Al momento solo richiami
Nel frattempo, in Veneto la somministrazione delle prime dosi è al momento sospesa: con le 22.000 dosi accantonate precauzionalmente e le circa 23.000 ricevute oggi si riescono solo a garantire i richiami per i primi soggetti che sono stati sottoposti a vaccinazione.
E anche la prossima settimana, sulla base delle dosi di vaccino Pfizer disponibili, si continuerà solo a somministrare le seconde dosi.
Dal 31 dicembre a oggi, infatti, sono stati sottoposti a vaccino circa 110.000 veneti, per cui la dotazione in arrivo non permetterà di effettuare somministrazioni a ulteriori persone. In sostanza, visto che la vaccinazione con Moderna è partita con quantitativi molto limitati, c’è dunque un ritardo già nel completare la prima fase, visto che, tra medici e operatori sanitari, personale e ospiti delle case di riposo, vi rientrano circa 185.000 persone. “Ripartiremo appena sapremo di avere a disposizione più dosi e avremo la certezza di poter effettuare i richiami entro i 21 giorni previsti” ha spiegato il direttore generale della Sanità del Veneto, Luciano Flor.
A febbraio ritornano le prime attività ordinarie degli ospedali?
L’emergenza sta continuando a far registrare dati incoraggianti nelle curve. Tant’è che Flor ha potuto anticipare: “Se l’andamento continuerà così, dal primo febbraio potremo probabilmente riaprire qualche attività programmata negli ospedali, soprattutto quelle ambulatoriali, partendo magari da dove ci sono maggiori criticità per le liste d’attesa”. I dati sui ricoveri, infatti, continuano a migliorare. Adesso sono 2898, di cui 2560 in area non critica (-43) e 338 in terapia intensiva (-1).
Questi dati, uniti ai nuovi indici Rt e alla situazione degli ospedali, hanno consentito al presidente Luca Zaia di affermare, in vista della nuova classificazione per fasce attesa per venerdì, che “il Veneto di certo non diventerà di fascia rossa, benché non si possa sapere ora se resterà arancione o se tornerà in fascia gialla”.
Il futuro della scuola
Zaia ha rimandato alla nuova classificazione ogni decisione in merito alla ripresa della scuola in presenza.
“Aspettiamo venerdì e poi faremo le valutazioni col Dipartimento di prevenzione. Non ho ancora preso alcuna decisione in merito a possibili nuove ordinanze”. Quella in vigore, intanto, è all’esame del Tar, alle cui decisioni il presidente della Regione si rimette interamente.
“Il giudice sta approfondendo la questione, sulla base anche dei nostri rilievi tecnici. Perché non posso non ricordare l’incremento dell’innalzamento delle curve in concomitanza con le riaperture delle scuole”. Al momento della pubblicazione dell’ordinanza, ha rimarcato il direttore Flor, c’erano infatti più di 40.000 persone in isolamento o in quarantena.
“I ragazzi – ha concluso Zaia – non hanno nessuna colpa. Ma è oggettivo che oggi non si può tornare in classe in piena sicurezza. E quando questo riavverrà, dovremo monitorare con grande attenzione quello che succede nelle scuole”.