La maggior parte dei casi di Covid-19 segnalati in Italia negli ultimi 14 giorni sono stati identificati in soggetti non vaccinati.
E “il tasso di ospedalizzazione negli ultimi 30 giorni nei non vaccinati è circa 10 volte più alto rispetto a quello dei vaccinati con ciclo completo” afferma l’Istituto Superiore di Sanità nell’ultimo aggiornamento nazionale sulla pandemia, pubblicato il 23 luglio scorso.
“Si stima – conclude il rapporto – un forte effetto di riduzione del rischio di infezione da Sars-CoV-2 nelle persone completamente vaccinate rispetto ai non vaccinati (88% per la diagnosi, 95% per l’ospedalizzazione, 97% per i ricoveri in terapia intensiva e 96% per i decessi”.
Eppure, i cosiddetti “no vax” adducono una lunga e articolata serie di motivazioni per la loro contrarietà alla vaccinazione contro il coronavirus.
Ragioni che, però, spesso alla base hanno informazioni errate o quantomeno incomplete.
Abbiamo quindi chiesto a Massimo Andreoni, direttore scientifico della Società italiana malattie infettive e primario al Policlinico Tor Vergata di Roma, di rispondere punto su punto a quelle che sono alcune delle principali argomentazioni di chi lotta contro i sieri messi in campo nella lotta contro la pandemia.
1) Non mi vaccino perché si tratta di farmaci sperimentali
“Qualsiasi cosa – risponde Andreoni – all’inizio è da considerarsi “sperimentale”.
In realtà, la vera sperimentazione per certificare un farmaco o un vaccino finisce prima della sua messa in commercio”.
2) La tecnologia a Rna messaggero di Pfizer e Moderna è sperimentale
“È una nuova tecnologia, certo. Ma è la tecnologia del futuro, quando tutti i vaccini saranno a Rna messaggero.
La risposta è la stessa della domanda precedente: la vera sperimentazione è già conclusa. Dirò di più: i vaccini contro il Covid sono stati valutati ormai su decine di milioni di persone. Cosa che, in passato, è avvenuta per ben pochi altri farmaci”.
3) I vaccinati possono comunque trasmettere l’infezione
“Non è un motivo sufficientemente valido per almeno tre motivi.
Il primo: i soggetti vaccinati contagiosi sono di gran lunga meno dei non vaccinati contagiosi.
Il secondo: in ogni caso possono contagiare con una quantità di virus di molto inferiore.
Il terzo: sono contagiosi per molto meno tempo”.
4) Per bambini e giovanissimi, i rischi superano i benefici
“Per i bambini il problema al momento non si pone: sotto i 12 anni, la vaccinazione non è possibile. Chi fa queste affermazioni, sostiene che il rischio per i giovani over 12 è nettamente superiore al possibile beneficio.
I dati al 28 aprile, che sicuramente poi si sono incrementati, dicono che in Italia, per Covid, sono morte 9 persone sotto i 10 anni e 296 con meno di 40 anni. Non è quindi vero che i giovani non corrono nessun rischio. E non mi sembra che quasi 300 giovani morti siano un dato non interessante. Ma c’è un’altra considerazione da aggiungere…”.
E cioè?
“Anche soggetti paucisintomatici o con sintomatologia modesta, come sono i giovani nella stragrande maggioranza dei casi, possono conservare sintomi post-Covid. Si va da una profonda astenia a una prolungata depressione, da dolori osteo-articolari e muscolari alla mancanza del gusto o dell’olfatto. Questi sensi, in alcuni casi, non sono recuperati nemmeno a distanza di 7-8 mesi dalla guarigione e ancora non sappiamo se la condizione durerà per tutta la vita. Si rischia cioè di ridurre la qualità della propria vita in maniera drammatica”.
5) Se decido di non vaccinarmi, rischio solo io
“La vaccinazione, prima ancora che al singolo, serve alla comunità.
Al di là di quelli che sono i rischi di ammalarsi direttamente, i non vaccinati sono egoisti, perché potrebbero portare la malattia agli anziani o ai soggetti più deboli. Per fortuna, sembra che i giovani su questo siano molto più responsabili di chi afferma che è inutile vaccinarsi”.
6) Si corre nella vaccinazione perché ormai sono in arrivo almeno 5 cure per il Covid e il vaccino diventerà inutile
“Il principio è sempre quello che prevenire è meglio che curare.
Siamo tutti contenti, noi medici per primi, se arrivano delle cure per il Covid. Ma finché parlando di cure semplicissime, tempestive e alla portata di tutti il verbo è al futuro, si tratta di un’affermazione che ritengo sciocca. Al momento ci sono gli anticorpi monoclonali, che però non rispondono nel 100 per 100 dei casi, richiedono un intervento rapidissimo e comunque funzionano solo per via endovenosa. Trovo quindi assurdo pensare che, per evitare il vaccino, si facciano iniezioni a tutti gli ammalati”.
7) “Il Covid è una congiura delle big pharma” e “il virus non esiste”
“Sono affermazioni che non meritano nemmeno un commento, delle vere stupidate. Ragionando così, si può dire qualsiasi cosa: dal dire che la terra è piatta al fatto che sia stata la Cia ad abbattere le Torri gemelle”.
8) Forse mi vaccinerò, ma per il momento preferisco aspettare che se ne sappia di più: lo farò più avanti
“La risposta è nei numeri dell’Iss: il 99% dei morti delle ultime settimane ha fatto questo discorso. E se dispiace per chi è deceduto non essendo riuscito a completare il ciclo vaccinale, nel resto dei casi si può solo sottolineare che attendere significa correre dei rischi. I dati internazionali, dall’Italia all’Inghilterra, lo confermano: prima ci si vaccina, meglio è”.
9) La verità sugli effetti negativi dei vaccini è stata occultata
“E se non fosse stata nascosta, cosa succederebbe in tv, quando ogni secondo prosegue la conta mediatica delle controindicazioni? È una vera bufala: nulla è stato occultato dagli organi nazionali e internazionali, che hanno ratificato i farmaci e tutti i loro effetti. Anche i medici sono poi tenuti a segnalare eventuali reazioni insolite. Posso quindi affermare con certezza che ci sono tutti gli elementi per giudicare validi i vaccini in uso”.
10) Perché devo iniettarmi un vaccino che ha possibili effetti collaterali?
“Tutti i farmaci – conclude Andreoni – hanno effetti collaterali. E dirò di più: si muore maggiormente per l’aspirina, che assumiamo quasi con leggerezza anche per un semplice mal di testa, che di vaccinazione contro il Covid”.
Alberto Minazzi