In principio fu Pfizer-BioNtech. Poi arrivarono anche Moderna e AstraZeneca. Da metà aprile sarà la volta di Johnson&Johnson.
Ma la lotta al Covid-19 attraverso i vaccini non si ferma certo qui. C’è sempre, ad esempio, il russo Sputnik, per cui Ema, l’agenzia del farmaco europea, ha avviato circa un mese fa la cosiddetta “rolling review”, anche se ancora non ha rilasciato l’autorizzazione alla commercializzazione nell’Unione Europea. E ci sono anche i vaccini italiani. Perché, dopo quella del più noto ReiThera, è partita la sperimentazione anche del vaccino Takis.Takis: dopo Monza, Napoli
Alessandro Esposito, informatico di 26 anni di Napoli, è stato il primo, nella mattinata di giovedì 1 aprile, a ricevere la somministrazione del siero al “Pascale” di Napoli.
L’ospedale del capoluogo campano è uno dei 3 coinvolti nella sperimentazione del vaccino Takis insieme al “San Gerardo” di Monza (dove la somministrazione ai primi volontari è iniziata l’1 marzo), che verificherà in particolare i risultati preliminari in collaborazione con l’Università “Bicocca” di Milano, e allo Spallanzani di Roma, responsabile degli esami di laboratorio che documenteranno l’efficacia del siero.Si tratta di un vaccino, studiato e realizzato interamente nel nostro Paese, “a dna”. Non richiede dunque la complessa catena del freddo per la sua conservazione richiesta invece per gli altri sieri “a rna messaggero” di Pfizer e Moderna. Può inoltre essere rapidamente modificato per rispondere a eventuali varianti del virus.
La fase 1 di sperimentazione di Takis
In questa prima fase di sperimentazione, sono coinvolti 80 volontari sani, tra i 18 e i 60 anni di età. A loro il vaccino viene somministrato in dosi diverse, con o senza richiamo. In seguito alla somministrazione, i volontari restano in ospedale per 4 ore di osservazione da parte di un’équipe di medici coordinata, a Napoli, dal direttore dell’Unità di Terapie innovative del “Pascale”, Paolo Ascierto. La fase 1 sarà seguita dalla seconda, sempre presso le stesse 3 strutture, allargando il campione a 240 persone.
Negli studi di laboratorio effettuati si è intanto registrata una forte risposta immunitaria, sia di tipo anticorpale che cellulare.
Si ipotizza che Takis, che promuove la produzione di una porzione molto specifica della proteina “spike”, sia in grado di garantire una protezione già alla prima somministrazione.ReiThera: si cercano volontari per la seconda fase di sperimentazione
Il vaccino di ReiThera, basato sull’uso di un adenovirus di gorilla modificato, è intanto arrivato alla “fase 2” di sperimentazione, che coinvolge 26 centri a livello nazionale. Di questi, 3 (Parma, Ferrara e Piacenza), sono in Emilia Romagna, regione che ha lanciato l’appello per la ricerca di volontari, che saranno tra i 30 e i 40 per ognuna delle tre aziende Ulss coinvolte. Tra i requisiti richiesti, la maggiore età e un buono stato di salute o, comunque, una patologia cronica pregressa stabile.
Tra gli esclusi, sia coloro che sono stati vaccinati nei 30 giorni precedenti che coloro che hanno contratto un’infezione da Sars-CoV-2 confermata con tampone molecolare.Nella fase 1, sono stati coinvolti 100 volontari sani, di cui 45 sono stati vaccinati mentre i restanti hanno ricevuto un placebo, senza registrare reazioni avverse gravi nelle 4 settimane seguenti alla somministrazione. Nella fase 2, a un terzo dei volontari saranno somministrate due dosi di vaccino, a un terzo una dose di siero e una di placebo e all’ultimo terzo del campione due dosi di placebo.
Salute +
Vaccini italiani: arriva Takis. ReiThera passa alla fase 2
1 Aprile 2021