Sono conosciuti con i nomi delle “big pharma” che li producono: Pfizer, AstraZeneca, Johnson&Johnson e Moderna. Sono i 4 vaccini autorizzati dall’Ema, l’Agenzia europea dei medicinali, con cui gli Europei si stanno immunizzando dal Covid-19.
Sieri che, almeno nei primi 2 casi, hanno anche un “nome proprio” (Comirnaty e Vaxzevria). E che, nei primi tre casi, coinvolgono anche altre realtà (rispettivamente BioNTech, Università di Oxford e Janssen). Ma vi sono altre informazioni, ben più sostanziali, da conoscere sui diversi vaccini.
Solo Pfizer per i più giovani
Con l’abbassamento dei limiti di età per la vaccinazione contro il Covid, è sempre più evidente che non tutti i vaccini sono uguali. Al momento, ad esempio, c’è un solo vaccino utilizzabile per chi ha tra 12 e 15 anni, i più giovani tra coloro che sono coinvolti nella campagna vaccinale. Si tratta del vaccino di Pfizer-BioNTech, che ha ricevuto il 31 maggio scorso da Aifa l’approvazione all’estensione dell’indicazione di utilizzo in Italia.
L’Agenzia italiana del farmaco ha infatti accolto pienamente il parere espresso dall’Ema. Secondo la Commissione tecnico-scientifica dell’Aifa ha dunque riscontrato come “i dati disponibili dimostrano l’efficacia e la sicurezza del vaccino anche per i soggetti compresi in questa fascia d’età”. Analoga procedura di autorizzazione è stata avviata il 7 giugno anche da Moderna, il cui siero al momento è autorizzato all’uso dai 18 anni in su.
I vaccini a vettore virale
Pfizer e Moderna sono i 2 vaccini che utilizzano la tecnologia più innovativa, basandosi sull’Rna messaggero del Sars-CoV-2. Gli altri due sieri, AstraZeneca e Johnson&Johnson, sono più tradizionali, sfruttando vettori virali, cioè adenovirus di scimpanzé (Vaxzevria) o umano (Johnson&Johnson). Il virus utilizzato in laboratorio per la produzione del siero è comunque modificato in modo da non risultare aggressivo per l’essere umano.
I vaccini a vettore virale, in Italia, vengono utilizzati solo per chi ha 60 anni o più. Nei più giovani, infatti, è maggiore il rischio che, come effetto collaterale, si verifichino trombi nel sangue. Va però fatta una precisazione. Per il vaccino realizzato con Janssen, vi è solo una “raccomandazione” sui limiti d’età. La circolare del Ministero della Salute dell’11 giugno ha invece chiarito che “il vaccino Vaxzevria viene somministrato solo a persone di età uguale o superiore ai 60 anni”.
I richiami per AstraZeneca
Solo un vaccino, quello di Johnson&Johnson, richiede una sola somministrazione. Il Comitato tecnico scientifico ha quindi chiarito che andrebbe di preferenza utilizzato, dopo il parere del Comitato etico competente per territorio, in tutti i casi in cui si presentino delle situazioni specifiche in cui il vantaggio della singola somministrazione sia evidente.
La stessa circolare di aggiornamento del parere del Cts sui vaccini dell’11 giugno ha poi introdotto una novità riguardo ai richiami del vaccino AstraZeneca, da effettuare da protocollo tra 8 e 12 settimane dalla prima dose. A chi ha meno di 60 anni ed è stata somministrata una prima dose di tale vaccino, “il ciclo deve essere completato con una seconda dose di vaccino a mRNA”, ovvero Pfizer o Moderna.