Bando Marie Curie: 14 vincitori su 1.235 nell’Ateneo veneziano
Sono 1.235, tra i 7.044 partecipanti, i giovani ricercatori che lavoreranno su progetti di prim’ordine in tutte le discipline scientifiche grazie alla vittoria nel secondo bando per borse di studio post-dottorato Marie Skłodowska-Curie, lanciato dalla Commissione Europea.
I beneficiari selezionati, i cui nomi sono stati appena annunciati, avranno l’opportunità di portare avanti i loro progetti presso università, centri di ricerca e imprese, potendosi spostare tra 48 Paesi. Tra questi, l’Università Ca’ Foscari, che si è confermata tra le più attrattive d’Europa. Saranno infatti 14 le promesse della ricerca, 11 delle quali provenienti dall’estero, che lavoreranno nell’Ateneo veneziano.
Il bando Marie Curie
Inserito nell’ambito del programma “Orizzonte Europa” di ricerca e innovazione, il bando intitolato alla prima donna della storia ad aver vinto il Premio Nobel offre ad alcuni ricercatori post-dottorato selezionati sulla base dell’eccezionalità del loro livello, attraverso l’assegnazione di apposite borse di studio, la possibilità di lavorare ai loro progetti e ricevere al contempo formazione e supervisione per migliorare le loro competenze e la loro carriera.
La maggior parte dei progetti selezionati, evidenzia la Commissione Europea, riguarda le scienze sociali e umane (24,5%), le scienze della vita (21,3%), l’informatica e l’ingegneria (13,9%) e la chimica (13,8%).
Il budget totale a disposizione per i finanziamenti dei progetti ammonta a 257 milioni di euro.
Il prossimo invito a presentare candidature verrà aperto il 12 aprile 2023. “Siamo lieti di annunciare – ha intanto reso noto Mariya Gabriel, commissaria per l’Innovazione, la ricerca, la cultura, l’istruzione e i giovani – che, grazie al bando per borse di studio per diffondere l’eccellenza dello Spazio europeo della ricerca, finanzieremo nei cosiddetti paesi oggetto dell’ampliamento altri 58 ricercatori d’eccellenza che desiderano portare avanti i loro studi innovativi”.
I vincitori a Venezia
I 14 progetti selezionati a Ca’ Foscari potranno contare su una dotazione complessiva di 3,3 milioni di euro.
Le tematiche sono le più varie e vanno da Dante al razzismo in Europa, dal cambiamento climatico alla guerra ibrida, dalla dieta dei Maya all’industria dei fertilizzanti a Porto Marghera.
Le ricerche, biennali o triennali, che coinvolgono Ca’ Foscari saranno sviluppate da studiosi di 6 nazionalità, quasi tutti provenienti da istituzioni di ricerca estere, tra cui ben 4 dal Regno Unito e 4 dalla Francia. Le altre Università o centri di ricerca coinvolti in questi progetti sono distribuiti tra Stati Uniti, Canada, Corea, Ecuador e Svizzera.
L’Università veneziana è stata apripista in Italia per quanto riguarda le opportunità di carriera dei vincitori del bando “Marie Curie”.
La comunità di “Marie Skłodowska-Curie” fellow cafoscarini è così cresciuta e può contare oggi su 158 tra ricercatrici e ricercatori.
Grazie al Pnrr e al programma ministeriale “Giovani Ricercatori”, sottolinea l’Ateneo, i candidati alle “Marie Curie” valutati come eccellenti ma non finanziati dalla Commissione europea possono essere anche reclutati dall’ateneo come ricercatori a tempo determinato.
I 14 ricercatori selezionati
Le borse di ricerca prevedono 2 tipologie distinte.
La prima sono le “Global Fellowship”, che prevedono 2 anni di ricerca all’estero e successivo rientro a Ca’ Foscari per un anno; la seconda è quella dellle “European Fellowship”, con 2 anni di ricerca svolta interamente a Venezia.
I vincitori “veneziani” della prima tipologia sono gli italiani Ilaria Sicari, che inizierà a Stanford una ricerca sull’intenso traffico culturale attraverso la Cortina di Ferro durante la Guerra Fredda; Giovanna Corazza (partnership con l’Università di Notre Dame, Stati Uniti), che indagherà sul ruolo della geografia e della cartografia nella Commedia di Dante; Lorenzo Feltrin (collaborazione con il Geneva Graduate Institute), che si occuperà della diffusione e concentrazione di fosfati nell’ambiente lagunare, partendo da Porto Marghera.
Ancora, Maurizio Geri che studierà, con un’esperienza al Centro Studi e Sperimentazioni Marittime della NATO, l’utilizzo di Tecnologie Emergenti e Perturbanti e risorse energetiche nelle tattiche di guerra russe nel Mediterraneo; Mattia Brancato, che farà ricerca sull’insegnamento della scienza in epoca coloniale anche ad Harvard; Samuele Mazzolini, italo-ecuadoriano proveniente dall’Università della Calabria, si occuperà di populismo ed istituzioni in America Latina lavorando all’Università dell’Ecuador.
Provengono dall’Università di Oxford Enrico Emanuele Prodi, che produrrà tra Harvard e Ca’ Foscari un’edizione critica delle opere sulla Retorica di Gregorio di Corinto, grammatico bizantino del XII secolo, e l’iraniana Maryam Aslany, che studierà i modelli sociali ed economici di adattamento al cambiamento climatico, a partire dalle aree rurali dell’India, cominciando il lavoro alla Yale University. Infine Lorena Natalia Zorilla, spagnola e argentina, studierà l’origine delle finzioni letterarie sulla parità di genere nella cultura filosofica del diciottesimo secolo dopo aver fatto ricerca al Consiglio Nazionale per la Ricerca Scientifica e Tecnica in Argentina.
Le 5 European Fellowship sono andate invece a Chloè Berut, dalla Francia, che condurrà una ricerca sull’interconnessione dei sistemi sanitari in Europa; Vilane Gonçalves Sales, brasiliana, dall’Università di Berna, che studierà l’impatto dell’innalzamento dei mari sul settore alberghiero attraverso l’utilizzo di intelligenza artificiale; Armelle Le Herou, che si dedicherà alla filologia greca pre-umanistica; Goran Petrovic, di nazionalità belga e serba, che affronterà le dinamiche identitarie di razzismo culturale in Europa; Clarissa Cagnato, che utilizzerà innovative tecniche molecolari per ricostruire le diete degli antichi Maya che abitavano la regione meno elevata e pianeggiante.
Alberto Minazzi