A metà maggio la presentazione della candidatura al ministro della Cultura
La più famosa è probabilmente quella di Montecassino, nel Frusinate, con l’adesione all’accordo di programma votata nei giorni scorsi all’unanimità dal Consiglio comunale di Cassino.
Ma, dal Lazio alla Lombardia, dal Piemonte al Molise, dalle Marche alla Campania, il fascino non fa certo difetto a nessuna delle 8 abbazie benedettine che hanno visto i rispettivi Comuni di riferimento territoriale mettersi insieme per promuovere la candidatura all’iscrizione nella lista dei siti classificati dall’Unesco come “Patrimonio Mondiale dell’Umanità”.
Capofila del progetto è la Fondazione di comunità del Lecchese, dove, nel territorio di Civate, sorge il complesso di San Pietro al Monte, oggi non più occupato dai religiosi e composto dalla basilica, dall’oratorio di San Benedetto e dalle rovine dell’antico monastero.
Ad accomunare le diverse abbazie, le architetture romaniche e l’inserimento in contesti paesaggistici di assoluto rilievo naturalistico, “emblema degli eccezionali valori universali espressi dal monachesimo benedettino” come sottolinea il depliant che promuove l’iniziativa.
È il Lazio, con ben 3 monasteri (oltre a Montecassino, anche la romana Subiaco e Farfa, in provincia di Rieti), la regione più coinvolta dal progetto.
Gli altri complessi benedettini sono quelli di Sacra San Michele (o San Michele della Chiusa) sulla vetta del monte Pirichiano (Torino), San Vincenzo al Volturno, in provincia di Isernia, Sant’Angelo in Formis a Capua (Caserta) e San Vittore alle Chiuse a Genga (Ancona).
Il progetto fu lanciato inizialmente nel 2013, con un primo inserimento nella “Tentative list” italiana nel 2016.
Viene rilanciato adesso, dopo la frenata legata al periodo pandemico, con la prevista presentazione al ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, a metà maggio.
L’iter per la candidatura, completate le adesioni, prevede l’invio all’ufficio Unesco di Roma, chiamato a esprimere il parere di conformità, autorizzando così la formulazione della nomination ufficiale da inviare alla sede di Parigi. Tra le altre candidature italiane proposte nei mesi scorsi ci sono anche il “Sistema-Duomo” di Milano, che ricomprende tutta la filiera affidata alla “Veneranda fabbrica”, dalle cave di Candoglia alla biblioteca, e la “Cucina italiana”, proposta direttamente dal Governo.