La storia di Barbara Pozzobon andava assolutamente raccolta e raccontata. Perché nel suo piccolo c’è tutto: il sogno, la fatica, la determinazione, la solidarietà della gente, la fortuna che sostiene e poi, la vittoria. È una storia di sport e come tutte le storie di sport è fatta di valori e di una umanità che diventa epica. Barbara è una nuotatrice fondista che si allena per un obiettivo alto. Partecipare alla Santa Fè – Coronda: 57 chilometri di bracciate sul limaccioso fiume Rio Coronda, in Argentina. Ma servono duemila euro per l’iscrizione, che lei non ha. Ed è costretta a rinunciare. Ed è qui che arriva la solidarietà degli amici, della gente del suo paese, Maserada, che crede sia giusto puntare su quel sogno. Gente che forse Barbara neanche conosce. E vada come vada. In poco tempo si mettono tutti al lavoro, si mobilitano per raccogliere la cifra necessaria. E sbattono quella busta chiusa sul tavolo della Fin, quella Federazione italiana Nuoto che però ha già chiuso le iscrizioni. Squadra completa, ci dispiace. Game over. Sogno finito. Sembra che qualcuno guardi dall’alto perché, inaspettatamente, un altro atleta si ritira. Si libera un posto e lei può rientrare in squadra. Nuota come un delfino di fiume in quelle acque fangose. E vince. Non aveva mai vinto un italiano in tutte le 43 edizioni della Santa Fè – Coronda. Dà oltre 7 minuti di stacco ad Alice Franco, la seconda, un’altra italiana, e alla terza, Aurelie Muller, una francese che ferma il tempo a 9 ore 5 minuti e 13 secondi.
Fra le storie che il Metropolitano racconta in questo numero, anche quella che apre a un nuovo corso per le biblioteche di Venezia. I numeri sui prestiti bibliotecari del 2016 dicono che si è accesa una luce brillante in questa comunità. Si legge, e si legge più di prima e di più di altre realtà. E leggono di più i bambini, anche grazie alla nascita di un nuovo spazio a Mestre, Villa Riccio, all’interno della Biblioteca civica mestrina, a loro interamente dedicato. Segno che quando si fan bene le cose, i risultati arrivano.
E arrivano anche e soprattutto quando ci si muove uniti: una cosa è parlare di singola spiaggia nel singolo Comune, un’altra è ragionare di sistema turistico balneare veneto. Unite, le spiagge venete muovono quasi 24 milioni e mezzo di presenze turistiche. Nel pezzo di Fabrizio Cibin raccontiamo del progetto, nato dalla volontà dei Comuni della fascia litoranea, di unirsi per costituire una forza motrice che singolarmente non potrebbero avere. Il progetto, soprattutto in questo momento, sembra dirci che…”L’unione fa la forza”.
E, ancora, Pino Donaggio, che è Veneziano dell’anno 2016. E non ci resta che intonare “Io che non vivo più di un’ora senza te….”, ma anche: “You Don’t Have To Say You Love Me….”, oppure “Yo que ni un momento puedo estar lejos de ti…”. Fa lo stesso, in tutto il mondo la conoscono.
Buona lettura.