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UNA DONNA VENEZIANA ALLA GUIDA DELL’ ANCI VENETO

UNA DONNA VENEZIANA ALLA GUIDA DELL’ ANCI VENETO

Maria Rosa Pavanello, sindaco di Mirano, si racconta a tutto tondo, tra gli interessi personali, gli impegni familiari e le responsabilità amministrative

 
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Da due anni regge uno dei principali Comuni del veneziano e lo scorso 3 ottobre è stata eletta all’unanimità presidente regionale di Anci, l’associazione dei Comuni italiani. Per la prima volta questo ruolo è stato affidato ad una donna e a un sindaco della provincia di Venezia. Maria Rosa Pavanello è uno dei primi cittadini più in vista del momento, ma nega che la nuova carica sia un trampolino di lancio verso la Camera dei deputati. «Vivo il presente, a Montecitorio non penso affatto – dice – un desiderio per il futuro ce l’ho, ma con la politica non c’entra nulla: sogno di gestire una piccola azienda agricola». Il sindaco di Mirano, 44 anni e un passato da assessore comunale all’Istruzione, giura che un approdo in Parlamento non è affatto uno dei suoi obiettivi. «Sono una persona molto concreta, ora penso solo ai problemi di Mirano e dei Comuni veneti», racconta durante una pausa-pranzo di lavoro in un bar di Piazza Martiri, mentre legge i quotidiani sul tablet e risponde ai messaggi che le arrivano su Whatsapp.
 
Sindaco, ha avuto modo di festeggiare la nuova elezione? «Ma no, no. Qui c’è troppo da lavorare. Ho promesso ad alcuni colleghi che parteciperò ad alcune feste tradizionali venete, sarà quella l’occasione per unire relax e impegni istituzionali».

Maria Rosa Pavanello

44 anni, è stata eletta sindaco di Mirano nel maggio del 2012. Ha vinto le elezioni al primo turno, sostenuta dal Pd e dalle altre forze di centrosinistra. Il suo impegno politico è cominciato nel 1998 come consigliera comunale di maggioranza. Tra il 2003 e il 2008 ha ricoperto la carica di assessore comunale all’Istruzione e alle Politiche Giovanili, mentre dal 2008 al 2011 è stata consigliera d’opposizione e capogruppo del Pd. Attualmente è presidente regionale Anci e componente dalla giunta dell’Unione dei Comuni del Miranese. Sposata con un figlio di otto anni e una figlia di tre, ha lavorato come consulente per le attività formative collaborando con varie realtà sociali legate al mondo dell’istruzione. Appartiene al Pd fin dalla fondazione del partito, in ambito politico locale si è sempre contraddistinta per essere l’esponente più assidua nell’utilizzo di social network e nuove tecnologie.
 
In agenda è già segnata la prima tappa? «Vorrei andare a Valeggio sul Mincio, mi dicono sia un gioiellino. Alla prima occasione intendo visitarlo, è una promessa».
 
Dopo l’elezione è stata sommersa di complimenti, quali sono quelli che hanno fatto più piacere? «Ce ne sono talmente tanti… Sicuramente il telegramma di Luigi Brugnaro è stato molto apprezzato perché non pensavo trovasse il tempo tra tutti i suoi impegni. E poi mi piace citare Mario Bertolissi, avvocato e docente dell’Università di Padova. Mi hanno scritto anche decine di enti e colleghi sindaci di città importanti, la casella mail era strapiena e il telefono trillava di continuo».
 
Almeno del primo giorno da primo cittadino, ricorda i festeggiamenti? «Ricordo una grande gioia condivisa con la famiglia e con i volontari della campagna elettorale, ricordo l’entusiasmo di mia madre. Vincere al primo turno non era affatto scontato, ma io ci avevo sempre creduto».
 
Ora siamo a metà mandato: di cosa va particolarmente orgogliosa? «Di quanto fatto in tema di energia sostenibile, dell’ampliamento di una scuola e di aver sancito l’Unione dei Comuni del Miranese. Vogliamo essere un esempio per altre realtà, in una logica aggregativa».
 
L’obbiettivo dei prossimi due anni? «Da sindaco voglio avviare i lavori per almeno una pista ciclabile, da presidente Anci Veneto la sfida è veder i Comuni svincolati da questo assurdo Patto di Stabilità che impedisce di investire i soldi che abbiamo».
 
La difficoltà più grande e l’aspetto più bello? «La difficoltà è legata proprio ad avere fondi da spendere, la meraviglia è conoscere le grandi potenzialità di una città, come le associazioni e i progetti scolastici».
 
In queste giornate pienissime, resta il tempo per guardare qualche buon film? «Sì, i cartoni animati con i mei figli (ride, ndr). Chiedetemi di “Madagascar”, “Era Glaciale” o “Cattivissimo Me”, so tutto».
 
Beh, forse allora è meglio parlare di libri… «Mi piace molto Margaret Mazzantini, ho divorato “Venuto al mondo” e poi “Nessuno si salva da solo”».
 
Il momento migliore per leggere? «Direi la sera, ma dopo aver messo a letto i bimbi tante volte mi perdo a lavorare. Di notte vengono le idee migliori».
 
Ma tra una delibera da preparare e una nuova legge da studiare, c’è almeno il tempo per cucinare? «Poco, ma mi diletto con le torte. Torte complesse, farcite, dell’Alto Adige. Per i compleanni dei bambini mi metto sempre all’opera».
 
A proposito di piccoli, la doppia carica come si concilia con il ruolo di mamma? «Ho un figlio di otto anni e una figlia di tre. Cerco di accompagnarli a scuola ed essere presente nel loro percorso formativo, per fortuna mio marito mi dà una grossa mano».
 
Proprio il marito le ha trasmesso la passione per la Reyer, giusto? «Certo, sono stata anche più volte al Taliercio, un ambiente molto positivo. Ma mi piacciono anche altri sport: a 17 anni ho fondato con altre ragazze la prima squadra femminile di rugby di Mirano, poi mi sono data allo sci e alla mountain bike».
 
E i gusti musicali? «Mi sono sempre piaciuti U2 e Pearl Jam, ma ad emozionarmi davvero è “The Wall” dei Pink Floyd».
 
Torniamo ai temi più seri. Il giudizio sul premier Renzi? «Ha una grande personalità e uno stile provocatorio. Vorrei che su alcuni temi come l’articolo 18 non si lasciasse trascinare troppo dalle altre forze di maggioranza, ma resto fiduciosa sulla sua capacità di ottenere risultati concreti».
 
Scandalo-Mose, se lo aspettava? «Dico solo che sono stata colpita dalla mole di denaro pubblico sperperato. Intollerabile agli occhi della gente».
 
Si ricandiderà a sindaco alla fine di questo mandato? «Io mi sono candidata per un progetto decennale. Vedremo che ne penseranno la mia famiglia e il gruppo che mi sostiene, io a rifare il sindaco mi ci vedo».
 
E la carriera romana? «È un momento deludente, con molti comportamenti senza etica. Per ora l’idea non mi affascina troppo, ma se un gruppo punterà su di me io mi metterà a disposizione».
 
Se non fosse diventata sindaco? «L’ho detto, sogno una cooperativa agricola da guidare in prima persona…». Lo dice mentre sfoglia l’agenda – prima una riunione di presidenza Anci, poi un incontro con i sindacati, infine il consiglio comunale. Nel mezzo due inaugurazioni a cui presenziare e il bambino da prendere a scuola. Sì, la quiete agricola è ancora lontana.

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Tag:  Mirano, Reyer, sindaco