Il 25 e 26 marzo visitabili oltre 750 luoghi di 400 città
I numeri parlano da soli.
Nella prima edizione delle Giornate FAI, risalente al 1992, i luoghi aperti e visitabili in 30 città italiane erano 50, 500 i volontari messi in campo con le loro competente ed il loro entusiasmo a fronte di 30.000 visitatori complessivi.
La 31ª edizione delle Giornate FAI di Primavera, in programma sabato 25 e domenica 26 marzo, offriranno agli italiani, ma anche a chi è in viaggio nel nostro Bel Paese, di visitare, a contributo libero (a partire da 3 euro), oltre 750 luoghi di 400 città, la maggior parte dei quali solitamente inaccessibili o poco conosciuti.
Ben 15.000 gli apprendisti Ciceroni (studenti delle scuole italiane, formati per l’occasione) e 7.500 i volontari impegnati nei luoghi e nei circuiti di visita delle 20 regioni italiane coinvolte.
Numeri imponenti per confermare e superare il record di visitatori del 2019, anno pre pandemico che aveva fatto registrare 770.000 presenze alle Giornate FAI, il più importante evento di piazza dedicato al patrimonio culturale e paesaggistico del nostro Paese.
Il ministro Sangiuliano: “Un’opportunità preziosa per ritrovare il carattere oiginale della nostra identità nazionale”
“Si tratta di un appuntamento importante dedicato al patrimonio culturale e paesaggistico della nostra Nazione. Le Giornate FAI sono un’iniziativa che unisce l’Italia, un percorso di conoscenza e presa di coscienza indispensabile. Per salvare il nostro patrimonio bisogna amarlo e, prima ancora, conoscerlo – ha affermato il Ministro della cultura, Gennaro Sangiuliano, nel corso della conferenza stampa di presentazione svoltasi nella sede del Ministero della cultura – Grazie all’opera di migliaia di volontari, luoghi spesso inaccessibili saranno aperti e visitabili, è un’opportunità preziosa per ritrovare il carattere originale della nostra identità nazionale e per dare modo di sprigionare un’incontenibile voglia d’Italia che viene dall’estero. Stiamo lavorando a decine di interventi di valorizzazione con il PNRR e altri stanziamenti sbloccando risorse ferme e inutilizzate”. “In questi 31 anni di esistenza – ha affermato il Presidente del FAI, Marco Magnifico – le Giornate FAI hanno scritto una sorta di Enciclopedia spontanea che a tutti gli effetti si è aggiunta a quella ufficiale per narrare lo smisurato Patrimonio storico, artistico e paesaggistico italiano”.
Tutto il patrimonio italiano in mostra
Simbolo di una vocazione collettiva che anima l’Italia: quella per la cura e la valorizzazione del proprio patrimonio culturale, le Giornate FAI fanno sì che luoghi sconosciuti e abbandonati tornino all’attenzione del pubblico (cosa che talvolta ne cambia il destino), e luoghi chiusi al pubblico, tradizionalmente non considerati beni culturali, vengano riscoperti e valorizzati.
Durante il weekend del 25 e 26 marzo si potranno conoscere e ammirare non solo monumenti dal riconosciuto valore, ma anche siti inediti e paesaggi sconosciuti e non convenzionali. Saranno visitabili ville, chiese, palazzi storici, castelli, musei e aree archeologiche, esempi di archeologia industriale, collezioni d’arte, biblioteche, edifici civili e militari, luoghi di lavoro e laboratori artigiani.
Non mancheranno poi itinerari nei borghi e visite in aree naturalistiche, parchi urbani, orti botanici e giardini storici.
L’imbarazzo della scelta delle Giornate FAI 2023
Tra le aperture più curiose, il Centro culturale IKEDA per la pace a Corsico (MI), il più grande centro buddista d’Europa, che ha portato a un’ampia riqualificazione urbanistica; la sede della Navigazione Lago Maggiore, ad Arona (NO), dove saranno visitabili il cantiere dedicato alla riparazione dei battelli, le officine e alcune motonavi storiche; gli Archivi di ricerca Mazzini di Massa Lombarda (RA), che attraversano la storia del costume del Novecento e rappresentano il più grande archivio di moda d’Europa; a Perugia, la Scuola di automazione della Banca d’Italia, complesso di edifici immerso in un parco di oltre 6 ettari; a Ercolano (NA), il Real Osservatorio Vesuviano, il più antico osservatorio vulcanologico del mondo, fondato nel 1841; a Palermo, l’Aula Bunker dell’Ucciardone costruita nel 1985-86 all’interno del carcere per ospitare il Maxiprocesso. A Venezia si potrà accedere alle aule storiche del Tribunale di Venezia, palazzo progettato da Sansovino nel 1553: la sala della Corte d’Assise, inaugurata nel 1871 e resa celebre per il processo del 1907 a Maria Tarnowska, accusata di aver istigato l’omicidio di un amante, e l’aula Manlio Capitolo, progettata da Carlo Scarpa, di cui conserva tutto l’arredo originario.
Le Giornate FAI hanno anche il delicato compito di tenere alta l’attenzione sulle fragilità del nostro Paese e così alcune visite riguarderanno luoghi colpiti da calamità naturali, come Vajont (PN), borgo nato alla fine degli anni Sessanta per accogliere gli abitanti della valle colpiti dalla tragedia, di cui ricorre il sessantesimo anniversario, Tolentino (MC), con il grandioso complesso della Basilica di San Nicola, danneggiato dal sisma del 2016 e, sempre nelle Marche, Barbara (AN), nel territorio dell’alluvione del fiume Misa. Grande attenzione è riservata anche alla “cultura della natura”.
Per la prima volta si potrà, ad esempio, scoprire Villa Caviciana a Gradoli (VT), la prima azienda agricola della Fondazione appena presentata, che si estende sulla sponda settentrionale del Lago di Bolsena – con 20 ettari di vigneti, 35 di oliveti e 86 di bosco e pascoli – e che produce olio, vino e miele.
La 31ª edizione delle Giornate FAI cade a ridosso della fase conclusiva della 11ª edizione dei “Luoghi del Cuore” FAI, riconoscimento vinto quest’anno dalla chiesetta abbaziale di San Pietro dei Samari a Gallipoli, Lecce.
Il Convento di San Francesco della Vigna a Venezia
Primo in Veneto, e al 25 posto a livello nazionale, il Complesso conventuale di San Francesco della Vigna (VE).
“Un ringraziamento particolare va allo scrittore Antonio Scurati per aver proposto il nostro convento come ‘Luogo del Cuore’ della sua infanzia e a tutti coloro che lo hanno votato nel corso del 2022 – il commento di Frate Rino Sgarbossa, direttore della Biblioteca del Convento – Non ci aspettavamo che così tanta gente fosse a conoscenza e amasse questo Complesso religioso defilato non solo rispetto ai flussi turistici ma anche rispetto al cuore della città. Un luogo ricco di storia e caratterizzato da una vivace vita conventuale che spazia dalle cura dell’orto e della vigna, la più antica di Venezia, agli impegni culturali in qualità di sede dell’Istituto di Studi Ecumenici di San Bernardino”. Il Convento di San Francesco della Vigna è stato tra i luoghi selezionati per le Giornate d’Autunno FAI, svoltesi lo scorso ottobre.
Dal 20 al 26 marzo la Rai sarà in prima linea a sostegno del FAI con tutti i canali radiofonici e televisivi e attraverso RaiPlay per creare un racconto corale che metterà al centro la bellezza e la sostenibilità del nostro patrimonio artistico e paesaggistico.
Claudia Meschini