Il monitoraggio RespiVirNet evidenzia un progressivo aumento soprattutto tra i bambini con meno di 5 anni. Il picco atteso a Natale
I sintomi in molti casi sono simili, ma diversa è l’intensità con la quale colpiscono.
Vanno dalla tosse al mal di gola, febbre e naso che cola a problemi gastrointestinali e dolori muscolari e cefalea.
Certo è che con l’arrivo dell’autunno/inverno i virus influenzali e respiratori circolano sempre di più con un’incidenza maggiore sui bambini al di sotto dei cinque anni. Secondo quanto rileva il primo rapporto RespiVirNet della stagione 2024-2025 del Dipartimento Malattie Infettive dell’Istituto Superiore di Sanità Iss è di 13,8 casi per mille assistiti contro 6,4 per mille assistiti nelle altre fasce d’età.
Il bollettino epidemiologico
Nel mirino dei virus influenzali come anche di quelli respiratori sono già finiti quasi un milione e mezzo di italiani e i numeri sono destinati a crescere da una settimana all’altra.
Le regioni più colpite sono Piemonte, Valle d’Aosta e Lombardia.
Nella sola settimana dal 4 al 10 novembre i casi di sindrome simil influenzale sono stati 373 mila per un totale di circa 1.365 mila casi a partire dall’inizio della sorveglianza, il 14 ottobre.
La sorveglianza RespiVirNet si avvale del contributo dei medici di medicina generale e pediatri di libera scelta coinvolgendo i referenti presso le Asl e le Regioni e una rete di laboratori di riferimento per i virus respiratori. Un sistema che ha l’obiettivo di descrivere i casi di sindrome simil influenzale, stimarne l’incidenza settimanale durante la stagione invernale così da poter determinare l’inizio, la durata e l’intensità dell’epidemia.
Guardando ai numeri, si osserva che l’incidenza di 13,8 su mille casi nella fascia d’età 0-4 anni scende 5,56 dai 5 ai 14. Ricresce in quella 15-64 che registra 6,66 su mille assistiti, mentre tra le persone di età pari o superiore a 65 anni si segnalano 4,18 casi.
L’acido sialico determina l’intensità della malattia
I medici ricordano che l’influenza è una malattia potenzialmente grave, tra le prime dieci cause di morte in Italia. Secondo uno studio pubblicato su Immunity, alcune persone tendono ad ammalarsi in modo più o meno grave a causa dell’acido sialico presente sulla superficie di alcuni anticorpi, in particolare sulle immonoglobuline G, gli anticorpi più presenti nel sangue. Si tratta di un tipo di zucchero che determina l’intensità della risposta infiammatoria nell’organismo dopo l’infezione. I ricercatori hanno constatato che le persone con sintomi più lievi registrano livelli di acido sialico più alto. Un risultato importante che potrebbe aiutare a prevenire le forme più gravi e pericolose soprattutto per anziani e persone più fragili.
Fondamentale la prevenzione con il vaccino
Se lo scorso anno 14,5 milioni di italiani s sono ritrovati a letto con l’influenza, anche quest’anno si prevedono numeri record che saranno raggiunti a Natale.
A preoccupare è anche l’arrivo in Italia del virus H3N2 che nell’altra parte del mondo, in particolare in Australia, ha causato la seconda stagione influenzale più pesante dell’ultimo decennio e quello respiratorio sinciziale che colpisce i bambini più piccoli e i neonati. Proprio per questo la raccomandazione è quella di vaccinarsi con gli 8 vaccini a disposizione autorizzati dall’Agenzia italiana del farmaco Aifa e da quella europea per i medicinali Ema.
La vaccinazione contro l’influenza è offerta gratuitamente alle persone over 60; alle donne in gravidanza e post partum; ai bambini non a rischio nella fascia d’età 6 mesi – 6 anni; alle persone ricoverate in lungodegenza; a chi ha malattie croniche come il diabete, malattie cardiache e respiratorie; ad alcune categorie di lavoratori quali personale sanitario e socio-sanitario, forze di Polizia e Vigili del fuoco, allevatori o chi lavora a contatto con gli animali; a chi dona il sangue. Poiché i virus dell’influenza cambiano spesso, la vaccinazione va ripetuta ogni anno con una sola dose sufficiente per i soggetti di tutte le età. Solo per i bambini al di sotto dei 9 anni mai vaccinati in precedenza si consigliano due dosi a distanza di almeno quattro settimane l’una dall’altra.