I loro volti sono stati disegnati dalla tecnologia.
Tassello dopo tassello, attraverso programmi di ricostruzione facciale, telecamere e geolocalizzatori, si sono ritrovati, come si suol dire, con le mani nel sacco.
I ladri del furto dei gioielli della collezione “Tesori dei Moghul e dei Maharaja”, a Palazzo Ducale, nel gennaio scorso l’avevano fatta clamorosamente franca ma per mesi gli investigatori della Squadra Mobile di Venezia, diretti dalla Procura, hanno ricostruito le loro tracce fino a braccarli e ad assicurarli alla giustizia.
A metà novembre se li sono così andati a prendere in Croazia.
Venezia d’altra parte è all’avanguardia dal punto della tecnologia informatica applicata alle attività di investigazione della polizia.
Dal mese scorso in dotazione alla questura c’è infatti anche uno speciale algoritmo che consente di agire con prevenzione del crimine.
Il sistema si chiama X-Law e Venezia è la terza città dopo Napoli e Parma ad averlo adottato in Italia.
X-Law è in grado di “prevedere i reati” grazie all’elaborazione di dati statistici, matematici e territoriali.Individua i luoghi nei quali i crimini sono più frequenti, la tipologia dei reati maggiormente commessi e i periodi in cui più si concentrano.
Nel 2019 diventerà operativa un’altra importante piattaforma tecnologica per il controllo del territorio.
Si tratta del Sistema Mercurio. Fissato sulla plancia della Volante, sarà utilizzato per la video sorveglianza in mobilità e per la lettura automatica delle targhe (ANPR). “Il Sistema Mercurio consente una geolocalizzazione costante tramite l’invio delle coordinate cartografiche alla Centrale Operativa, che sarà dunque sempre informata in tempo reale sulla posizione dei colleghi in intervento -ha spiegato il questore di Venezia Vito Danilo Gagliardi- L’avanzatissimo sistema consente di compiere direttamente accertamenti sulle persone fermate in strada edi leggere automaticamente le targhe comparandole con quelle presenti nell’archivio delle auto rubate”.