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Turismo: 5 nuovi indicatori per misurare il sovraffollamento

Turismo: 5 nuovi indicatori per misurare il sovraffollamento

Il nuovo indice sperimentale di Demoskopika valuta l’overtourism e il livello di rischio delle città italiane

Secondo i più recenti dati Istat, con quasi 13 milioni di turisti Venezia è la seconda città più visitata d’Italia alle spalle di Roma, che sfiora i 31 milioni.
Il capoluogo del Veneto, insieme a Verona, Napoli e ad altre realtà più piccole come Trento, Bolzano, Rimini e Livorno, supera la capitale per il rischio di sovraffollamento turistico, collocandosi a un livello “molto alto” rispetto a quello “alto” di 12 città, tra cui, con Roma, anche Milano e Firenze, rispettivamente al 3° e al 4° posto secondo l’Istat per numero assoluto di visitatori.
Il dato emerge dal primo “Indice complessivo di sovraffollamento turistico“, ideato in maniera sperimentale dal gruppo italiano per le ricerche e opinioni di mercato Demoskopika, che ha realizzato anche una mappa interattiva dell’overtourism in Italia, pubblicata in esclusiva dall’agenzia di stampa Ansa.

estate 2024
Roma, turisti alla Fontana di Trevi

Le città italiane e il rischio di overtourism

Nelle 7 città che soffrono più di tutte il fenomeno del sovraffollamento turistico, questo, secondo l’analisi di Demoskopika, comincia a essere più che preoccupante, con impatti critici sulla qualità della vita locale e sulla sostenibilità delle destinazioni turistiche.
Anche per le città posizionate a livello “alto, comunque, la situazione, secondo i ricercatori, presenta una significativa pressione sulle risorse locali, con evidenti problemi di gestione dei flussi turistici. E, anche in questo caso, insieme a grandi città, ne risultano anche di più piccole: Savona, Ravenna, Trieste, Imperia, Grosseto, Gorizia, Aosta, Forlì-Cesena e La Spezia con le 5 Terre.
A completare il quadro, il livello di rischio è moderato per Padova, Bologna, Genova, Siena, Lucca, Pistoia, Pisa, Brescia, Como, Monza e Brianza, Pesaro e Urbino, Sassari (con la Maddalena) e Vibo Valentia (con Tropea). Il sovraffollamento è infine minimo, con impatti limitati su infrastrutture e residenti, nelle città con rischio “molto basso”: Benevento, Rieti, Reggio Calabria, Isernia e Campobasso.

Gli indicatori del sovraffollamento turistico e gli obiettivi

Per stilare l’indice di sovraffollamento, i ricercatori di Demoskopika si sono basati su 5 indicatori che riflettono diverse dimensioni dell’impatto turistico.
Si tratta della densità turistica, della densità ricettiva, dell’intensità turistica, dell’utilizzazione lorda e della quota di rifiuti urbani attribuibili al settore turistico.
L’obiettivo è quello di favorire una maggiore evoluzione del fenomeno sui sistemi turistici locali.
“L’overtourism – spiega il presidente dell’istituto, Raffaele Rio- non solo minaccia la sostenibilità delle nostre destinazioni più amate ma rischia anche di compromettere la qualità dell’esperienza per i visitatori e la qualità della vita per i residenti”.

In altri termini, Rio vede nel sovraffollamento turistico “un campanello d’allarme che ci chiama ad agire, promuovendo un turismo più responsabile e sostenibile. È fondamentale implementare politiche di gestione del turismo che includano limitazioni temporali e numeriche per l’accesso ai luoghi più a rischio, insieme a strategie per promuovere destinazioni alternative meno note ma altrettanto ricche di cultura e bellezza oltre a incentivare il turismo fuori stagione”.
Soprattutto riguardo alla prima strategia consigliata da Demoskopica, va dunque ricordato che, prima realtà a introdurre una misura di questo tipo, proprio Venezia ha da 3 settimane provato a mettere in campo il contributo d’accesso per visitare la città storica, come primo tentativo sperimentale di contingentare i flussi nelle giornate critiche.

Alberto Minazzi

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Tag:  turismo, Venezia

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