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Tumore al seno metastatico: nuovo farmaco riduce il rischio di morte

Tumore al seno metastatico: nuovo farmaco riduce il rischio di morte

Un anticorpo monoclonale farmaco-coniugato ha dimostrato la diminuzione del rischio di progressione della malattia o di decesso in una categoria di pazienti

Si aprono nuovi orizzonti medici nel contrasto al tumore al seno metastatico, la forma più avanzata e insidiosa della neoplasia, con la quale convivono 37 mila donne italiane.
E’ una nuova terapia con un anticorpo monoclonale farmaco-coniugato presentata, durante il congresso annuale dell’American Society of Clinical Oncology Asco che si sta svolgendo a Chicago, dall’oncologo italiano Giuseppe Curigliano, direttore della Divisione Sviluppo di nuovi farmaci per terapie innovative all’istituto Europeo di Oncologia di Milano. La nuova terapia ha dimostrato di ridurre il rischio di progressione di malattia o morte del 38%.

Il farmaco innovativo

Il suo nome scientifico è trastuzumab deruxtecan e la sua efficacia è stata dimostrata nelle pazienti con bassa e bassissima espressione della proteina Her2 che nel nostro Paese sono varie migliaia ogni anno.
Gli studi su un campione di 866 pazienti con carcinoma mammario inoperabile o metastatico sono arrivati alla terza e ultima fase della sperimentazione con buoni risultati. Attualmente questo tipo di tumore si cura soltanto con la chemioterapia, che rallenta ma non ferma la neoplasia. Ora grazie a questo anticorpo farmaco-coniugato vale a dire costituito da un anticorpo diretto contro il recettore Her2, espresso sulle cellule tumorali, e da un potentissimo chemioterapico legato a questo, è possibile migliorare la sopravvivenza delle pazienti ed evitare la successiva chemioterapia dopo la terapia anti ormonale. Quando il farmaco incontra la cellula tumorale che presenta il bersaglio, rilascia il chemioterapico al suo interno e nel microambiente vicino e funziona anche quando la presenza di Her2 è bassissima. Questo apre all’impiego del farmaco a moltissimi pazienti.

I risultati dello studio: sopravvivenza media a 13,2 mesi in un numero crescente di casi

I risultati dello studio sulle pazienti con tumore della mammella metastatico e bassa o bassissima espressione di Her2 trattate con trastuzumab deruxtecan hanno dimostrato che la loro vita si è allungata senza progressione o peggioramento della malattia rispetto alla chemioterapia standard. Con il nuovo farmaco la sopravvivenza media prima che il tumore cominci ad avanzare è di 13,2 mesi rispetto agli attuali 8 della chemio. Inoltre la cura funziona per molte più persone e le risposte cliniche sono vicine al 60%. Come spiega l’oncologo Giuseppe Curigliano all’Ansa, è una sorta di chemioterapia smart e rappresenta un potenziale cambiamento nel modo di classificare e trattare questa tipologia di tumore, oltra ad allargare la cura a pazienti precedentemente escluse dai benefici delle terapie Her2 mirate.

Effetti collaterali gestibili

Riguardo alla possibilità che il farmaco possa avere effetti collaterali Giuseppe Corigliano precisa che ne sono stati segnalati ma possono essere gestiti. In particolare nel 5-75 delle pazienti potrebbe verificarsi una polmonite interstiziale e per questo è consigliabile l’esecuzione di esame di controllo tac ai polmoni periodico e di non sottovalutare sintomi come tosse o febbre. In Italia nel 2023 sono stati 55.900 i nuovi casi di carcinoma mammario. I risultati conclusivi del trattamento con il nuovo farmaco guardano ora a una cura che offre benefici finora mai visti per la tipologia di tumore.

 

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