Dai misteri del Mantegna agli Etruschi, passando per Ungaretti e le visioni di Matisse e Cartier-Bresson. Tra Venezia, Bolzano e Gorizia, un omaggio all’arte e alla memoria collettiva
Dalle acque di Venezia ai monti del Trentino, il Triveneto si è trasformato per le festività in un variegato museo diffuso.
Tra i capolavori di Mantegna, le luci mediterranee di Matisse e la profondità poetica di Ungaretti, il territorio celebra infatti la sua vocazione culturale con una serie di mostre che spaziano dalla storia millenaria degli Etruschi alla pittura rinascimentale così come all’avanguardia fotografica.
Fino all’Epifania, ogni angolo offre un’occasione per immergersi nell’arte e nella memoria.
Dal Veneto e da Venezia, tra Mantegna e Cristina Roccati
È stato un “regalo di Natale” il primo suggerimento, che si auto-concede il museo Correr di Venezia, con il ritorno del dipinto del Mantegna Madonna col Bambino, San Giovannino e sei sante.
Scoperto nei depositi dello stesso museo, la piccola opera del pittore padovano ha trovato posto, dal 18 dicembre, tra i capolavori della Quadreria, in una sala interamente dedicata dove verrà approfondita la storia e i misteri che avvolgono l’opera.
Sempre all’interno della struttura dei Musei Civici di Venezia, Ca’ Pesaro – galleria internazionale d’Arte Moderna offre una grande retrospettiva sul lavoro interdisciplinare, tra pittura e design, di Roberto Matta, grande artista dello scorso secolo che intreccia geometria, surrealismo ed estetica, in un mondo complesso e affascinante.
Le visioni di Matisse
E se l’acqua lagunare fosse poco raggiungibile, ci pensa la terraferma mestrina a riempire l’occasione di un pomeriggio artistico, senza distogliere lo sguardo dal mare, con l’esposizione post-impressionista di Henri Matisse, e la luce del Mediterraneo (al Centro Culturale Candiani).
Le opere di Matisse non saranno presenti solo a Mestre: anche a Padova, a palazzo Zabarella, saranno visitabili le opere e i capolavori internazionali del Museé de Grenoble: ad accompagnare il maggior esponente della corrente dei Fauves, Picasso, Modigliani e Mirò, in un percorso novecentesco che attraversa l’Europa e i suoi pittori più rappresentativi.
Anche palazzo Santo Stefano, dal 14 dicembre, ha aperto al Sogno di Modigliani, esposizione per la prima volta in Italia dopo aver viaggiato tra Bruxelles, Montecarlo, Lussemburgo, Metz e Dieuze.
Ultimi giorni invece per l’installazione di Yoko Ono, dal titolo Ex It, a palazzo della Ragione, dove le 100 bare di ulivo continuano il loro percorso di vita resiliente, nel mondo.
Reperti, manifesti, scatti: tutte le forme dell’arte
Il trevigiano invece si muove tra la contemporaneità cinematografica e l’antichità egizia; al museo nazionale Collezione Salce di Treviso, Ciak! Cuba.
Il cinema nei manifesti cubani della collezione Bardellotto espone trecento manifesti e bozzetti originali riguardanti la grafica cinematografica cubana del Novecento.
A Conegliano, invece, trovano posto i reperti egizi del museo di Firenze, nella mostra Egitto. Viaggio verso l’immortalità di palazzo Sarcinelli.
Last, but not least, la fotografia e le esposizioni fotografiche tra Bassano del Grappa e Rovigo.
Nel vicentino, infatti, trova spazio L’occhio di Parigi di Brassaï, che porta i visitatori in un viaggio notturno immaginifico nella capitale di Parigi tra gli anni Venti e Trenta del Novecento.
A palazzo Roverella, invece, gennaio è l’ultimo mese per esplorare la monografica su Henri Cartier-Bresson, “l’occhio del secolo”, e il suo rapporto con l’Italia. E nel caso vi trovaste ancora a Rovigo, a palazzo Roncale troverete la storia tutta rodigina di una delle prime scienziate italiane: Cristina Roccati. La donna che osò studiare fisica.
Friuli e Trentino: essere italiani, dall’arte antica alla poesia contemporanea
Quale modo migliore per conoscere sé stessi, attraverso gli occhi degli altri?
Quando l’iride diventa un obiettivo, si hanno tra le mani gli scatti del francese Bruno Barbey, per la prima volta su suolo italico grazie all’esposizione organizzata alla galleria Harry Bertoia, a Pordenone.
Gli scatti, tutti compresi tra il 1962 e il 1966, raccontano tutti gli stadi sociali – anche esotici – dell’essere italiani.
E dalla moltitudine al singolo, al primo fotografo italiano a tenere una cattedra in storia della fotografia: Italo Zannier.
Io sono io racconta la dedizione dell’intellettuale, docente ma soprattutto amante dello scatto, attraverso la moltitudine di attività portate avanti dal fotografo friulano. Anche questa esposizione sarà fruibile alla galleria Harry Bertoia, anch’essa dal 22 dicembre.
Dal Carso agli Etruschi: Storie di Cultura e Memoria
Sull’altra sponda del Carso, invece, Gorizia si prepara a celebrarsi come capitale europea della cultura 2025, e lo fa al museo di Santa Chiara, insieme alla galleria comunale d’Arte Contemporanea a Monfalcone, con la retrospettiva in poesia, pittura e storia di Ungaretti poeta e soldato.
Il Carso e l’anima del mondo, nella quale si ricorda il ruolo di uno dei versatori più importanti del Novecento italiano, nonché soldato durante la Grande Guerra, proprio sul fronte friulano, contro gli austriaci.
E a proposito di montagne, chiude questa carrellata museale la mostra Etruschi.
Artisti e artigiani, al centro Trevi-Trevilab di Bolzano, dove si propone un’indagine specifica di una delle prime civiltà autoctone, attestate sulla penisola italiana. I reperti selezionati provengono tutti dal museo nazionale etrusco di Villa Giulia in Roma, museo di riferimento nazionale per ciò che li riguarda.
Damiano Martin