Una vecchia linea ferroviaria trasformata in una performante ciclovia. L’esempio di una rivalutazione infrastrutturale di successo
Un festival immerso nella natura lungo tre giorni, oppure 70 chilometri: è a descrizione del partecipante scegliere la durata del Treviso Ostiglia Festival, quasi certamente uno degli eventi più “lunghi” al mondo, almeno sul piano dello spazio.
Da Vicenza a Treviso, passando per Padova, saranno tre giorni di eventi, alla scoperta dei corsi d’acqua, delle campagne, della cultura e dei tesori enogastronomici della regione Veneto.
Il TVO Fest avrà inizio venerdì 5 maggio per concludersi domenica 7.
Il programma del Treviso Ostiglia Fest
La ciclovia – autentico corridoio verde che ricopre attualmente 70 dei 116 km originari della ferrovia Treviso Ostiglia – si può percorrere tanto in bicicletta quanto a piedi o con i mezzi pubblici, i quali raggiungono gli snodi principali dell’ex ferrovia. Un evento per (quasi) ogni chilometro di percorso: il sito ufficiale dell’evento conta 68 eventi, suddivisi per data o per distanza dal proprio punto di partenza – supponendo di essere ciclomuniti, ma vi è anche la possibilità di noleggiare un mezzo sulla via – accessibili previa prenotazione obbligatoria.
Dato che si tratta di una ciclovia e di natura, una parte preponderante del festival è dedicata alla scoperta del territorio sui pedali, dai tour in bici alle escursioni fino alla Giornata ecologica. Sono previsti eventi anche nelle zone di parcheggio, che diventeranno punti di ristoro per avventori, e incontri tecnici sulla meccanica dei velocipedi. Un’altra grossa fetta della manifestazione sarà incentrata sul cibo, alla scoperta della specialità locali: tra gli altri, la visita al frantoio di Barbarano Mossano, alla fattoria Latte d’Asina, la mostra dell’asparago di Badoere IGP, l’esposizione dei prodotti delle risaie.
La storia della ferrovia Treviso Ostiglia
La via della Treviso Ostiglia, oltre a distendersi sullo spazio geografico veneto, si dipana anche negli anni di storia italiana recente.
L’antica ferrovia fu pensata originariamente per collegare Bologna al capoluogo veneto, in ottica militare contro l’impero austro-ungarico.
La sua realizzazione dovette però attemdere la fine della Prima guerra mondiale; a causa del Ventennio fascista e del conseguente conflitto bellico, fu effettivamente sfruttata, ad avvenuta ricostruzione, nel Secondo dopoguerra, anche qui per un breve periodo.
Il boom economico e l’incremento del trasporto su gomma la portarono a cadere presto in disuso.
È degli anni Duemila la prima idea di trasformare la ferrovia in pista ciclabile.
Nel corso del tempo il riciclo ferroviario si è protratto fino a coprire il percorso tra la provincia di Vicenza, all’altezza di Montegalda, fino a Treviso.
A oggi il chilometraggio effettivo della Treviso Ostiglia è di 63 km, che raggiunge i quasi 70 calcolando anche i percorsi in più per entrare e uscire (o raggiungere) i luoghi limitrofi la pista. Prosegue quindi il suo sviluppo, per giungere infine alla lunghezza effettiva dei 120 km che coprono la distanza tra Ostiglia e Treviso.
L’esempio di rivalutazione infrastrutturale della Treviso Ostiglia dimostra come, in un’Italia dove regnano a loro modo “cattedrali nel deserto” e progetti inconclusi, la giusta idea può dare nuova vita al passato, in perfetta simbiosi con l’ecosistema e il rispetto del territorio.
“Treviso Ostiglia Fest – ha detto la presidente della Federazione di Comuni del Camposampierese Antonella Argenti – è un fiore all’occhiello di cui andiamo molto fieri per la grande attrattività delle proposte e le grandi opportunità di sviluppo economico che il turismo porta al nostro territorio, fenomeno in costante aumento in particolare per quanto riguarda lo slow tourism”.
Damiano Martin
