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Treviso guarda oltre le Mura

Treviso guarda oltre le Mura

I cinquecento anni dell’importante monumento offrono l’occasione di ripensare insieme la sua fruibilità

 

Celebrare i 500 anni delle Mura significa valorizzare l’identità di Treviso ma anche riflettere sul futuro del principale monumento cittadino». Così l’assessore ai Beni culturali del Comune di Treviso, Luciano Franchin, concepisce le celebrazioni del cinquecentenario delle Mura trevigiane. «Il progetto che continuerà fino a gennaio non ha un puro aspetto rievocativo, ma apre il campo ad un confronto partecipato sul tipo di azioni da perseguire per salvaguardare il monumento e renderlo fruibile nel modo migliore. Le Mura sono un luogo da vivere, con passeggiate ed eventi. Partendo dai progetti dei tecnici, ma anche dalle proposte dei cittadini, durante le celebrazioni del Cinquecentenario si svilupperà un percorso che punta all’aumento della qualità della vita nella nostra smart city, a partire dalla pedonalizzazione, per far vivere appieno gli spazi urbani incorniciati dalle Mura». L’appuntamento è per l’11 novembre all’auditorium Santa Caterina, con il convegno “Treviso, città murata: problemi e opportunità”.

Le chiuse di Treviso

Le Mura si possono infatti vivere da più prospettive. Immergendosi nella nuova Treviso Sotterranea, delineando nuovi orizzonti e proposte di fruizione, ma anche tornando indietro nel tempo. Leggendo ad esempio il libro “Le Mura di Treviso. Da Fra’ Giocondo a oggi, un viaggio lungo 500 anni”, scritto da Massimo Rossi con altri autorevoli studiosi (Ferdy Hermes Barbon, Sandro Meneghel, Andrea Bellieni, Simone Piaser e Umberto Zandigiacomi) ed edito in occasione del Cinquecentenario da Chartesia. Oppure visitando, dall’11 novembre al 7 gennaio negli spazi del Museo di Santa Caterina, la mostra “Le mura di Treviso”.

Il manufatto fu costruito tra il 1500 e il 1530 dalla Repubblica di Venezia per difendersi dalla Lega di Cambrai. I lavori durarono nove anni e cambiarono il volto della città: vennero infatti abbattute le mura medioevali e distrutti borghi ed edifici che si trovavano all’esterno della cinta muraria. Il progetto fu affidato al frate francescano Giovanni Giocondo da Verona, a cui è dedicato uno dei varchi attualmente esistenti. Le nuove Mura furono costruite a terrapieno, rivestito all’esterno da una spessa muraglia in mattoni, più economico e facile da usare rispetto alla pietra, ma anche più elastico per meglio resistere all’artiglieria. Una volta completate le Mura, si diede avvio alle opere idrauliche. Fu deviato il corso del fiume Botteniga in modo da creare attorno alla città un profondo fossato e, attraverso il complesso sistema di chiuse ancora visibile sotto il Ponte de Pria, in corrispondenza dell’ingresso del fiume in città, si poté, all’occorrenza, allagare la spianata circostante.

Rievocazione storica a Treviso in occasione dei 500 anni delle mura – PH© Enrico Colussi

L’attacco delle truppe della Lega di Cambrai arrivò puntualmente nell’estate del 1511 e durò fino ad ottobre. Le opere difensive di Fra Giocondo resistettero e le Mura, nonostante il lungo assedio, non subirono gravi danni. Cessato il pericolo i varchi di accesso alla città, tra il 1514 e il 1515, furono ridotti a tre. In seguito il terrapieno delle Mura fu adibito a pascolo e coltivazione. Solo nel 1800 le Mura presero la funzione attuale di lungo viale alberato dedicato al passeggio mentre i varchi furono trasformati in caselli daziari.

Dopo il 1900 furono creati altri varchi, tutt’oggi utilizzati per la viabilità. Negli anni Novanta, dopo un lungo periodo di abbandono, le mura sono tornate al loro splendore grazie agli interventi di restauro, acquisendo diverse funzioni, diventando teatro di manifestazioni musicali ed enogastronomiche e mantenendo la loro vocazione di luogo dedicato alle passeggiate e al jogging.

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Tag:  restauro, Treviso