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3 scenari, azioni e risorse. Ecco fatto il nuovo Piano pandemico

3 scenari, azioni e risorse. Ecco fatto il nuovo Piano pandemico

Sottoposta all’esame della Conferenza Stato-Regioni la bozza del nuovo documento, che parte dai vaccini e modifica le regole sugli strumenti giuridici per applicare eventuali restrizioni

Per il Covid, quelli di fine febbraio sono in Italia i giorni del ricordo, che quest’anno assume un sapore particolare, visto che sono passati esattamente 5 anni da quando il virus Sars-CoV-2 sbarcò ufficialmente anche nel nostro Paese, con il “paziente 1” di Codogno, nel Lodigiano, e, subito dopo, la prima vittima, di Vo’ Euganeo, nel Padovano
Al tempo stesso, sono però anche i giorni in cui l’Italia prova a costruire un futuro in cui riuscire a farsi cogliere il meno impreparati possibile di fronte al presentarsi di una nuova minaccia sanitaria di questa portata ed evitare di essere travolti da un eventuale nuovo terremoto pandemico come avvenne nel 2020.

La ripartenza verso il nuovo Piano pandemico (senza Dpcm)

Il Ministero della Salute ha dunque corretto e modificato, rispetto a quello circolato nei mesi scorsi, il testo del nuovo Piano pandemico 2025-2029. La bozza è stata inviata il 19 febbraio alla Conferenza Stato-Regioni, che esprimerà le sue valutazioni, con l’obiettivo di riprendere rapidamente l’iter verso l’approvazione, finora bloccato da critiche e rilievi.
Un percorso che, secondo il ministro Orazio Schillaci, dovrebbe ripartire senza ulteriori intoppi anche in considerazione che, rispetto a prima, nella Legge finanziaria sono state adesso previste le coperture economiche richieste dal Piano e, soprattutto, perché, con il nuovo strumento, “saranno tutelate le libertà e soprattutto i cittadini”.

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Il ministro Orazio Schillaci

In tal senso, significativo è il passaggio in cui si precisa come, adottando l’approccio proposto dall’Oms, si esclude l’uso “di atti amministrativi per l’adozione di ogni misura che possa essere coercitiva della libertà personale o compressiva dei diritti civili e sociali”.
In concreto, si segna così l’addio allo strumento del Dpcm con cui era avvenuta principalmente la gestione del Covid da parte del Governo. Qualora fosse necessario, le misure “temporanee, straordinarie ed eccezionali” come il lockdown, potranno cioè essere approvate “solo con leggi o atti aventi forza di legge e nel rispetto dei principi costituzionali”.

Si punta sui vaccini, ma non solo

La strategia complessiva contro nuove eventuali pandemie, contenuta in un documento di oltre 150 pagine, punta in primo luogo sui vaccini come mezzo per frenare la diffusione dei contagi.
Il Piano li riconosce, quando approvati e sperimentati, come “misure preventive efficaci, contraddistinte da un rapporto rischio-beneficio significativamente favorevole”.
Andranno così individuati protocolli di cura efficaci e la distribuzione dei vaccini, sui quali le persone dovranno essere informate e sensibilizzate.
Al tempo stesso, la vaccinazione non sarà lo strumento esclusivo a cui affidarsi nel caso di una nuova pandemia.
“Non possono essere considerati gli unici strumenti per il contrasto agli agenti patogeni – precisa sul punto la bozza del Piano – ma vanno utilizzati insieme ai presidi terapeutici disponibili”.
Si prevede così il possibile ricorso anche a test, isolamento dei positivi, tracciamento dei contatti e quarantena per i soggetti esposti al virus. E la “trasparenza” sarà il principio di riferimento nel caso si dovesse presentare un conflitto tra gli interessi attinenti alla sfera privata e quelli collettivi.

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I princìpi del Piano

Se si vuole individuare il principio centrale che ha ispirato il nuovo Piano, questo è sicuramente “efficacia”. Ma è esplicito anche il riferimento agli altri “valori fondativi del nostro Servizio sanitario nazionale”: giustizia, equità, non discriminazione e solidarietà.
Ogni singolo intervento dovrà poi essere guidato anche dai princìpi di precauzione, responsabilità, proporzionalità e ragionevolezza. Tutte le istituzioni coinvolte nella risposta all’emergenza sanitaria dovranno inoltre dotate delle risorse necessarie, che andranno impiegate “in maniera efficiente ed efficace”.
L’anticipo nel Piano della pianificazione che si dovesse rendere necessaria mira quindi a “ridurre al minimo l’eventualità che si verifichi una scarsità di risorse in caso di evento pandemico”. In ogni caso, l’assegnazione di eventuali priorità dovrà essere guidata dal principio della uguale dignità di ogni essere umano, evitando ogni discriminazione.
A livello sanitario, gli interventi dovranno essere proporzionati alle condizioni cliniche del paziente, tutelandone la dignità e riconoscendone l’autonomia decisionale. Particolare attenzione, tra i soggetti fragili e vulnerabili, andrà infine prestata ad anziani, ospiti delle Rsa, affetti da patologie rare, psichiatriche, oncologiche, immunodeficienze, ma anche migranti e detenuti.

3 scenari e un commissario

Nel nuovo Piano pandemico vengono quindi ipotizzati 3 possibili scenari pandemici.
I primi 2, considerati più probabili, sono legati a virus influenzali. Il meno grave, caratterizzato da patogenicità lieve, vede un numero di ricoveri tra 18.882 a 47.809 e di accessi in terapia intensiva da 2.259 a 5.737, con posti letto tra 1.950 e 22.953, di cui di terapia intensiva tra 234 e 2.754.
Pur trattandosi di dati indicativi, che tengono conto solo delle caratteristiche di un eventuale patogeno, le forbici dello scenario intermedio (patogenicità moderata) ipotizzano ricoveri da 103.522 a 262.948, accessi in terapia intensiva tra 12.423 e 31.554, posti letto al picco tra 10.728 e 126.242 per ricoveri ordinari e tra 1.287 e 15.149 in terapia intensiva.
Per lo scenario peggiore, poco probabile ma che non può essere escluso, i numeri salgono a numeri tra 570.715 e 3.047.150 ricoveri ordinari, tra 68.697 e 366.787 accessi in terapia intensiva, con una disponibilità di posti letto al picco da 20.986 a 2 milioni per ricoveri ordinari e tra 2.779 e 269 mila in terapia intensiva.
Tutte le misure adottate, in ogni caso, dovranno “essere periodicamente aggiustate in base alle circostanze locali e alle caratteristiche epidemiologiche e cliniche dell’infezione e ad altri fattori”. Il Piano prevede così anche la possibilità per il Governo, in caso di necessità, di nominare un Commissario straordinario all’emergenza, dotato di poteri esecutivi speciali, potendo agire per un tempo determinato in deroga alle disposizioni ordinarie.

Alberto Minazzi

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