Bujar Bucaj, Boubacar Toure’ e Godstime Erheneden, i primi tre soccorritori dell’incidente di Mestre, accolti dal sindaco Brugnaro che li ha ringraziati a nome della città
Non hanno esitato nemmeno un attimo.
Hanno corso, scavalcato recinzioni, attraversato i binari. E si sono buttati tra i resti di un autobus distrutto per salvare vite umane.
Bujar Bucai, cittadino di origine kosovara in Italia da 25 anni e titolare di un bar, Boubacar Toure’ ventisettenne del Gambia e Godstime Erheneden, trentenne nigeriano, sono oggi stati ricevuti dal sindaco Luigi Brugnaro nella sede del Municipio di Mestre, in via Palazzo.
E’ a loro che si deve la salvezza di tre persone, tre bambini e un cagnolino che erano a bordo del pullman della società “La Linea” volato giù per 15 metri dal cavalcavia Rizzardi, tra Mestre e Marghera, la sera del 3 ottobre 2023.
Brugnaro: “Non ci sono differenze tra le persone, le differenze sono tra le azioni che le persone fanno”
La data dell’apocalisse di Mestre, così aveva definito la tragedia il sindaco Brugnaro appena giunto sul posto, subito dopo l’incidente, quando ancora vigili del fuoco, polizia e protezione civile erano all’opera per salvare altre vite.
Il bilancio è stato tragico: 21 morti, tra i quali un neonato e un dodicenne, 15 feriti, 5 in gravi condizioni, ora ancora tutti, eccetto uno, ricoverati.
“Questi ragazzi hanno dimostrato cos’è l’animo umano – ha detto il sindaco Brugnaro – Hanno dimostrato che la solidarietà non è solo a parole ma significa atti concreti. A questi ragazzi va il mio ringraziamento personale ma anche quello di tutta la nostra città per il loro grande atto di coraggio e di umanità. Questo è un vero esempio di integrazione e noi lavoreremo proprio perché questo gesto di coraggio sia raccontato ai bambini a dimostrazione che non ci sono differenze tra le persone, le differenze sono tra le azioni e i gesti che le persone fanno. Grazie ragazzi”.
3 ottobre 2023
L’apocalisse è iniziata verso le 19.39 di martedì 3 ottobre 2023.
Il pullman della società “La Linea”, noleggiato con l’autista (il 40enne Alberto Rizzotto, trevigiano, unica vittima italiana della tragedia), stava riportando al campeggio Hu di Marghera i turisti, in gran parte ucraini e per lo più di giovane età, che l’avevano utilizzato per trasferirsi in centro storico ed effettuare la classica gita a Venezia.
Mancava davvero poco per arrivare a destinazione: una decina di minuti e il viaggio in autobus per raggiungere Venezia sarebbe rimasto solo nei loro ricordi.
Invece è accaduto l’inimmaginabile. Dopo le urla disperate udite dai primi automobilisti che si sono fermati sul cavalcavia cercando di capire come poter aiutare, dopo l’immagine di speranza di un uomo che è riuscito a uscire dal pullman capovolto portando con sé una bambina vestita di rosa, solo il fumo, le fiamme.
E un silenzio da brividi interrotto solo dall’imminente arrivo di polizia, vigili del fuoco, ambulanze, un elicottero dell’ospedale di Treviso.
Bujar Bucai, Godstime Erheneden e Boubacar Tourè erano già lì tra i feriti e i corpi sbalzati dal mezzo. A cercare di salvar vite.