Il piano, costruito da Regione e Ufficio scolastico regionale, c’è. Ed è stato consegnato proprio nelle scorse ore ai prefetti del Veneto. Sono loro, infatti, i soggetti individuati dal DPCM come coordinatori delle operazioni per gestire il trasporto pubblico in vista del ritorno alla didattica in presenza dal 7 gennaio 2021 per almeno il 75% degli studenti delle scuole secondarie di secondo grado.
Ma anche le aziende di trasporto locale sono già attive per allestire l’organizzazione delle corse, tenendo in considerazione il limite del 50% alla capienza omologata, fissato dal Governo come misura anti contagio. Perché, pur attendendo maggiori dettagli da Roma, per essere pronti all’appuntamento con l’arrivo del nuovo anno le cose da fare sono molte.
Il piano di Actv
Actv/AVM, l’azienda che gestisce il trasporto pubblico (sia su strada che in acqua) a Venezia, ha elaborato a sua volta un piano basato su tre assi.
Il primo punto fermo è la conferma delle corse aggiuntive scolastiche. Si tratta di 600 corse in più, rispetto agli orari ordinari, con un’aggiunta di ulteriori 100 corse rispetto a quelle garantite lo scorso anno.
Il ricorso a mezzi privati
La normativa generale prevede espressamente la possibilità di integrare il servizio ricorrendo anche alle compagnie private. Nel piano sviluppato da Actv rientra così anche l’inserimento di altre160 corse aggiuntive, effettuate con l’utilizzo di 80 mezzi non pubblici.
Gli addetti al controllo
C’è infine il terzo asse, specificamente legato alle disposizioni anticontagio. Soprattutto per evitare assembramenti, Actv garantirà così il presidio a terra, con 50 addetti distribuiti tra le fermate principali e i mezzi.
Per la navigazione, infine, l’idea è quella di confermare le corse aggiuntive già inserite tra settembre e ottobre potenziandole con alcune corse bis negli orari di punta. Un’operazione che, complessivamente, ha un costo stimato di circa un milione di euro in più ogni mese. “Non siamo in grado di far fronte a questi aggravi. Va benissimo il discorso di ricorrere ai privati, ma il loro lavoro giustamente va remunerato. Siamo attenti a tutto, ma non possiamo fare miracoli. Né mandare in giro pullman vuoti, se non vogliamo portare al default il bilancio aziendale”, sottolinea il presidente di Actv, Luca Scalabrin.
La richiesta di punti fermi
Ecco perché, pur continuando a lavorare per garantire il trasporto a tutti gli studenti, Actv spinge per avere al più presto la definizione di tutti gli aspetti necessari per poter tradurre concretamente il piano.
“Ci possiamo organizzare – spiega il presidente di Actv – solo se abbiamo certezza dei dati. Per la programmazione, da effettuare per tempo, dobbiamo sapere esattamente cosa succede: numero degli studenti coinvolti, plessi, orari di punta, conferma della capienza al 50% dei mezzi. Soprattutto conferma che effettivamente la scuola riparta il 7 gennaio”.
L’impegno del Comune
“Stiamo lavorando – conferma Renato Boraso, assessore ai Trasporti del Comune di Venezia – per rafforzare tutte le linee scolastiche. I responsabili dei servizi di terra e di acqua dell’azienda di trasporto si stanno confrontando e organizzando anche con le aziende private. Perché, con la riduzione della capienza, potremmo aver bisogno anche di molti autobus di compagnie non pubbliche. E la direzione di Avm sta interloquendo direttamente con la Regione per il tema dei ristori, sulla base delle decisioni prese dal Governo”.
“Ricordo – conclude Boraso – che avevamo 400 mezzi a disposizione degli studenti, di cui 100 reperiti con convenzioni. Ci stiamo quindi organizzando per garantire il massimo servizio, sempre tenendo in attenta considerazione il tema della capienza dei mezzi”.