Il report del Coordinamento regionale: numeri record. La grande generosità dei veneti
Dopo il biennio della pandemia, nel 2022 i dati della generosità dei veneti espressi dalla disponibilità a donare i propri organi a fini di trapianto sono tornati a salire. E, addirittura, l’anno che si è appena concluso ha fatto registrare alcuni record nella storia della regione. È quanto emerge dal report 2022 del Coordinamento regionale per i trapianti del Veneto, che è stato appena pubblicato.
I numeri del report
Un record assoluto è per esempio quello del numero di potenziali donatori di organi valutati negli ultimi 12 mesi: sono stati 295, contro i 249 del 2021 e soprattutto i 285 del 2019, che erano fino a oggi il livello massimo mai toccato. Anche i donatori effettivi, che sono stati 177, hanno toccato il top. Sono 6 in più del 2017, quando si arrivò a 171, e 30 in più rispetto al 2021.
Dal 2017 è stata introdotta, in Veneto, anche l’attività di valutazione da parte delle equipe dei donatori “a cuore fermo”. Un dato che si è confermato in costante crescita, toccando quota 14 rispetto ai 10 del 2021 (nel 2020, a causa della pandemia, si era scesi a zero, ma nel 2019 erano stati solo 2). Le attività di trapianto organi da donatore cadavere sono state 522 (452 nel 2021), con il Veneto che ha contribuito lo scorso anno al 15% dei trapianti nazionali.
A questi numeri si aggiungono le 82 attività di trapianto da donatore vivente: 79 di rene e 3 di fegato.
E poi sono cresciute anche le attività di donazione di midollo raccolto in Veneto, che hanno fatto segnare il nuovo record a quota 96 (77 nel 2021, il massimo nel 2020 con 79), così come in un anno sono passate da 2.299 a 2.441 le attività di donazione dei tessuti oculari.
I veneti e la donazione di organi
La maggior parte dei donatori utilizzati, evidenzia il rapporto, è tornata nella fascia sopra i 70 anni, dopo il sorpasso dello scorso anno della fascia tra 41 e 60 anni. Quasi la metà, il 46,3%, è adesso over 70 (nel 2021 la percentuale era del 34,7), mentre per il secondo segmento di età si è passati dal 35,4% al 29,4% del totale. Seguono i donatori tra 61 e 70 anni (13,6% dal 14,3%), quelli tra 16 e 40 anni (9% rispetto al 12,2) e infine quelli tra 0 e 15 anni (1,7%: erano il 3,4% nel 2021).
L’opposizione alla donazione è leggermente cresciuta (dal 18,9% al 20,3%), ma resta abbondantemente sotto la media nazionale (29,5%). I dati del report Cnt sulle proiezioni, posizionano poi il Veneto al terzo posto nazionale. Su 1 milione di persone, sono 59,3 i potenziali donatori di organi valutati (in Italia 43,8) e 35,9 quelli effettivi (dato nazionale al 24,6).
Infine, le dichiarazioni di volontà rilasciate presso i Comuni sono scese in un anno da 276.173 a 221.067, portando il totale di quelle registrate a 992.988. Di queste, però, il 74,8% sono consensi, con una quota di opposizioni (25,2%) anche in questo caso decisamente sotto la media nazionale (31,4%).
Zaia: “la sensibilità nei confronti del dono è molto sentita”
“Il 2022 – commenta il presidente del Veneto, Luca Zaia – è stato per il Coordinamento Regionale Trapianti del Veneto in assoluto il miglior anno della storia della sanità regionale. Se si tiene conto che il sistema esce da due anni di dura pandemia che ha costretto a limitare le attività, i risultati ottenuti sono davvero sorprendenti. Questo è il risultato di un importante gioco di squadra fra sanità e istituzioni, ma anche di una sensibilità nei confronti del dono, che nella nostra popolazione è molto sentita”.
Lanzarin: “Generosità e impegno permettono di salvare ogni anno molte vite”
“Alla base di questi risultati – aggiunge l’assessore regionale alla Sanità, Manuela Lanzarin – c’è un forte impegno medico-scientifico, che porta le nostre equipe ad avere performance a livello internazionale. Ma non dobbiamo mai scordare quanto sia fondamentale l’apporto di carattere sociale legato alla generosità dei donatori e delle loro famiglie. Generosità e impegno che permettono di salvare ogni anno molte vite, nonostante siano ancora tante sono le persone in lista d’attesa, circa 1250 di cui 40 bambini, ed è per loro che abbiamo l’obbligo di non abbassare mai la guardia e continuare ad impegnarci”.
Alberto Minazzi