Le strade si ripopolano, il traffico torna, le persone passeggiano per le città, dove man mano le attività riprendono. Tra mille difficoltà, certo, ma con la speranza che si stia ritornando a vivere davvero.
Non si tratta solo di una percezione.
I dati confermano che, quanto meno nel veneziano, è davvero così.
I numeri del traffico in città
In data 22 maggio 2020 il numero di auto transitate davanti alle quattro sezioni di rilievo collocate in via Terraglio, via Asseggiano, SR 11 via Padova e Viale Ancona direzione nord ha quasi raggiunto quelle del 17 febbraio, quando il lockdown ancora non sapevamo bene cosa fosse se non per aver visto le immagini della Cina in quarantena.
In termini percentuali i numeri ci dicono che siamo circa all’80% del traffico dei periodi normali.
Le cifre chiariscono in modo più dettagliato cosa questo significhi.
Lockdown: prima e dopo
Se in Via Terraglio il 17 febbraio le stazioni di rilevamento hanno registrato 14.444 passaggi, il 22 maggio ne hanno contati 11.930.
Un margine di differenza simile riguarda Viale Ancona, dove a fronte dei 9321 veicoli del 17 febbraio sono transitati il 22 maggio 6476 auto, Via Asseggiano, che confronta i 4795 passaggi del 17 febbraio con i 3103 del 22 maggio e la SR 11 via Padova: 9362 rilevazioni il 17 febbraio contro le 8052 del 22 maggio.
L’incremento del traffico a Mestre disegna una retta progressiva e crescente a partire, com’è ovvio, soprattutto dal 4 maggio, quando è terminato il lockdown.
In Via Terraglio, rispetto al 30 aprile, i numeri sono quasi raddoppiati, andando da 4936 autoveicoli rilevati a 8310. L’aumento più graduale si è avuto in Viale Ancona, dove comunque il traffico è progressivamente sempre più elevato.
Officine aperte: numerosi gli interventi di manutenzione
Nonostante molti operai siano ancora in cassa integrazione, le 150 officine meccaniche di Mestre sono tornate a lavorare. Non sono ancora a regime, ma il lungo fermo dei mezzi ha creato diversi problemi: dalla batteria scarica alle manutenzioni trascurate, gli interventi sono stati numerosi.
Ma il settore dell’autoriparazione, pur non avendo dovuto chiudere negli oltre due mesi della quarantena forzata, secondo le stime dell’Ufficio studi della CGIA di Mester, “a causa del lockdown ha visto diminuire il giro di affari di almeno il 75% rispetto allo stesso arco temporale dello scorso anno”.
La crisi ha colpito trasversalmente tutte le 779 attività di manutenzione/riparazione presenti nella provincia di Venezia, dove moltissimi dei 3.500 addetti, sono stati messi in cassa integrazione.
“Il ritorno alla normalità dovrebbe ridare fiato anche alle nostra attività – segnala il Presidente dell’Associazione e del comparto auto Roberto Bottan – tuttavia, la situazione rimane difficile. Se non arriveranno contributi a fondo perduto e un azzeramento per l’anno in corso di una buona parte delle imposte che versiamo all’erario, entro il prossimo mese di dicembre non saranno pochi gli autoriparatori a rischiare di chiudere definitivamente la saracinesca”.
La ripresa passo dopo passo
I primi dati, comunque, sembrano far sperare che, un po’ alla volta, si stia ritornando a regime.
Laddove i negozi hanno riaperto, le persone arrivano. Sicuramente con meno capacità di spesa, ma pronte a rimettere a posto le cose, sia per le necessità di casa che per la cura personale.
Succede anche a Venezia, dove durante il giorno i pendolari e i pedoni sono ritornati a riempire campi e fondamente. Un buon afflusso di persone si è registrato anche nel fine settimana sulle spiagge, non solo libere, del Lido, dove sabato 23 maggio, tra le prime in Italia, ha riaperto ufficialmente la spiaggia attrezzata del Blue Moon