Tra giochi di partito e alleanze trasversali, con il consueto ventaglio di nomi di punta e possibili outsider, si avvicina sempre l’appuntamento di lunedì 24 gennaio 2022, alle 15, per dare il via alle votazioni da cui uscirà il nome del 13° Presidente della Repubblica italiana.
Sono giorni di ferventi trattative e sondaggi, di proiezioni e previsioni.
La novità, adesso, si chiama “simulatore”: quello che ha pubblicato online il gruppo editoriale Gedi, affidando ai suoi analisti e agli esperti la valutazione delle possibilità di essere eletti di 12 tra i principali candidati al Colle circolati nelle ultime settimane.
Un gioco? Certamente. Ma anche un’utile mappa degli schieramenti, che tengono conto anche delle correnti interne ai partiti, pronti a sostenere uno o l’altro tra i nuovi aspiranti a diventare inquilini del Quirinale per i prossimi 7 anni.
Mattarella e Draghi in pole position
Il punto di partenza sono le maggioranze richieste dalla Costituzione.
Per essere eletti in uno dei primi 3 scrutini servono almeno 673 voti, ovvero i 2/3 dei 1.009 grandi elettori chiamati alle urne.
Dal quarto scrutinio in poi, invece, basta la maggioranza assoluta di 505 consensi. E il simulatore, nello scenario attuale, attribuisce solo al presidente uscente, Sergio Mattarella, un bacino di elettori che potrebbero portarlo alla riconferma al Colle. Sarebbero infatti 949, con i soli Fratelli d’Italia contrari, gli ammessi al voto che potrebbero scrivere il nome di Mattarella sulla scheda nelle prime votazioni.
Il presidente in carica ha però già espressamente dichiarato di non essere disposto a cominciare un nuovo mandato.
Sarà quindi probabile che, per la nomina del 13° capo dello Stato, si dovrà arrivare almeno alla quarta votazione.
A meno che non si aggiungano ai 377 elettori indicati dal simulatore come favorevoli all’elezione dell’attuale presidente del Consiglio, i ben 443 indecisi sul passaggio di ruolo del premier Mario Draghi.
Gli altri 10
Un outsider da non sottovalutare è Pierferdinando Casini. I favorevoli alla sua elezione, secondo gli analisti di Gedi, sarebbero infatti 604, con 331 contrari. A far scattare una potenziale elezione al primo turno sarebbe il consenso degli indecisi del Pd fedeli al segretario Letta. Una base leggermente inferiore di consensi di partenza (519) e di poco inferiore per i contrari (353) è quella della presidente del Senato, Elisabetta Casellati, il cui ventaglio di indecisi è però più variegato. Si legherebbero soprattutto alle decisioni di Coraggio Italia e del Gruppo misto, invece, le candidature di Silvio Berlusconi (434 favorevoli e 493 contrari) e Dario Franceschini (487 e 440).
Altri potenziali candidati riguardo ai quali rimarrebbe indecisione di parte dell’elettorato (quella riferibile al Gruppo misto) sono Romano Prodi (440 favorevoli e 516 contrari) e Giuliano Amato (403 e 553). Pur potendo contare su numeri di partenza più elevati, dovrebbero invece puntare sui franchi tiratori gli altri papabili presi in considerazione dal simulatore. E cioè, in rigoroso ordine di elettori ritenuti favorevoli dagli analisti, Paolo Gentiloni (518 contro 489 contrari), Letizia Moratti (499 e 508), Walter Veltroni (491 e 516) e Marta Cartabia (358 e 649).
Il sondaggio
Nel corso della trasmissione “Dimartedì”, andata in onda ieri sera su La7, il sondaggista Nando Pagnoncelli ha presentato intanto i risultati dell’indagine svolta su un campione di popolazione, al quale sono stati proposti 4 dei principali nomi di aspiranti al Quirinale. Il più votato dalla gente è stato Mario Draghi, con il 21% dei consensi, seguito da Silvio Berlusconi (14%). Più indietro le 2 donne prese in considerazione: Elisabetta Casellati (8%) e Marta Cartabia (6%).
Ma la maggioranza assoluta, il 51%, in questo caso è quella di chi ha risposto “nessuno di loro”, “non so”, “non indico”. “Dimostra – ha commentato Pagnoncelli – il non grande interesse della popolazione all’elezione del Presidente della Repubblica”. In questo momento, gli Italiani sono più attenti all’emergenza sanitaria e alla situazione economica”.
Alberto Minazzi