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Tokyo 2020: un anno dopo, arrivano le Olimpiadi

Tokyo 2020: un anno dopo, arrivano le Olimpiadi
April 25, 2021, Moscow, Russia. Gold medal at the XXXII Summer Olympic Games, which will be held in Tokyo, on Red Square in Moscow.

A causa della pandemia, l’appuntamento arriva con un anno di ritardo. Ma finalmente, venerdì 23 luglio, scatteranno a Tokyo i Giochi Olimpici. Alle ore 13 italiane, nell’avveniristico New National Stadium della capitale giapponese si svolgerà la cerimonia d’apertura, organizzata dal guru veneziano Marco Balich.

E così, dopo le notti magiche vissute con gli Europei di calcio, è la volta delle mattine e dei pomeriggi a cinque cerchi. La differenza di fuso orario tra Tokyo e l’Italia è infatti di ben 7 ore.

Le Olimpiadi al tempo del Covid

I Giochi della XXXII Olimpiade dovevano essere disputati nell’estate 2020. L’emergenza Covid-19 ha però costretto il CIO, il Comitato Olimpico Internazionale, a spostarli di un anno al fine di garantire la sicurezza per gli atleti, i rispettivi staff e le migliaia di tifosi provenienti da tutto il mondo.

La situazione sanitaria in Giappone, però, purtroppo non è affatto migliorata e il Governo ha deciso di prorogare lo stato di emergenza fino al 22 agosto. Per questo motivo, il Comitato organizzatore di Tokyo 2020, il CIO e le autorità nipponiche, Imperatore Naruhito in testa, sono stati costretti a far disputare le gare senza il pubblico.

Una scelta dolorosa che farà perdere la magia e l’emozione delle finali e che, sul piano economico, peserà come un macigno sui bilanci di Tokyo 2020, costretta a fare a meno degli incassi dei biglietti. Inoltre, i primi casi di positività al coronavirus riscontrati nel Villaggio Olimpico fanno alzare il livello di preoccupazione.

I giochi pensano già al loro futuro

È una situazione che peserà pure sulle candidature ai prossimi Giochi Olimpici. Già negli ultimi anni le grandi metropoli del mondo riflettevano maggiormente, rispetto al passato, sull’opportunità di presentare la richiesta di ospitare la manifestazione a cinque cerchi. Questo, in primis, a causa degli esorbitanti costi di organizzazione.

Ancor prima che solo si potesse ipotizzare l’emergenza sanitaria, Parigi e Los Angeles (che ospiteranno le edizioni del 2024 e del 2028) erano quindi state nominate perché uniche a esprimere una candidatura solida e convincente. Con la situazione pandemica in corso sarà dunque ancor più difficile trovare una host-city per il 2032.

Il rapporto di Tokyo con la rassegna olimpica

L’Olimpiade estiva torna a Tokyo dopo l’edizione del 1964. Il rapporto tra la capitale giapponese e i Giochi non è stato sempre fortunato: era stata infatti designata quale città organizzatrice per l’edizione del 1940, ma la Seconda Guerra Mondiale aveva portato il CIO a cancellarla.

TOKYO, JAPAN – FEBRUARY 3, 2019: Official logos of the 2020 Summer Olympic Games banner welcomes citizens and tourists at Haneda International Airport. Show Olympic rings, paralympics and social media hashtag

Non che i Giochi del 1964 fossero stati esenti dalla tensione. Eravamo nel pieno della Guerra Fredda tra Stati Uniti e Unione Sovietica. Era appena stata sventata la drammatica crisi dei missili di Cuba ed eravamo alle porte della guerra in Vietnam.

Tokyo 2020, oltre ad essere stata posticipata causa pandemia viene azzoppata dalla pesante squalifica della Russia, esclusa dopo le ripetute violazioni delle regole antidoping riscontrate dalla WADA, l’Agenzia antidoping internazionale. E così gli atleti russi qualificati ancor prima della storica decisione del Tribunale sportivo internazionale gareggeranno sotto l’egida degli Atleti Olimpici Indipendenti. Era già successo in occasione di Barcellona 1992 agli sportivi russi e balcanici a seguito del dissolvimento dell’Unione Sovietica e della Jugoslavia. Altra (auto)esclusa, per volere del dittatore Kim Jong-Un, è la Corea del Nord.

Cosa ci aspettiamo da Tokyo 2020

Quel che è certo è che non mancheranno le grandi emozioni che sapranno regalarci gli oltre 10 mila atleti, quasi tutti vaccinati, provenienti da 150 Paesi del mondo (oltre alla sopracitata delegazione indipendente). Il tutto vissuto sotto il segno della sana competizione sportiva e della pace. Ovviamente, anche per Tokyo 2020 è stata rinnovata dalle Nazioni Unite la tradizionale “tregua olimpica”, pratica risalente all’antica Grecia che vuole l’interruzione di tutti i conflitti armati.

Tra i 33 sport ammessi alla XXXII Olimpiade, a rappresentanza di 50 relative discipline, saranno presenti nuovi ed avvincenti sport: il surf, lo skateboard, l’arrampicata sportiva e, fors’anche per compiacere l’organizzazione giapponese, il karate. Ritornano nella lista delle discipline ammesse il baseball e il softball, molto amati e praticati nel Sol Levante.

Il programma olimpico si chiuderà, dopo 2 settimane e mezza di gare, domenica 8 agosto, come di consueto con la tradizionale maratona maschile. E anche se sarà un’Olimpiade “triste”, speriamo che Tokyo 2020 ci possa regalare comunque grandi emozioni e soprattutto gioie a tinte azzurre.

Gli Italiani da oro

L’Italia partecipa a Tokyo 2020 con la più numerosa delegazione di sempre: 384 tra atlete e atleti (di cui 185 donne, record nel record) rappresentati dai portabandiera Elia Viviani, ciclista medaglia d’oro a Rio de Janeiro 2016 nel ciclismo su pista, e Jessica Rossi, campionessa olimpica a Londra 2012 e detentrice del record mondiale e olimpico nel trap (tiro al piattello).

Dietro a loro, una grande squadra che avrà il compito di superare il già ottimo risultato di 28 medaglie del 2016. Le speranze sono riposte nella squadra di nuoto, con la “divina” Federica Pellegrini alla sua ultima apparizione, accompagnata dal recuperato Gregorio Paltrinieri, da Simona Quadarella e da Benedetta Pilato. In quella di scherma, tradizionale serbatoio di ogni Olimpiade. In quella del ciclismo, che ha il “colpo in Ganna” (Filippo), re delle gare a cronometro, e dai pistard, da cui proviene Elia Viviani.

Fan waving the national flag of Italy and the Olympic flag with symbol olympics rings.

Attenzione e speranze sono riposte sulle “Farfalle” della ginnastica ritmica ma un po’ in tutto il settore, oltre che sugli sport di combattimento (lotta greco-romana con Chamizo, judo e karate oltre alla boxe, rappresentata da una squadra formata da sole donne), sul tiro (carabina e tiro con l’arco) e lancio al piattello e canottaggio, dove l’Italia è da sempre potenza di prim’ordine.

È atteso il riscatto dell’atletica, i cui alfieri sono Gianmarco Tamberi, Marcell Jacobs e Filippo Tortu, accompagnati però da una nutrita schiera di atlete e atleti che hanno ben figurato nei gala internazionali precedenti l’appuntamento olimpico.

Le squadre azzurre

La delegazione italiana è nutrita anche perché si presenta in più sport di squadra rispetto alle ultime apparizioni. Il volley femminile rappresenta il campionato più importante al mondo, vede come sua giocatrice fondamentale la portabandiera del Cio Paola Egonu ed è pretendente principale all’oro.

Volleyball spike with hands blocking over the net

C’è un mix tra curiosità e ottimismo invece per la spedizione dell’Italbasket che torna a un’Olimpiade 17 anni dopo l’Argento di Atene 2004 e dopo aver eliminato a domicilio la Serbia vicecampionessa olimpica a Rio.

E non dimentichiamoci del glorioso Settebello della pallanuoto e del softball, con la nazionale fresca vincitrice del titolo europeo. Siamo invece assenti nel calcio e nel rugby a sette, ma fa ancor più rumore l’eliminazione del Setterosa della pallanuoto femminile.

Le Paralimpiadi

Una volta calato il sipario delle Olimpiadi, spazio alle Paralimipiadi, di cui l’Italia è una grandissima potenza. Dal 24 agosto al 5 settembre gli atleti azzurri, capitanati dai super Bebe Vio e Federico Morlacchi, avranno il compito di migliorare il bilancio di 39 medaglie conquistate a Rio nel 2016.

Cyclist on the handbike in maximum effort at a special bicycle road under the evening sunset in summer.

La spedizione a Tokyo dovrà purtroppo fare a meno di Alex Zanardi, l’iron man italiano, ma la squadra è forte e pronta a regalare soddisfazioni ai tifosi. La loro partecipazione è un autentico inno alla vita perché offre ai più sfortunati una nuova possibilità di ricostruirsi attraverso lo sport. Molti degli atleti provengono dall’Esercito Italiano, cioè dal Gruppo Sportivo Paralimpico della Difesa e gruppi paralmpici paralleli, garantendo ai feriti nell’adempimento del proprio dovere di allenarsi e gareggiare sotto la sua egida.

 

Ivan B. Zabeo

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