Una circolare del Ministero della Salute, ‘Aggiornamento delle indicazioni sull’impiego dei test salivari per il rilevamento dell’infezione da SARS-CoV2‘, circostanzia e limita l’uso dei test salivari nella loro utilità per ottenere il green pass.
Introdotti dall’ultimo decreto, i test salivari rapidi, come spiega la circolare, quanto meno in una prima fase di avviamento, potranno essere considerati validi e alternativi ai tamponi oro/nasofaringei solo per lo screening dei bambini che fanno parte del Piano di Monitoraggi della circolazione del virus in ambito scolastico, per gli anziani ricoverati nelle Rsa, per i disabili e i sanitari.
Non sono invece ritenuti validi per ottenere la Certificazione Verde.
Questi test, infatti, non rientrano nell’elenco comune europeo dei test riconosciuti per ottenere il Green Pass e non raggiungerebbero “i livelli minimi accettabili di sensibilità e specificità”.
Preferiti da molti, perché ritenuti un metodo di raccolta meno invasivo rispetto agli altri test, i salivari, dunque, non sono per tutti e, soprattutto, valgono solo se molecolari, effettuati in laboratorio.
Diverso, il discorso, per i bambini coinvolti nel monitoraggio scolastico, che potranno farlo anche a casa.
“Tenuto conto della facilità della raccolta del campione e dei vantaggi derivanti dalla minimizzazione dell’intervento di personale sanitario, la raccolta del campione salivare – si legge nel documento firmato dal direttore generale Prevenzione Gianni Rezza – nell’ambito del piano di monitoraggio scolastico della circolazione di SARS-CoV-2, potrà essere effettuata anche con modalità di auto-prelievo a domicilio da parte dei genitori/tutori (se previsto auto-prelievo dal fabbricante e in coerenza con la normativa sui dispositivi medici e le disposizioni regionali), seguendo un preventivo iter formativo per il conseguimento della necessaria confidenza con i dispositivi di raccolta”.
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