Parte dall’Università di Padova un progetto pilota sperimentale per il tracciamento dei positivi.
Presentato dal rettore dell’ateneo Rosario Rizzuto e dal professore di “Biochimica Clinica e Biologia Molecolare Clinica” Mario Plebani nell’ambito della conferenza stampa indetta dal presidente della regione Veneto Luca Zaia, il progetto consiste nella diagnosi molecolare della saliva.
Il test sarà fatto ripetutamente a tutto il personale universitario (docente, ma anche tecnico e amministrativo) una volta ogni venti giorni.
Questo consentirà di monitorare costantemente la situazione all’interno dell’Università.
Non sarà fatto agli studenti, che sono ben 60 mila, ma per questi ultimi il progetto ha previsto una modifica all’app che già sono tenuti a usare per la rilevazione della loro presenza all’interno dell’ateneo patavino.
La tutela dei 60 mila studenti
In sostanza gli studenti saranno tutelati rispetto ai contatti con il personale universitario ma a loro volta si tuteleranno grazie al monitoraggio dei loro movimenti tra le aule (tutte informatizzate) e delle postazioni che occupano, consentendo, nel caso in cui qualcuno risultasse positivo, di effettuare il test della saliva su tutti coloro che l’app individuerà come “potenzialmente a rischio”.
“La saliva diventa realtà – ha detto il presidente della regione Luca Zaia – L’ evoluzione di questo test per noi significa un ulteriore passo avanti per arrivare al test rapido e quindi all’autodiagnosi. Questo – ha concluso -è un progetto sperimentale unico a livello nazionale e ne siamo molto orgogliosi”.
Il test della saliva “fai da te”
Fare il test sarà molto semplice per il personale dell’Università. A tutti sarà consegnato di volta in volta un kit composto da un contenitore e da un cartoncino.
Nel giorno previsto per il controllo periodico il docente, piuttosto che il tecnico o l’amministrativo, dovrà semplicemente mettere in bocca il cartoncino, masticarlo per un breve lasso di tempo e inserirlo nel contenitore, che poi depositerà in uno degli otto punti di raccolta interni all’Università.
Tutti avranno un proprio codice a barre identificativo da apporre sul contenitore che consentirà, qualora il campione rivelasse positività, di contattare immediatamente la persona interessata e di avviare lo screening degli studenti attraverso i dati rilevati dall’app sui loro spostamenti.
Il codice a barre del personale universitario è automaticamente legato al sistema sanitario regionale.
Niente più tampone
“Il test della saliva è un test molecolare a tutti gli effetti – ha spiegato il professor Mario Plebani – Non sarà necessario ripetere il controllo con il tampone perché, come questo, ricerca l’acido nucleico virale”. Di più, rispetto al tampone, ha la semplicità, il fatto di non essere invasivo e di guardare all’autodiagnosi.
Ottimo!!!!! Disponibile per tutti per favore!