Riunito al Ministero dell’Interno il Comitato nazionale per l’ordine e la sicurezza pubblica per fare il punto sulle misure in vista della Pasqua
A soli quattro giorni dalla convocazione, è stato nuovamente riunito stamani dal ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, il Comitato nazionale per l’ordine e la sicurezza pubblica.
L’attentato di venerdì 22 marzo al Crocus City Hall di Mosca, rivendicato dall’Isis, impone di rifare il punto della situazione sulle misure di sicurezza approntate nel Paese, in modo particolare in vista delle vicine festività pasquali.
E’ stato questo il punto all’ordine del giorno che i vertici dell’intelligence e delle forze di polizia hanno affrontato al Viminale.
In Italia, sicurezza rafforzata dopo il 7 ottobre
La riunione di giovedì scorso era servita per definire le misure di sicurezza proprio per la Pasqua, oltre che per i prossimi eventi organizzati in Italia in occasione del G7.
Le 137 vittime di Mosca, dove la tesi prevalente resta quella dell’organizzazione da parte di un ramo afghano dell’Isis, hanno fatto scattare una nuova allerta nonostante, come ha ricordato intervenendo su Rtl 102,5, il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, “la sicurezza in Italia sia stata rafforzata già dopo l’attacco sferrato da Hamas il 7 ottobre contro Israele”.
Nel corso dell’incontro, secondo quanto emerso da fonti di agenzia, è stata “effettuata un’attenta analisi dell’attentato terroristico a Mosca anche ai fini di un aggiornamento delle misure di prevenzione antiterrorismo già disposte”.
L’attentato in Russia ha scosso dolorosamente l’opinione pubblica e gli stessi vertici, che tuttavia avevano presagito che qualche drammatico evento potesse capitare, tant’è vero che la Farnesina, fin dall’8 marzo, ha sconsigliato agli italiani presenti a Mosca la partecipazione a eventi di massa.
Secondo le prime notizie giunte, i quattro terroristi arrestati e accusati per la strage del Crocus City Hall sarebbero stati arruolati nel dark web.
E il monitoraggio della rete figura tra le principali attività dell’intelligence italiana, concentrata innanzitutto sulla prevenzione e sul presidio degli obiettivi sensibili. Che sono oltre 28 mila.
I controlli, oltre che in stazioni e aeroporti, si concentrano soprattutto sui 205 obiettivi sensibili riconducibili a Israele sul nostro territorio nazionale, a partire da sinagoghe e ambasciate.
Risultati e rischi
Proprio il monitoraggio delle cosiddette “piazze digitali”, a cui spesso sono affidate le attività di propaganda, ha consentito l’individuazione dei soggetti radicalizzati presenti sul territorio italiano. E, da qui, sono derivati i 26 arresti dal 2023 di persone accusate di terrorismo internazionale e l’espulsione di 95 soggetti ritenuti pericolosi per la sicurezza, di cui ben 47 dopo il 7 ottobre. I provvedimenti di espulsione sono stati 23 da gennaio a oggi.
A L’Aquila, ricorda ancora il ministro, sono stati arrestati per esempio “3 presunti terroristi palestinesi che dovevano compiere attentati”.
Come ha sottolineato, alla vigilia del vertice, il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano, nel nostro Paese, più che dai gruppi organizzati come quello che ha agito a Mosca, “come è capitato in altri Stati europei” la minaccia arriva del resto soprattutto dal “lupi solitari”, spesso reclutati attraverso la rete.
Alberto Minazzi