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Telemedicina: in arrivo anche in Italia gli “ospedali virtuali”

Telemedicina: in arrivo anche in Italia gli “ospedali virtuali”

A Viareggio, la prima struttura che consentirà la gestione della salute da remoto

Migliorare l’accesso alle cure di qualità, offrendo la possibilità di usufruirne ove possibile direttamente da casa, ridurre i tempi d’attesa, risparmiare e ottimizzare l’utilizzo delle risorse sanitarie.
Sono i 3 obiettivi, resi possibili dallo sviluppo della telemedicina, che si pone il progetto degli “ospedali virtuali”: strutture, già da tempo avviate in altri Paesi, che presto arriveranno anche in Italia.
L’annuncio è arrivato in occasione della Festa della salute iCare di Viareggio. E sarà proprio la città toscana la prima nostra realtà a dotarsi di un ospedale virtuale, con progetti anche su Como e Cosenza.

Cosa offriranno gli ospedali virtuali

A illustrare il progetto-pilota, per il quale sono già stati presi contatti con il sindaco e le autorità sanitarie locali, è stato Claudio Zanon, direttore scientifico di Motore Sanità, l’associazione di promozione sociale per contribuire al progresso della ricerca e delle conoscenze scientifiche che si occuperà della rivoluzionaria iniziativa.
A Viareggio, l’ospedale virtuale si avvarrà inizialmente di una struttura di circa 1.000 metri quadri, non adibita all’assistenza dei pazienti in presenza. Consentirà di accedere, tramite videochiamata, chat, e-mail o altre applicazioni, a servizi medici online come consultazioni, prescrizioni, monitoraggio delle condizioni di salute e gestione delle malattie croniche da remoto.

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L’assistenza è pensata soprattutto per chi ha difficoltà a spostarsi o soffre di malattie croniche, virtualizzando il ricovero, ma mantenendo il controllo costante del paziente. Sarà garantita senza interruzioni, h24 per 365 giorni l’anno, da un team medico appositamente addestrato per la gestione delle esigenze in questa modalità, con visite di follow-up regolari e supporto continuo.

I vantaggi

Il modello che sarà adottato in Italia è quello del Mercy virtual hospital, operativo negli Stati Uniti dall’autunno del 2015. I promotori hanno calcolato che, stimando in 527 mila i ricoveri evitabili per malattie croniche, con un costo medio unitario di 5 mila euro, il potenziale risparmio per il sistema sanitario ammonterebbe a 2,64 miliardi di euro.

Una delle problematiche principali alle quali gli ospedali virtuali possono ovviare è poi quella dei posti letto per l’assistenza a lungo termine, che vede l’Italia agli ultimi posti per la quota disponibile sul totale dei malati.
Come è stato sottolineato, in tal senso i reparti ospedalieri avranno sempre più bisogno di infrastrutture tecnologiche, per attivare la “collaborazione clinica remota” con medico di base, caregiver, infermieri e farmacie territoriali.
Del ruolo fondamentale dell’implementazione tecnologica nel processo di virtualizzazione dei servizi sanitari ha parlato a Viareggio anche il sottosegretario all’Innovazione, Alessio Butti, evidenziando come il risparmio di risorse derivante potrebbe essere sfruttato per la cura vera dei malati, rendendo nel contempo ancor più efficienti ed efficaci gli interventi, sia a distanza che in presenza.

Alberto Minazzi

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