Il report presentato alla Camera: tre quarti delle entrate arrivano da chi dichiara da 35 mila euro in su
Come molti modi di dire, anche il diffuso “paga Pantalone” ha alla base una buona dose di ironia.
Perché il riferimento al ricco e avaro mercante della Commedia dell’arte intende esattamente far passare il messaggio opposto: a pagare molto spesso non è chi ha più risorse, ma i più deboli, il popolo.
Ebbene, i conti pubblici italiani mostrano che, una volta tanto, la frase va interpretata alla lettera.
Dall’indagine sulla spesa pubblica e le dichiarazioni dei redditi svolta dall’Ossrervatorio Itinerari previdenziali e presentata alla Camera, emerge infatti che è proprio la limitata quota dei più ricchi a contribuire alla netta maggioranza delle entrate pubbliche.
Un quadro che, al tempo stesso, conduce però a una conclusione preoccupante: le tasse pagate dal ceto medio non sarebbero sufficienti a coprire nemmeno la sola spesa sanitaria sostenuta dallo Stato.
Tasse e redditi: quanto pesano le varie fasce
Al di là delle considerazioni dell’adeguatezza della soglia minima di 35 mila euro scelta per essere ricompresi nella fascia dei cosiddetti “benestanti”, il rapporto evidenzia che sono circa 6,4 milioni i contribuenti che godono dei redditi più alti.
Pur essendo una quota decisamente bassa, il 15,27%, degli oltre 32,7 milioni di italiani che hanno pagato almeno un euro di tasse, i soldi che i più ricchi versano allo Stato sono pari al 63,4% del totale delle imposte sul reddito.
Il carico fiscale è ancor più gravoso (circa 42% del gettito) per il 5% che supera i 55 mila euro.
La maggior parte dei italiani, il 75,8%, dichiara un reddito compreso tra 0 e 29 mila euro ma le tasse da loro pagate ammontano ad appena il 24,43% di tutta l’Irpef.
Poco meno di 17 milioni di italiani, ovvero oltre 4 contribuenti su 10 (esattamente il 40,35% del totale), arrivano a percepire un reddito inferiore a 15 mila euro l’anno, partecipando di conseguenza per solo l’1,29% delle entrate Irpef complessive.
Le tasse e la spesa pubblica in Italia nel 2023
Il totale dei redditi prodotti nel 2022 e dichiarati nel 2023 da oltre 42 milioni di italiani (dato in crescita) è stato di 970 miliardi, che si sono tradotti, al netto delle detrazioni, in un flusso complessivo per le casse pubbliche pari a 189,31 miliardi di euro, con una crescita del +6,3% su base annua.
In generale, sono aumentati sia i contribuenti con redditi superiori a 29 mila euro che quelli tra 20 e 29 mila, mentre calano di quasi 800 mila unità quelli sotto i 20 mila. C’è però un quinto di contribuenti che dichiara redditi minimi o nulli.
Sul fronte della spesa pubblica, oltre la metà del totale (il 51,65%, pari a quasi 560 miliardi di euro) è stato destinato alla protezione sociale, tra sanità, pensioni e assistenza.
Il costo del welfare è aumentato del +29,4% (ovvero di 127,5 miliardi) in 10 anni, in particolare per il peso dell’assistenza, arrivata a circa 157 miliardi, mentre la sanità si è attestata attorno al 131 miliardi.
Alberto Minazzi