Un esemplare deceduto di Caretta caretta è stato trovato lungo la costa dell’Area Marina del Plemmirio, in Sicilia
Le tartarughe marine sono sempre più minacciate dalle azioni dell’uomo e a rischio estinzione.
In Italia come a livello globale, le attività di pesca rappresentano per loro il pericolo maggiore con più di 24 mila catture annuali.
Ma ci sono anche riscaldamento globale, bracconaggio e distruzione dell’habitat.
L’ennesimo allarme in ordine di tempo lo lancia l’ambientalista Sebastian Colnaghi, recentemente nominato da Legambiente ambasciatore del progetto “Tartalove” a difesa delle tartarughe marine. Colnaghi, durante un giro lungo la costa dell’Area Marina protetta del Plemmirio ha infatti rinvenuto senza vita un giovane esemplare di Caretta caretta.
La morte della tartaruga è stata causata dall’ingestione di un palamito, un attrezzo per la pesca professionale o sportiva costituito da una lunga lenza alla quale vengono applicati dei fili di Nylon che culminano con un amo. La tartaruga senza vita è stata porta a riva dalla mareggiata e, come sottolinea l’ambientalista ancora una volta, mette in evidenza l’urgenza di agire per preservare questa specie dall’estinzione.
In particolare, le tartarughe marine sono sempre più minacciate dall’ingestione accidentale di ami da pesca, ma anche dalla plastica che mette a serio rischio anche l’intero ecosistema marino, considerato che oltre 33 mila bottigliette di plastica finiscono in mare ogni minuto.
Secondo il WWF l’inquinamento da plastica sta continuando a crescere e si prevede che entro il 2050 nell’area mediterranea quadruplichi, mentre uno studio condotto dalla University of Queensland rivela che almeno il 52% delle tartarughe marine ha ingerito rifiuti.
Sono soprattutto i sacchetti di plastica a minacciare le loro vite in quanto non li distinguono e li ingeriscono scambiandoli per meduse, di cui si nutrono principalmente. Una volta ingoiato, il sacchetto può condurre alla morte dell’animale. Per questo motivo le Caretta caretta sono state incluse nella lista rossa delle specie in via di estinzione dell’IUCN, l’unione Mondiale per la Conservazione della natura, la prima organizzazione mondiale ad occuparsi di ambiente dal 1948.