Il Tar del Lazio si è espresso favorevolmente riguardo lo slittamento da ventuno a trentacinque giorni della somministrazione della seconda dose del vaccino Pfizer.
La decisione è nelle due sentenze con le quali il Tribunale Amministrativo Regionale ha respinto due ricorsi proposti da due gruppi di cittadini laziali.
L’oggetto sul quale è stata richiesta l’interpretazione dei giudici era una nota della Regione Lazio del 10 maggio scorso che dava come periodo di intervallo tra una somministrazione e l’altra un periodo di cinque settimane, basata su una circolare del Ministero della salute che ha recepito un verbale della Commissione Tecnico Scientifica
Il Tar, nelle sentenze, in via preliminare ha sottolineato come la priorità sia ampliare la platea di persone che possono ricevere la prima dose di vaccino, priorità sulla quale poggiano i provvedimenti oggetto dei ricorsi e ribadita dall’Organizzazione Mondiale della Sanità nelle raccomandazioni dell’8 gennaio 2021.
Per dar modo di aumentare il numero delle persone da sottoporre a prima vaccinazione, scriveva l’Oms, l‘intervallo tra le due dosi poteva essere esteso fino a 42 giorni, cioè a 6 settimane, poi ridotte a 5 dalla Regione Lazioi anche sulla base di dati e fattori clinici disponibili.
Secondo i ricorrenti, invece, ci sarebbe stato un vizio di eccesso di potere della regione poiché il bugiardino del vaccino raccomanda la somministrazione della seconda dose a distanza di tre settimane dalla prima.
Trattandosi di una raccomandazione e non di una controindicazione, e sulla base di quanto sostenuto dagli esperti del Comitato Tecnico Scientifico, i giudici amministrativi hanno quindi rigettato i ricorsi.