“Nella videoconferenza di oggi con i direttori generali – ha spiegato il presidente del Veneto, Luca Zaia, dando l’annuncio della nuova misura di screening sulla diffusione del contagio da coronavirus – abbiamo deciso, fornendo noi i tamponi, di mettere in condizione le case di riposo stesse di effettuare il test, che dà un esito in soli 7 minuti”.
Verso un nuovo baby tampone
I tamponi che saranno utilizzati nelle case di riposo non sono i cosiddetti “tamponi baby”, che necessitano di una macchinetta ipersensibile da un migliaio di euro per essere processati.
Questi, ha sottolineato Zaia, “li stiamo usando per quanto possibile nelle scuole e stanno dando risultati. Tant’è che, continuando a lavorare sul fronte della diagnostica, stiamo sempre più incentivando gli ingressi nelle scuole”.
Ma si sta già andando oltre. “Il professor Rigoli – ha annunciato il presidente – sta lavorando, mutuando esperienze internazionali, su un nuovo tampone usa e getta, che non ha bisogno di provette, ma funziona in autosomministrazione. Se i primi dati saranno confermati, spero che entro 15 giorni potremo utilizzarli concretamente”.
Le case di riposo
Tornando al tema delle case di riposo, Zaia ha ammesso di essere “fortemente preoccupato su questo fronte, perché abbiamo piccoli movimenti che non ci piacciono”. Nelle case di riposo i test su personale e ospiti già si effettuano con cadenza ogni 20 giorni.
“Adesso abbiamo deciso questa stretta sul fronte dei visitatori, anche per agevolare le loro visite. Alla dottoressa Russo abbiamo quindi chiesto un protocollo su come fare questi test rapidi, i cui risultati saranno oggetto di registrazione, in quanto piano di sanità pubblica”.
Un virus diverso
Nel punto stampa presso la sede della Protezione civile di Marghera, Zaia ha quindi presentato alcuni dati che lo hanno spinto a concludere: “Anche se non dobbiamo trascurarlo, il virus oggi non ci dà un’emergenza sanitaria. Perché, a oggi, è cambiato il mondo, ma anche il virus. Che c’è, ma con effetti diversi, visto che la quasi totalità dei contagiati non dà sintomi”.
Su 4.754 attualmente positivi, i sintomatici, di vario livello, sono infatti solo 155, il 3,26%. Ma anche le elaborazioni statistiche da febbraio a oggi confermano la tendenza. A marzo, i positivi che necessitavano di ricovero erano il 31,8%, oggi il 6,6%. La percentuale di ricoverati in terapia intensiva (oggi 25, di cui 16 positivi) sul totale dei positivi è scesa dall’11% del 7 marzo allo 0,5% di oggi. Così come i ricoverati in terapia intensiva sul totale dei ricoverati è crollata dal 46% al 7,5%. Infine, la stessa durata media della degenza si è ridotta da 14-17 giorni a 8-12 giorni.