L’intesa in Senato. Si sblocca l’iter sul pacchetto di misure da 17 miliardi per famiglie e imprese
La corsa per chiudere prima delle elezioni gli ultimi provvedimenti del Governo guidato da Mario Draghi a sostegno di famiglie e imprese ha segnato oggi, 13 settembre, nell’aula del Senato un importante passo avanti dopo alcuni giorni di stop.
Nell’aula di Palazzo Madama è stata infatti trovata l’intesa sull’emendameno relativo al Superbonus 110%, punto più delicato del pacchetto da 17 miliardi di euro di misure approvato dal Consiglio dei Ministri a inizio agosto.
Si va dunque verso l’ok del Senato alla conversione in legge del provvedimento, prima dell’ultimo passaggio alla Camera dei Deputati.
Dove il via libera potrà avvenire entro l’8 ottobre, anche se c’è la volontà di chiudere in tempi molto più rapidi.
L’Esecutivo uscente, infatti, sembra intenzionato a completare l’iter di conversione del precedente decreto prima di pubblicare il nuovo decreto “Aiuti ter”, con cui dare un’ulteriore boccata d’ossigeno da circa 13 miliardi agli Italiani.
L’accordo al Senato sul Superbonus
Lo sblocco del decreto Aiuti bis è arrivato dopo il raggiungimento dell‘intesa con i gruppi parlamentari in merito all’emendamento riformulato dal Governo sulla responsabilità di acquistare i pacchetti di crediti fiscali legati al Superbonus 110% per la ristrutturazione degli immobili.
L’annuncio del raggiungimento dell’atteso accordo, sul cui testo, che aveva ricevuto l’ok del Governo, era stato espresso ieri da tutti i gruppi un consenso di massima, è stato dato dai relatori del provvedimento, i presidenti delle Commissioni Bilancio e Finanze del Senato Daniele Pesco e Luciano D’Alfonso.
Un’intesa che, ha commentato il sottosegretario all’Economia, Federico Freni, “accontenterà tutti”.
“Abbiamo individuato una soluzione – spiega in una nota il viceministro dell’Economia, Laura Castelli – che ritengo possa trovare il consenso del Parlamento”.
“Serve – prosegue il vice ministro – a garantire cittadini ed imprese, e soprattutto a far camminare una misura che abbiamo fortemente voluto e costruito, con l’obiettivo di garantire, in questi anni post Covid, la ripresa del settore edile e la crescita del Pil”.
Le altre misure del provvedimento
Tra gli interventi contenuti nel decreto Aiuti bis, un ampio pacchetto di misure legate all’emergenza energetica: dall’estensione fino al 31 dicembre del bonus sociale per luce e gas, all’introduzione di tariffe agevolate per i clienti vulnerabili, all’azzeramento degli oneri di sistema e della fissazione dell’iva al 5% sul gas per il quarto trimestre 2022.
Ancora, il congelamento delle modifiche unilaterali dei contratti di fornitura fino a maggio 2023, una nuova serie di crediti d’imposta non solo per le imprese energivore e gasivore, un bonus carburanti in agricoltura, pesca e per i servizi di trasporto e il prolungamento dello sconto sulle accise della benzina (che poi è arrivato fino al 5 ottobre attraverso un ulteriore decreto interministeriale.
Il decreto si occupa anche di welfare aziendale, con l’inserimento fino a fine anno tra i fringe benefits concessi ai dipendenti anche delle somme versate dai datori di lavoro per contribuire al pagamento delle bollette. Viene anche portata a 25 milioni la dotazione finanziaria per il bonus psicologo e a 180 milioni quella per agevolare l’acquisto di abbonamenti per i mezzi pubblici.
E poi, attraverso l’emendamento, la proroga fino a fine anno del diritto allo smart working per i soggetti fragili e i genitori di figli fino a 14 anni; il passaggio al 2% dell’esonero sulla quota dei contributi previdenziali per l’invalidità, la vecchiaia e i superstiti a carico del lavoratore; l’estensione dell’indennità una tantum di 200 euro; l’anticipo al 1° novembre del conguaglio per il calcolo della perequazione e il riconoscimento in via transitoria di un incremento del 2% della rivalutazione delle pensioni prevista dal 1° gennaio 2023.
Alberto Minazzi