Un viaggio attraverso tre location iconiche di Castelfranco Veneto per celebrare Francesco Maria Preti e i protagonisti del XVIII secolo che hanno restituito splendore alla città tra arte, scienza e musica
Il prossimo 23 gennaio si apre a Castelfranco Veneto la mostra “Studiosi e libertini. Il Settecento nella città di Giorgione. Francesco Maria Preti”, un viaggio immersivo nell’atmosfera culturale e artistica del XVIII secolo che celebra il 250° anniversario della morte di Francesco Maria Preti, uno dei più brillanti architetti veneti del Settecento. Preti, nato a Castelfranco nel 1701, è l’autore di capolavori come il Teatro Accademico e il Duomo della sua città natale, ma il suo talento ha lasciato il segno anche oltre i confini locali.
Tra i suoi progetti più celebri spicca Villa Pisani a Stra, lungo il Brenta, esempio straordinario di architettura neoclassica che coniuga eleganza e funzionalità in una struttura che ancora oggi affascina per le sue proporzioni armoniche e innovative.
I tre luoghi della mostra
La mostra, che si snoda tra il Museo Casa Giorgione, il Teatro Accademico e Palazzo Soranzo Novello, non si limita a celebrare Preti: offre anche uno spaccato della fervente attività intellettuale e artistica del Settecento castelfranchese, tra scienza, musica, moda e ingegneria.
Un’occasione unica per scoprire le radici di un’epoca di straordinaria creatività e progresso, in cui Castelfranco Veneto si affermò come centro di innovazione e splendore culturale.
Castelfranco Veneto è infatti patria di uomini di scienza quali Jacopo Riccati, straordinario matematico, come i figli Giordano e Vincenzo, Francesco Riccati e Giovanni Rizzetti, che per primo applicò la media armonica proporzionale, del musicista Agostino Steffani, protagonisti, assieme a Francesco Maria Preti, di un’epoca di splendore.
La mostra sarà aperta al pubblico fino al 6 aprile 2025.
Il percorso espositivo: i progetti di Preti nel Teatro Accademico
Una mostra che in un insieme di rimandi culturali evocativi e di opere tra dipinti, disegni, sculture; documenti storici quali mappe, lettere e volumi; splendidi manufatti come ceramiche, argenti, strumenti musicali e oggetti liturgici; arredi e costumi del tempo consente di immergersi nell’atmosfera che si viveva nel Settecento nella città di Giorgione.
Le ricerche e le riflessioni di questo gruppo di studiosi, in una molteplicità di discipline (dalla matematica alla fisica, ingegneria e idraulica, musica, astronomia, medicina, ottica, architettura ma anche arti e letteratura) sfociate nelle loro opere seguono le novità e i dibattiti del tempo riconnettendosi però alla tradizione della cultura veneta. L’installazione nel Teatro Accademico è un focus su Preti e i suoi progetti, da quello del Duomo di Castelfranco all’ideazione del “palazzo a nove cortili”, unità di base di una nuova struttura della società che di fatto anticipa di mezzo secolo le proposte di Fourier del primo ‘800.
La mostra al Museo casa Giorgione e Palazzo Soranzo Novello
Nelle altre due sedi della mostra il viaggio nel tempo coinvolge tanti e differenti aspetti della cultura e della società del XVIII secolo. Così, al Museo casa Giorgione troviamo le teorie di Rizzetti sulla percezione del colore, antesignane a quelle di Goethe e in libera opposizione alle tesi newtoniane accolte in tutta Europa.
Il tema del colore è tipico dell’arte veneta fin dalle radici bizantine delle quali Giorgione diventerà il più innovativo interprete. Da parte sua Canova, due secoli più tardi, lo utilizzò nelle sue sculture per rendere di “vera carne” dee e eroine come la Maddalena Penitente. Sempre nella Casa Museo si possono anche ammirare l’innovativo sistema postale del tempo con esempi di lettere, indirizzi e bolli; la raccolta canoviana di gessi di Francesco Barbisan; manufatti religiosi con alcuni splendidi esemplari dalle chiese del territorio e la discussione “sulla migliore forma da darsi ai teatri, a metà del Settecento, proprio quando Francesco Maria Preti inizia la progettazione del Teatro Accademico insieme alla “riforma de carri di quattro ruote” con tanto di modello di carrozza dal Museo Poleni.
A palazzo Soranzo Novello infine la grandiosa esposizione invita a rivivere i costumi del tempo rievocando le mode, i gusti e la vita domestica e sociale in una città murata dell’entroterra lagunare, Castelfranco, “scala e porta frequentatissima de’ monti col mar”.
Non manca una Sala della musica con eleganti decorazioni e arredi che conserva strumenti d’epoca quali una viola contralto di scuola veneziana, probabilmente della bottega dei Serafino del 1779, un raffinatissimo liuto a mandolino datato 1753 e un curioso violino costruito probabilmente in Carnia su modello di una viola d’amore.