Mancano amoxicillina e farmaci equivalenti. Bassetti: “Non usate gli antibiotici con leggerezza”.
“Non è che perché c’è stato un boom dei casi di faringo-tonsillite ci deve essere un boom anche di utilizzo di antibiotici, perché questo è comunque un grave errore”, sintetizza Matteo Bassetti, direttore della Clinica Malattie infettive dell’ospedale Policlinico San Martino di Genova.
“Mi auguro – prosegue Bassetti – che tutte le prescrizioni di amoxicillina che hanno portato all’esaurimento siano appropriate. Non dimentichiamoci che l’amoxicillina va utilizzata unicamente di fronte a una certa infezione da streptococco. Quindi non è che se uno ha mal di gola gli si dà l’antibiotico, perché questo è un errore clamoroso da non commettere. Mi pare che in Italia ci sia ancora troppa leggerezza nella prescrizione degli antibiotici e me ne dispiace molto”.
“Un conto è trattare un’infezione da streptococco dove c’è un tampone positivo, e dove si deve dare una terapia antibiotica anche con l’amoxicillina, oltre che con altri farmaci per almeno dieci giorni, un conto è tutto il resto. Quindi io credo che anche qui dobbiamo fare un appello all’uso appropriato degli antibiotici”.
Dopo il Covid (ma in parte a causa proprio delle misure di protezione dal coronavirus, che hanno causato una minore circolazione di altri patogeni), nell’ultimo inverno si è registrata un’indubbia recrudescenza di altre malattie infettive, a partire dall’influenza con i suoi 14 milioni di contagi.
In questo quadro, le nuove grandi protagoniste sono state indubbiamente quelle provocate dallo streptococco A, scarlattina e faringite, che, in Europa, hanno fatto registrare un vero e proprio boom, nel nostro Paese soprattutto da gennaio e tra gli under 15.
Un’epidemia che, complici probabilmente anche le temperature ancora basse, si sta protraendo a lungo, con nuovi focolai fuori stagione anche in questa primavera. A cambiare, così, sono state anche le emergenze sanitarie.
Non tanto in termini di conseguenze del contagio, che sono assolutamente nella norma per il tipo di malattia, quanto per la gestione dello stesso. Con i test per lo streptococco che hanno soppiantato i tamponi per il Sars-CoV-2 e, adesso, soprattutto con la carenza dell’antibiotico specifico.
Il boom dei test, la mancanza di amoxicillina
Il provider globale di dati e analisi in ambito sanitario Iqvia ha elaborato per l’agenzia Ansa i dati relativi alla vendita dei test per lo streptococco venduti in farmacia. Ed è così emersa una percentuale di aumento, nell’ultimo anno, davvero impressionante: +1.913%, passando da 3.857 (tra ottobre 2021 e marzo 2022) a 77.661 (da ottobre 2022 a marzo 2023) test venduti in Italia.
In parallelo, pediatri e farmacisti hanno lanciato l’allarme per l’esaurimento delle scorte e della disponibilità di amoxicillina, la penicillina semisintetica che viene utilizzata come principale antibiotico per la cura delle infezioni da streptococco. Una situazione che, anche a fronte delle non infrequenti ricadute, ha costretto a ricorrere a medicinali con principi attivi alternativi, meno appropriati.
Sempre Iqva ha registrato un aumento delle vendite di questo antibiotico del +38% nel 2023. Si è passati cioè dalle 11,9 milioni di dosi acquistate tra novembre 2021 e marzo 2022 ai 16,4 milioni venduti nell’analogo periodo dell’inverno 2022/23.
Bassetti: ” l’amoxicillina va utilizzata unicamente di fronte a una certa infezione da streptococco”.
“In realtà, non è che perché c’è stato un boom dei casi di faringo-tonsillite ci deve essere un boom anche di utilizzo di antibiotici -sintetizza Matteo Bassetti, direttore della Clinica Malattie infettive dell’ospedale Policlinico San Martino di Genova -.Questo sarebbe un grave errore. Le faringiti – conclude il medico – sono per la stragrande maggioranza virali e gli antibiotici, in questi casi, non servono assolutamente a nulla. ”
Mancano anche gli sciroppi
Le difficoltà di approvvigionamento nelle farmacie riguardano tutta Italia.
Per esempio, in Veneto, il presidente di Federfarma, Andrea Bellon, conferma che la richiesta di amoxicillina è elevata fin dall’epidemia influenzale di novembre-dicembre.
“Oggi – fa il punto – se c’è una carenza di compresse per adulti, non si trovano letteralmente più le confezioni di sciroppi per uso pediatrico”.
Il problema è legato non solo alle forniture dei medicinali pronti, ma alla stessa disponibilità del principio attivo.
“In questo momento – prosegue – le prescrizioni si orientano intanto su altre classi di antibiotici”. E se il virologo Fabrizio Pregliasco, all’agenzia Adnkronos, ha sottolineato l’esistenza di diversi principi attivi validi, come oxacillina, cloxacillina, nafcillina e piperacillina, Bellon sottolinea la possibilità di ricorrere all’acido clavulanico, contenuto nel farmaco commercialmente conosciuto come Augmentin: “Contiene due princìpi attivi: è un po’ più forte, ma è una buona alternativa”.
Il tema economico
La “crisi dell’amoxicillina” non si basa comunque solo sull’aumento della domanda, ma anche su quello dei costi di produzione e logistica, sempre crescente.
“Lo Zimox di Pfizer, il più famoso farmaco a base di amoxicillina – rimarca il presidente di Federfarma Veneto – non è più in commercio dopo la revoca dovuta alla rinuncia dello stesso produttore”.
Per l’amoxicillina, soprattutto quella per uso pediatrico, il problema dei costi determina infatti un “non grandissimo interesse industriale a produrre questo antibiotico a questo formato e a questo prezzo”. “Il prezzo concordato con il Ministero e inserito in banca dati – conclude Bellon – è di 2 euro. La produzione risulta così ben poco redditizia, a fronte degli aumenti, compresi quelli dei flaconi in vetro per contenere il prodotto”.
Alberto Minazzi