Via libera della Camera all’istituzione della terza commissione parlamentare d’inchiesta sul più grande disastro della marineria italiana
“Sulla strage della Moby Prince rimangono a oggi troppi misteri, ma nessun colpevole. La commissione di inchiesta avrà la responsabilità e il compito di impedire che questo evento terribile e drammatico non diventi una nuova Ustica”.
Le parole pronunciate da Marco Simiani, capogruppo Pd in Commissione Ambiente della Camera, riassumono perfettamente il senso del via libera arrivato dall’aula di Montecitorio (con 282 voti favorevoli, nessun contrario e 3 astenuti) alla proposta di istituzione di una nuova commissione d’inchiesta, la terza dal giorno del tragico scontro tra il traghetto e una petroliera nel porto di Livorno.
Perché il disastro, il peggiore della storia della marineria italiana e la più grande strage sul lavoro nel nostro Paese, 32 anni dopo ha ancora troppi punti oscuri. E le associazioni dei familiari delle 140 vittime chiedono di poter finalmente porre la parola fine alla vicenda, conoscere la verità e fare fino in fondo giustizia.
Moby Prince: i punti oscuri della sera del 1991
Era la sera del 10 aprile 1991 quando, all’interno dell’area di divieto di ancoraggio del porto di Livorno, la nave traghetto Moby Prince entrò in collisione con la petroliera Agip Abruzzo.
Un incidente da cui derivarono pesantissime conseguenze (140 morti tra i passeggeri e i 65 membri dell’equipaggio, con un solo giovane mozzo napoletano che riuscì a sopravvivere) a causa del petrolio fuoriuscito dalla nave mercantile, che alimentò il violento incendio scoppiato dopo l’urto.
Sono molti gli aspetti su cui proverà a fare chiarezza la commissione. A partire dall’eventuale presenza nell’area di una terza nave, ancora non identificata con certezza e non indicata tra le presenze nel porto, che avrebbe determinato la collisione.
L’ipotesi avanzata che si possa trattare di una nave somala spinge inoltre a indagare sul possibile collegamento con il traffico illegale di rifiuti tossici, armi o combustibili.
Il compito della commissione
I 20 deputati che procederanno per tutta la durata della legislatura alle indagini e agli esami, con gli stessi poteri e le stesse limitazioni dell’autorità giudiziaria, per accertare le cause della collisione, ripartiranno dal lavoro svolto dalle altre 2 commissioni istituite nelle precedenti legislature allo stesso scopo. Dovranno quindi essere in primo luogo accertate eventuali e ulteriori responsabilità relative al disastro, ricercati e valutati nuovi elementi che possano integrare i fatti finora conosciuti, verificati i motivi del mancato coordinamento nella gestione del soccorso delle vittime.
Si dovranno poi accertare le circostanze in cui è avvenuta la collisione, le comunicazioni radio intercorse tra soggetti pubblici o privati nei giorni immediatamente precedenti e successivi, i tracciati radar e le rilevazioni satellitari. Andranno verificati fatti, atti e condotte commissive od omissive che abbiano ostacolato o ritardato l’accertamento delle responsabilità, ma anche esaminate procedure, modalità e mezzi impiegati nell’organizzazione e nell’effettuazione dei soccorsi, così come ogni altro fatto utile a individuare eventuali responsabilità in ogni fase, anche successiva all’impatto.
Alberto Minazzi