Tra atti desecretati, processi e nuove deposizioni, si celebra oggi, a Bologna, la commemorazione delle vittime del più grave attentato terroristico nel nostro Paese
Alle 10.25 del 2 agosto 1980, un boato scosse l’intera Italia.
Lo scoppio della bomba alla stazione di Bologna, che causò 85 vittime e 200 feriti, resta alla storia come il più grave attentato terroristico del nostro Paese.
23 chili di esplosivo che in un attimo hanno cancellato storie e vite di comuni cittadini, gettando nel terrore un’intera nazione.
Si ipotizzò una pista palestinese, si misero in moto procure e servizi segreti.
Ma come per le altre stragi di quegli “anni di piombo” in cui fu subita la strategia della tensione, come per la strage di Piazza Fontana, a Milano, di Piazza della Loggia, a Brescia, di Italicus o Ustica, tuttavia, gli atti di quelle inchieste sono stati a lungo secretati e la verità non è mai emersa davvero.
Le nuove verità
Per la tenace e continua pressione dei famigliari delle vittime, finalmente, quest’anno, attraverso la riforma del Comitato delle Stragi attuata da Palazzo Chigi, quegli atti sono stati ora desecretati e ai risultati dei processi, si stanno aggiungendo nuove verità che, come ha detto nel settembre scorso Mario Draghi istituendo il nuovo Comitato, contribuiranno“a fare “chiarezza e giustizia ai fini della ricostruzione di vicende drammatiche che hanno caratterizzato la recente storia del nostro Paese”.
Come ogni anno, a Bologna, migliaia e migliaia di persone oggi si sono riversate nel luogo in cui la tragedia accadde.
Il Paese non ha dimenticato e, accanto alle istituzioni, ha celebrato le vittime di quel terribile attentato.
Un attacco alla democrazia
“L’ordigno che 42 anni or sono uccise a Bologna persone casualmente presenti quella mattina alla stazione ferroviaria, risuona ancora con violenza nel profondo della coscienza del Paese. Fu un atto di uomini vili, di una disumanità senza uguali, tra i più terribili della storia repubblicana – ha detto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella-.Un attacco terroristico che pretendeva di destabilizzare le istituzioni democratiche e seminare paura, colpendo comuni cittadini impegnati nella vita di tutti i giorni. L’azione solidale dei familiari merita la gratitudine della Repubblica. La loro tenacia ha sostenuto l’opera di magistrati e di servitori dello Stato che sono riusciti a fare luce su autori, disegni criminali, ignobili complicità”.
“Ricordare la strage del 2 agosto 1980, a 42 anni di distanza – ha aggiunto il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi- non è solo commemorazione, ma anche celebrazione di democrazia e della capacità del nostro Paese di resistere, come abbiamo sempre dimostrato”.
Bologna, una Strage di Stato
Secondo quanto emerso nel corso dei ben 13 processi che ci sono stati fino a oggi, quella di Bologna fu “una strage di Stato” organizzata e finanziata con un milione di dollari dalla P2 di Licio Gelli e concretizzata da Valerio Fioravanti, Francesca Mambro, Luigi Ciavardini (per i quali ci sono state condanne definitive),Gilberto Cavallini e Paolo Bellini, condannati in primo grado all’ergastolo.
Ma i parenti delle vittime che in tutti questi anni si sono battuti per arrivare alla verità sono determinati ad andare oltre.
Tra i tanti depistaggi emersi, le false deposizioni e i “nuovi” atti a disposizione con la desecretazione delle inchieste di quegli anni, la lente della verità punta ora sui mandanti di quella strage, sui servizi deviati e su coloro che hanno coperto quella strage per la quale ancora molte famiglie piangono i propri cari.
Gli atti desecretati riguardano le stragi che hanno minato l’Italia tra il 1969 e il 1984, l’Organizzazione Gladio e la Loggia massonica P2.
Consuelo Terrin