Il 6 febbraio si celebra la Giornata Internazionale contro una pratica che lede i diritti di milioni di giovani ragazze, donne e bambine
200 milioni di ragazze e donne di 31 Paesi del mondo sono ancora sottoposte a mutilazioni genitali.
Una pratica che rappresenta una piaga per la comunità mondiale: comporta scompensi fisici come emorragie, infezioni del sistema riproduttivo, setticemia, problemi urinari e persino infertilità oltre a notevoli e immaginabili scompensi psicologici.
La pratica, che in molti Paesi riporta a tradizioni consolidate e legate al passaggio dall’età giovanile a quella adulta, è al centro della Giornata Internazionale del 6 febbraio, istituita per sensibilizzare l’opinione pubblica mondiale contro le mutilazioni genitali femminili, ancora così presenti, soprattutto in Paesi a forte regime patriarcale come quelli dell’Africa Subsahariana.
Nel solo stato della Somalia, il tasso di mutilazioni genitali femminili è del 98%.
Il problema però non è circoscritto ai soli paesi dell’Africa.
In Europa, le donne che hanno subito questa pratica sono circa 600 mila tra Francia, Italia, Regno Unito, Svezia e Germania.
Valentina Rossi