La decisione è presa, manca solo l’ultimo passaggio in Consiglio dei Ministri, previsto per oggi pomeriggio, 14 dicembre.
Lo stato di emergenza sarà prorogato dall’attuale scadenza del 31 dicembre 2021 al 31 marzo 2022.
Si andrà così oltre il limite massimo previsto dalla Costituzione, che fissa una durata massima di 12 mesi più un ulteriore anno di possibile proroga.
Il termine ultimo scade il 31 gennaio 2022, quindi sarà necessaria l’adozione di uno speciale decreto da parte del Governo.
La decisione
A spingere il premier Mario Draghi alla decisione che porterà davanti al Governo sono i dati e le proiezioni sulla diffusione del contagio e sulla mortalità della nuova ondata.
Il picco di infezioni è previsto per metà gennaio e non inizierà a calare prima di febbraio.
Ma l’incremento quotidiano potrebbe raggiungere 30 mila nuovi positivi al giorno già di qui a Natale. Data entro cui il conto dei decessi potrebbe incrementarsi tra i 200 e i 250 morti.
Una proroga dello stato di emergenza di un solo mese, dunque, non sarebbe ritenuta sufficiente a contenere la circolazione del virus, anche in considerazione della diffusione della variante Omicron e degli assembramenti natalizi.
La soluzione alternativa, per andare oltre lo stato d’emergenza, poteva essere una riorganizzazione della Protezione Civile, attraverso anche la creazione di un’unità di missione specifica. Ipotesi, però, che richiederebbe tempi più lunghi.
Stato di emergenza: cosa comporta
Dichiarato dall’allora premier Giuseppe Conte il 31 gennaio 2020 con una durata iniziale di 6 mesi, lo stato di emergenza è stato da allora progressivamente prorogato fino a oggi.
Allo stato di emergenza si collega l’esistenza degli specifici organismi costituiti per far fronte alla pandemia, come la struttura commissariale, il Comitato Tecnico Scientifico e la Cabina di regia che coinvolge anche le Regioni. Prevede anche che si possa applicare lo smart working in forma straordinaria.
Come hanno confermato le sentenze in tal senso, lo stato d’emergenza autorizza inoltre il Governo ad adottare provvedimenti con lo strumento del Dpcm. Una legiferazione rapida che è stata utilizzata soprattutto dai precedenti Esecutivi guidati da Conte. Il suo successore Draghi, invece, ha fin qui utilizzato prevalentemente i classici decreti legge, che prevedono il passaggio in Parlamento per la conversione entro 60 giorni.
La minaccia della variante Omicron
La vera incognita, in questo momento, è legata alla diffusione della variante Omicron. Che, come ha confermato il premier Boris Johnson, ha causato il primo decesso ufficiale nel Regno Unito.
I primi dati su una possibile minor gravità di questa mutazione del virus non sono intanto ancora stati confermati.
Per questo, mentre si spinge sulle terze dosi, si torna a riaffacciare anche chi, come l’immunologo Sergio Abrignani, chiede la previsione di un obbligo vaccinale tout court.
In Italia, i casi confermati di Omicron al 13 dicembre sono, secondo i dati dell’Ecdc, al momento 27 (ieri la prima positiva in Toscana e i primi due nel Veneziano) sui 1.686 in 23 Paesi dell’Unione Europea o dello Spazio economico europeo, a partire dai 958 casi della Norvegia. Nel mondo, il totale è salito invece a 6.430, in 70 Stati.
In parallelo, nel nostro Paese aumentano i ricoveri (+254, con 60 nuovi pazienti in terapia intensiva) e sempre più regioni si avviano verso il passaggio in giallo.
Alberto Minazzi