Arriva in Senato il testo del nuovo Codice della strada: si inaspriscono le sanzioni. Che, denunciano i consumatori, nel 2025 già rischiano rincari fino al +17,6%
Commettere infrazioni stradali rischia di diventare sempre più oneroso per gli automobilisti italiani.
Da un lato, si avvicina infatti al completamento, forse già entro questa settimana, l’iter parlamentare di approvazione delle modifiche al testo del Codice della strada, che inaspriscono le sanzioni.
Dall’altro, da inizio 2025 gli importi delle multe potrebbero schizzare in alto, per l’adeguamento economico che era stato congelato dal Governo dopo la pandemia.
Codice della strada: cosa sta per cambiare
Anche il testo del disegno di legge di riforma del Codice della strada, approvato alla Camera senza modifiche e ora arrivato all’esame dell’aula del Senato, interviene in primo luogo sul piano della quantificazione economica.
Per esempio, per la sanzione applicata per la guida con lo smartphone la nuova forbice andrebbe da 250 a 1.400 euro, quella per guida in stato di ebbrezza, legata al tasso alcolemico effettivo, partirebbe da 573 euro per arrivare a 6 mila, l’eccesso di velocità sarà punito con una multa da 173 a 880 euro.
Le sanzioni “accessorie”
Oltre alle novità sugli autovelox, sui monopattini e sulla distanza (1,5 metri) da mantenere tra auto e bici, un intervento importante, inoltre, riguarda le sanzioni accessorie.
Nei casi più gravi di eccesso di velocità, cioè, si aggiungerà la sospensione da 15 a 30 giorni della patente.
Per lo smartphone al volante, scatta la sospensione automatica per 7 giorni se si hanno almeno 10 punti e 15 giorni se se ne hanno di meno, potendo però raggiungere i 3 mesi in caso di recidiva, con il raddoppio dei tempi di sospensione in caso si sia causato un incidente.
Patente sospesa e carcere anche per chi abbandona gli animali per strada
Mano ancor più dura per chi guida sotto l’effetto dell’alcool (sospensione della patente da 3 e fino a 2 anni, più arresto se il tasso supera gli 0,8 grammi per litro e obbligo di installare l’alcolock indipendentemente dal livello di stato di ebbrezza), con tolleranza zero per i neopatentati da meno di 3 anni, che non potranno in ogni caso guidare supercar.
E basterà la positività ai test antidroga per la revoca della patente e la sospensione di 3 anni.
La revoca o la sospensione (da 6 mesi a 1 anno) scatterà anche per chi abbandona gli animali in strada, con possibile carcere (fino a 7 anni) se ne derivi un incidente con morti o feriti.
Multe: l’allarme delle associazioni di consumatori
Sull’altro fronte, tra gli adeguamenti periodici di cui gli italiani farebbero volentieri a meno, c’è quello delle “sanzioni amministrative pecuniarie” previste dal Codice della strada.
Gli importi della multa che deve pagare chi viola una delle norme sulla circolazione vengono infatti aggiornati con cadenza biennale.
Un termine che, in teoria, sarebbe già scaduto. Due anni fa, però, “in considerazione dell’eccezionale situazione economica” il Governo decise di sospendere l’adeguamento per il 2023 e il 2024 con una previsione contenuta nella Legge di Bilancio. Ma, a meno di novità, la questione rischia di riproporsi ora. E potrebbe tradursi in “una stangata senza precedenti”.
È proprio questo l’allarme lanciato dall’Unione Nazionale Consumatori (Unc). Che, invocando l’urgenza di un nuovo intervento del Governo, ha sottolineato come, per adeguarsi all’inflazione degli ultimi 4 anni, l’aumento che entrerebbe in vigore del 1° gennaio 2025 possa arrivare fino al +17,6% rispetto alle somme attualmente pagate dai trasgressori.
L’adeguamento delle multe all”inflazione
La quantificazione dell’Unc è legata proprio alla possibilità di un recupero anche di quanto fin qui non applicato per gli anni dal 2020 al 2022, si basa sull’ultimo indice Foi disponibile, quello di settembre 2024. “Per evitare questo rialzo spropositato”, conclude l’Unc, è necessario che l’Esecutivo si muova, per scongiurare l’applicazione automatica di questa interpretazione cumulativa.
Un’altra associazione di difesa dei consumatori, Assoutenti, ha invece calcolato che il rincaro dovrebbe essere pari al +6%.
Se l’aumento fosse quello previsto dall’Unc, si potrebbero superare i 4 mila euro per chi viaggia ad almeno 60 km orari sopra i limiti o toccare i 776 euro per le violazioni più gravi di divieto di sosta.
Multe stradali: un “affare” miliardario
Nonostante il mancato adeguamento all’inflazione, gli introiti per le casse comunali derivanti dalle accertate violazioni del Codice della strada sono comunque in crescita. Lo scorso anno, l’incasso complessivo arrivò a 1,5 miliardi di euro: +6,4% rispetto all’anno precedente e addirittura +23,7% se confrontato con le cifre del 2019. E il trend sembra confermato anche per il 2024.
Come ha rivelato recentemente un’indagine del Codacons, nei primi 10 mesi dell’anno gli italiani hanno già speso per le multe 1,3 miliardi di euro: dati in linea con il 2023, considerando che è diminuito il numero di autovelox e che manca ancora all’appello il consueto aumento del traffico che si registra in occasione delle festività natalizie.
La classifica dei più multati
A livello locale, i maggiori incassi si sono registrati in Lombardia (324 milioni) tra le regioni e Milano (128,7 milioni) tra le grandi città, seguite rispettivamente da Lazio (130 milioni) e Roma (88). Sul podio finiscono poi Emilia-Romagna (129 milioni) nella classifica regionale e Torino (43,7) tra le metropoli.
La Liguria, con un valore pro-capite di 40,1 euro, è però la regione in cui il singolo cittadino paga proporzionalmente di più, seguita da Toscana (34,9 euro) e Lombardia (32,3).
Le multe sono un’entrata importante per i comuni più piccoli (72,7 milioni incassati per quelli fino a 5 mila abitanti, salendo a 93 milioni se si aggiungono quelli fino a 10 mila), mentre incidono molto meno al Sud. In particolare, il Molise, in questi 10 mesi, ha incassato solo 1,4 milioni, 4,9 euro di media a residente.
Alberto Minazzi