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Squalo volpe: un esemplare di oltre tre metri avvistato in Adriatico

Squalo volpe: un esemplare di oltre tre metri avvistato in Adriatico
Squalo volpe, Alopias vulpinus

A fare la scoperta i pescatori del gruppo sportivo di pesca d’altura Bell Sea al largo di Porto Levante (Ro)

Il Museo di Storia Naturale di Venezia, lo scorso febbraio ha messo in esposizione l’ultimo arrivato, ovvero un esemplare di squalo volpe, catturato accidentalmente a Chioggia  nel 2014.
Proprio la specie che in questi giorni è stata avvistata al largo di Porto Levante, in provincia di Rovigo. Il nostro mare regala sempre nuovi incontri.
In questo caso, a trovarsi di fronte a un pescione di oltre tre metri di lunghezza e dal peso di un paio di quintali, sono stati i pescatori del gruppo sportivo di pesca d’altura Bell Sea.
Un tempo, fino a tutto l’‘800 in Alto Adriatico, lo squalo volpe era numeroso – spiega Luca Mizzan, biologo marino e direttore del Museo di Storia Naturale Giancarlo Ligabue -. Oggi la sua presenza nei nostri mari si è molto ridotta per varie ragioni quali la mancanza di cibo e la pesca, ma lo si trova abbastanza frequente nel Mediterraneo e anche in Adriatico”.

squalo volpe
Luca Mizzan direttore Museo Storia Naturale Giancarlo Ligabue a Venezia

Nonostante sia una specie principalmente tropicale, può migrare raggiungendo anche i mari italiani. Anche lo scorso agosto uno squalo volpe nuotava nelle acque del Golfo di Trieste e due esemplari dell’animale, nel mese di novembre, sono stati ritrovati senza vita sul litorale di Torre del Greco, in provincia di Napoli.

Il grande pesce con l’inconfondibile pinna, innocuo per l’uomo

Lo squalo volpe, Alopias vulpinus, appartiene alla famiglia della Alopidi e, con la sua lunghezza che può raggiungere i sei metri, rappresenta la specie più grande tra le tre del genere. A caratterizzarlo è soprattutto l’inconfondibile coda, la cui parte superiore è la metà della sua lunghezza totale. E’ il tratto distintivo dell’animale che viene utilizzato come strumento per la caccia: fende l’acqua e permette allo squalo di compattare i branchi di pesce così da poterli attraversare senza disperderli. La coda servirebbe anche per stordire e sopraffare le prede, principalmente piccoli pesci pelagici come sarde e sgombri dei quali si nutre, prima dell’attacco.

squalo volpe

La riduzione della sua presenza, come precisa Luca Mizzan, si deve anche al basso tasso di riproduzione. La femmina infatti dà alla luce un numero di piccoli che va da due a sette.
Alla nascita i piccoli sono insolitamente grandi e misurano fino a 160 cm, un terzo degli adulti per un peso di 5-6 kg. Durante i primi anni di vita crescono a ritmo veloce fino a mezzo metro ogni 12 mesi, mentre con l’età tendono a stabilizzarsi fino a raggiungere valori medi di una decina di cm all’anno negli adulti. Attorno ai tre anni lasciano le aree nursery dove sono nati, situate in acqua basse e calme come baie e lagune, per affrontare il mare aperto.

Abitudini e caratteristiche dello squalo volpe

“E’ importante precisare – continua Luca Mizzan – che andando oltre le dimensioni importanti che possono incutere timore, gli squali volpe non sono un pericolo per l’uomo, in quanto non è considerato fonte di cibo. In ogni caso, come per altre specie di animali vanno avvicinati con cautela. Normalmente non attacca l’uomo ma se ferito e preso all’amo può dare numerosi colpi di coda”.
Perché si chiama squalo volpe? “Il nome di questo grande abitante del mare si deve proprio alla sua coda che per dimensioni richiama quella della volpe – sottolinea Luca Mizzan -”.
Viene catturato con lo stesso tipo di pesca utilizzato per il tonno. Molto diffuso nei mari tropicali, lo squalo volpe, si può notare in superficie in aree costiere, ma è presente anche alla profondità di 350 metri. E’ un abile e veloce nuotatore, in genere solitario, che percorre instancabilmente gli oceani alla ricerca di cibo.

La sua dieta è composta da piccoli pesci ossei pelagici gregari come pesce azzurro, aringhe, sgombri, aguglie, pesci serra e lanterna anche se talvolta si nutre di prede più grandi quali sauri, calamari e altri invertebrati pelagici.
Il suo corpo è tozzo e siluriforme, la testa larga munita di muso conico e la bocca relativamente piccola con base larga. Ha un colore grigio bluastro o nerastro dorsalmente, sui fianchi e sulla parte inferiore del muso, bianco sul ventre.  “E’ un bellissimo animale – conclude Luca Mizzan -, l’auspicio è che si smetta di pescarli in modo da limitare la diminuzione della sua presenza”. Attualmente la Stazione Zoologica Anton Dohr, come anche Gardaland See Life Aquarium, sono impegnate in progetti internazionali per la tutela di squali e razze minacciate di estinzione.

Silvia Bolognini

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