In autunno torneranno alle attività settimanali sul campo di rugby di Favaro Veneto, ai loro laboratori ed altre iniziative, tra cui una mostra dedicata a Luigi Russo, fondatore di Asdive Marghera.
Nel frattempo, la ripresa dopo l’emergenza sanitaria è iniziata con dei centri estivi che si sono conclusi con la premiazione di molti di loro nell’ambito del progetto “Il terzo tempo della solidarietà -sport e musica per ragazzi diversamente abili”.
Giada, Lorenzo, Anna, Matteo, Alessandro. Solo alcuni dei ragazzi affetti da autismo che hanno dato concretezza, con la loro viva partecipazione, al progetto nato da un’ idea di Ernesto Brun, presidente di Asdive, l’Associazione Sportiva che da decenni offre la possibilità di praticare sport anche a persone con disabilità.
Lo sport è davvero per tutti
L’intento del nuovo progetto consisteva nell’avvicinare dei ragazzi autistici all’attività motoria.
Un percorso non semplice visto che a caratterizzare l’autismo sono in genere la mancanza dello sviluppo di relazioni sociali e affettive, la rigidità nei movimenti e la difficoltà nell’uso del linguaggio.
Ancor più difficile da realizzare sembrava poco prima dell’estate, con le restrizioni imposte dall’emergenza sanitaria in corso.
“In realtà -racconta Ernesto Brun- è nata una una splendida sinergia con altre associazioni cittadine come Anffas Mestre e Rugby San Marco Venezia-Mestre.”
Proprio il rugby, solo in apparenza sport violento e d’impatto fisico, è risultato fondamentale per raggiungere gli obiettivi.
Restare uniti: il concetto di squadra
“Abbiamo organizzato un centro estivo con attività e laboratori dedicati a una ventina di ragazzi autistici nel campo da rugby di Favaro Veneto e i ragazzi -spiega Brun – sono stati coinvolti in giochi che li hanno aiutati ad avere una maggiore consapevolezza del proprio corpo e che li portano a una più intensa interazione con gli altri. Il rugby si fonda infatti sul rispetto e sulla collaborazione -conclude- Insegna che uniti si può procedere e raggiungere la meta, e questo è un insegnamento che va ben oltre l’attività sportiva e che anche i ragazzi hanno percepito”.
Dalle partite sul campo ai progetti grafici
Un momento di crescita per loro, ma anche per chi li ha seguiti: “Questa esperienza mi ha aperto un mondo – racconta Mario, uno degli educatori che ha seguito i ragazzi nel progetto – con loro è facile divertirsi, entusiasmarsi ed emozionarsi”. “Bisogna metterci noi in gioco per primi – gli fa eco Donatella – essere un modello positivo che li sproni”.
Giada e i suoi amici sono stati protagonisti in assoluto di questa esperienza, tanto che persino gli attestati con cui sono stati premiati sono opera loro.
Durante uno dei laboratori denominato “Insieme noi ricicliamo”, che ha stimolato la loro manualità e fantasia lavorando con stoffe, nastri e disegni, tutti insieme hanno ideato il “progetto grafico” che è stato poi realizzato e personalizzato per ognuno di loro.