Una spilletta da appuntarsi sugli abiti, in grado di calcolare la distanza interpersonale?
In tempi di droplet, sarebbe un accessorio utilissimo. E sarebbe anche realtà, se fosse già stato realizzato concretamente il progetto imprenditoriale dei ragazzi della 3^AL dell’Istituto “Luzzatti” di Mestre che si sono guadagnati per ora l’accesso alla finale nazionale della gara “Biz Factory”.
Il progetto TechVision JA
Con il progetto “TechVision JA”, l’istituto Luzzatti ha partecipato per il 16° anno consecutivo al programma “Impresa in Azione”, promosso dall’organizzazione Junior Achievement.
“I 24 ragazzi della classe 3AL – spiega la professoressa Valentina Dell’Andrea, coordinatrice del progetto al fianco dell’altra insegnante Lucia Oldrati – hanno costituito una mini impresa che ha curato la gestione del progetto, dal concept dell’idea al suo sviluppo, dalla produzione al lancio sul mercato e alla commercializzazione”.
TechVision JA parte prima della pandemia e la “spilletta” non è quindi stata pensata per il coronavirus, anche se risulta al momento estremamente attuale. Si tratta sostanzialmente di un rilevatore e segnalatore di ostacoli per persone con disabilità visiva ed è applicabile a un accessorio indossabile, in questo caso una spilla.
Organizzazione aziendale e gestione degli imprevisti
“Uno degli obiettivi di questo progetto – prosegue la professoressa – è quello di far partecipare i ragazzi alla simulazione di una realtà aziendale. E, al tempo stesso, dare loro la percezione temporale di un orizzonte di lungo periodo, essendo in grado di gestire gli imprevisti”.
Uno di questi, il Covid-19, in fondo si è presentato, portando a pensare all’estensione delle funzionalità prodotto per la gestione dell’emergenza.
“Al proposito – sorride Dell’Andrea – devo dire che l’effetto positivo collegato al coronavirus è stato duplice, visto che lavorare sul progetto ha aiutato a coinvolgere la classe nella didattica a distanza, motivandola in un periodo non facile”.
Il lavoro compiuto dagli studenti, del resto, è stato improntato sulla base di una vera e propria organizzazione aziendale, con ruoli e funzioni specifiche. La mini-azienda ha un amministratore delegato, che ne assume la leadership, con un vice che lo supporta attivamente. Ma anche un responsabile delle risorse umane, visto che, sempre nell’ottica della motivazione dei ragazzi, i coordinatori del progetto hanno cercato di gestire un programma anche in tale prospettiva.
E poi gli studenti si sono occupati delle funzioni più disparate: acquisti, amministrazione e finanza, marketing, logistica, sviluppo e produzione. Proprio la parte del team che ha lavorato su questi ultimi aspetti si è occupata anche del tentativo di prototipazione e delle attività di programmazione, utilizzando il programma “Arduino” per lo sviluppo del prodotto.
Il programma “Impresa in Azione”
Il progetto del Luzzatti ha superato il 26 maggio la competizione regionale che ha raggruppato 21 istituti di Veneto, Friuli Venezia Giulia ed Emilia Romagna, divisi in 3 panel.
L’istituto mestrino è stato così uno dei 3 promossi alla competizione nazionale “Biz Factory”, che ha confrontato 21 mini imprese di tutta Italia attraverso una prima selezione dei primi 5 progetti e poi la nomina dell’unico vincitore. “Biz Factory”, che negli anni precedenti si teneva a Milano, ha dovuto a sua volta fare i conti con l’emergenza e si è svolto in forma virtuale nella giornata del 5 giugno. Il Luzzatti non è entrato tra i primi 5, ma l’esperienza è stata comunque una bella occasione per i ragazzi.
Dall’Italia all’Europa: una fiera virtuale con promozione e stand
L’evento virtuale del 5 giugno, insieme alla vittoria nazionale, ha assegnato anche il pass per la fase di competizione europea. Anche questa, in programma dal 23 al 25 luglio, si svolgerà in forma virtuale. “Quando si svolgeva in presenza – conclude Dell’Andrea – si organizzavano degli stand fisici, una sorta di mini-fiera in cui le imprese di ragazzi presentavano il loro prodotto. Anche da questo punto di vista, quest’anno, la soluzione è stata riproposta in forma digitale, attraverso la piattaforma “Coder Block”, abitualmente utilizzata dagli architetti per la gestione di progetti di design. In quel caso, si utilizza la simulazione di un ufficio. Per Biz Factory, invece, sarà realizzata una vera e propria fiera virtuale, con tutti gli stand”.
Una dirigente tra i banchi
Ma il riconoscimento “di squadra” non è stato l’unico.
La CEO del Luzzati, Senadur Jasir ha completato in tempi brevissimi la formazione online, ha superato l’esame ESP e si è guadagnata, oltre alla nomina di CEO di TechVision JA, anche l’accesso alla finale per il premio “Steam Girls”, dedicato alle tematiche delle nuove tecnologie. E basta veramente scambiare due parole con lei per capire che le qualità da manager ci sono tutte.
“Fin dall’inizio – racconta la sua esperienza – il progetto mi ha appassionato. E, a dire la verità, all’inizio non ero stata votata io, come CEO. Quando, però, un mio compagno si è dimesso dalla carica, i miei compagni hanno scelto me. E quando ho chiesto loro il perché, mi hanno detto che destavo molta fiducia per le mie capacità di organizzare il gruppo”.
“Diventare un CEO – prosegue Senadur – è stato difficile, ma molto bello. Richiede un gran senso di responsabilità, e la capacità, anche di fronte a errori, di sostenere ed accettare. E poi bisogna essere flessibili e avare cultura aziendale. Ovvero una vision, cioè la tua idea e il tuo sogno, e una mission, cioè un obiettivo ben preciso. Perché un’azienda senza obiettivi non va avanti”.