Sono 12 le nuove località che guadagnano il riconoscimento di Fee per la gestione virtuosa del territorio
“Bandiere blu” per la costa, “spighe verdi” per la campagna. Cambia il panorama, ma non il senso del riconoscimento: a essere premiati sono i comuni che si distinguono per la loro virtuosità nella gestione del territorio.
E continua a crescere, anche nel 2023, il numero delle località italiane che, dopo aver presentato volontariamente la loro candidatura, sono state inserite nella lista annunciata adesso, come ormai avviene da 8 anni, dall’organizzazione Fee (Foundation for Environmental Education) sulla base degli indicatori condivisi con Confagricoltura.
Nonostante 3 comuni non abbiano confermato il diritto a ottenere la “spiga verde”, il totale rispetto al 2022 è salito da 63 a 72, con 12 nuovi ingressi. Tra questi, il primo riconoscimento per una realtà della Basilicata, Nova Siri, che ha così portato a 14 il numero delle regioni che potranno sventolare per un anno almeno una bandiera blu con la spiga verde.
Le “spighe verdi” 2023: il primato del Piemonte
La regione che detiene il primato per numero di spighe verdi è il Piemonte, grazie ai 12 comuni di Alba, Bra, Canelli, Centallo, Castiglione Falletto, Cherasco, Gamalero, Guarene, Monforte d’Alba, Pralormo, Santo Stefano Belbo e Volpedo. Al secondo posto c’è la Toscana, con 9 comuni (Bibbona, Castellina in Chianti, Castiglione della Pescaia, Castagneto Carducci, Fiesole, Greve in Chianti, Grosseto, Massa Marittima e Orbetello).
Terze pari merito, a quota 8, le Marche (con Esanatoglia, Grottammare, Matelica, Mondolfo, Montecassiano, Montelupone, Numana e Sirolo) e la Calabria (Belcastro, Crosia, Miglierina, Montegiordano, Roseto Capo Spulico, Santa Maria del Cedro, Sellia e Trebisacce). A 7 “spighe”, invece Puglia (Andria, Bisceglie, Castellaneta, Carovigno, Maruggio, Ostuni e Troia) e Umbria (Acquasparta, Deruta, Montecastrilli, Montefalco, Norcia, Scheggino e Todi).
Vengono poi Campania (6 comuni: Agropoli, Ascea, Capaccio-Paestum, Foiano di Val Fortore, Massa Lubrense, Positano); Lazio (5: Canale Monterano, Gaeta, Pontinia, Rivodutri e Sabaudia), quindi Veneto (Montagnana e Porto Tolle), Liguria (Lavagna e Sanremo), Abruzzo (Gioia dei Marsi e Tortoreto) e Lombardia (Ome e Sant’Alessio con Vialone) con 2. Infine, insieme alla Basilicata, l’altra regione con 1 “spiga verde” è l’Emilia Romagna (Parma).
Come ottenere la “spiga verde”
Sono esattamente 67 gli indicatori adottati nel programma, raggruppati in 16 macro aree: Notizie di carattere generale; Partecipazione pubblica; Educazione alla sostenibilità; Assetto urbanistico; Agricoltura; Protezione della biodiversità; Conservazione e valorizzazione del paesaggio; Tutela del suolo; Gestione del ciclo dei rifiuti; Efficienza energetica; Qualità dell’aria; Qualità dell’acqua; Qualità dell’ambiente sonoro; Mobilità sostenibile; Turismo.
Tra gli indicatori, la partecipazione pubblica; l’educazione allo sviluppo sostenibile; il corretto uso del suolo; la presenza di produzioni agricole tipiche, la sostenibilità e l’innovazione in agricoltura; la qualità dell’offerta turistica; l’esistenza e il grado di funzionalità degli impianti di depurazione; la gestione dei rifiuti con particolare riguardo alla raccolta differenziata; la valorizzazione delle aree naturalistiche eventualmente presenti sul territorio e del paesaggio; la cura dell’arredo urbano; l’accessibilità per tutti senza limitazioni.
Vi sono però, prima di tutto, 2 pre-requisiti: la volontà dell’Amministrazione comunale di iniziare un percorso di miglioramento e la partecipazione della comunità e delle imprese, in particolar modo quelle agricole, alla sua realizzazione. “Spighe Verdi – sottolinea Claudio Mazza, presidente di Fee Italia – non premia un modello astratto di gestione territoriale, ma certifica azioni mirate e concrete, scelte quotidiane di amministrazioni, imprese e cittadini che concorrono a una gestione virtuosa accertata e condivisa”.
Alberto Minazzi