La scadenza della deroga italiana per la pesca delle vongole inferiori a 25 mm è vicina.
Ma l’Europa potrebbe non rinnovarla. Ecco perché
Potrebbero essere le vongole i primi alimenti a mettere in moto il nuovo ministero della Sovranità alimentare?
I molluschi bivalvi che troneggiano molto spesso sulle nostre tavole e che esportiamo molto anche all’estero, dove sono molto apprezzati, sono infatti in questi giorni al centro di una querelle che rischia di mettere in difficoltà un mercato di 60 milioni di euro e che interessa oltre 700 imprese con migliaia di dipendenti.
Una ricchezza, soprattutto per il Nord Adriatico (le lagune del Delta del Po, la laguna di Chioggia e Venezia, la laguna di Marano Lagunare) che le norme europee possono minare.
Questione di dimensioni
Il 31 dicembre 2022, infatti, scade la deroga che, dal 2015 a oggi, ha consentito all’Italia, per le caratteristiche del suo ecosistema, di pescare e commercializzare vongole di grandezza inferiore rispetto ai parametri europei: 22 millimetri contro i 25 standard.
Come previsto, già a marzo l’Italia ha richiesto che la deroga fosse prorogata.
Presentata formalmente la richiesta corredandola con tutte le documentazioni del caso, si guardava già al 2025, pensando a un iter di continuità con quanto stabilito nel 2015.
Ma così non è.
La Spagna contro la proroga
L’ impasse viene sollevata proprio dai nostri cugini in europa, gli spagnoli, che denunciano, a causa della deroga italiana, di subire una concorrenza sleale.
Il perché è presto detto: in Spagna le vongole crescono soprattutto in Andalusia, dove ci sono condizioni climatiche e correnti tali da non permettere di poter pescare le vongole quando raggiungono i 22 millimetri senza recar danno ai fondali e alla loro riproduzione.
Insomma: le vongole spagnole arrivano sul mercato europeo più tardi e anche nella stessa Spagna si comprano più vongole italiane.
Al lavoro, per impedire che quanto sollevato dagli spagnoli diventi una formale opposizione alla deroga italiana, è ora la delegazione che, al Parlamento europeo, ha presentato anche uno studio che evidenzia quanto, scientificamente, sta alla base della deroga.
Europarlamentari coesi per difendere la vongola italiana
“Ci sono fior di evidenze scientifiche che dimostrano come la deroga sia un atto di giustizia nei confronti delle imprese italiane – ha sottolineato l’eurodeputata leghista Rosanna Conte -. La taglia minima fissata dal regolamento Ue per ragioni di salvaguardia della risorsa, infatti, non ha senso nelle acque lagunari del Mar Adriatico e studi ufficiali hanno confermato che i nostri pescatori sono riusciti a garantire uno sfruttamento sostenibile dello stock di vongole e, al contempo, a preservare lo stato di salute dei fondali, ricevendo così il plauso della stessa Commissione”.
Sulla questione, i rappresentanti europei, a prescindere dall’area di appartenenza, si stanno muovendo coesi.
“I nostri pescatori – ha ribadito – hanno dimostrato con fatti ed evidenze scientifiche che la pesca delle vongole nell’Adriatico è sostenibile sotto tutti punti di vista. Non possiamo permettere che tale modello di gestione della risorsa e la nostra sovranità alimentare vengano messi a repentaglio da interessi altrui”.