Patrik Zaki è cittadino onorario di Bologna.
La città capoluogo emiliana che lo ha ospitato per il master in studi di genere, ha concesso di recente all’attivista egiziano il riconoscimento.
“Sono molto emozionato ed estremamente grato” avrebbe detto Zaki, si legge nel profilo social “Patrik libero” gestito dai suoi sostenitori, dopo averlo saputo dalla sua fidanzata, andata a fargli visita in carcere. “Spero tanto di ritornare a Bologna e di concludere i miei studi”.
Un anno in carcere
Zaki è detenuto nel carcere di Tora, al Cairo, dal 7 febbraio 2020.
E’ accusato di aver tentato di rovesciare il regime al potere, oltre che per la sua tesi di master a difesa dei diritti degli omosessuali.
In Egitto, infatti, omosessuali e travestiti non sono ufficialmente riconosciuti e vengono discriminati dalla società. Non c’è una legge specifica che bandisca l’omosessualità, ma, grazie a un provvedimento di sessant’anni fa, la legge sulla depravazione, i comportamenti dei gay sono ritenuti depravanti e per questo punibili con il carcere.
Secondo il suo avvocato, Zaki sarebbe stato bendato e torturato per 17 ore consecutive dalle forze di sicurezza egiziane. Il motivo? Capire il perché della sua permanenza in Italia e i suoi presunti legami con la famiglia di Giulio Regeni, lo studente italiano torturato e ucciso dal regime egiziano.
La comunità internazionale chiede la sua liberazione
L’Egitto, che nega la discriminazione, si trova ora a dover gestire difficili rapporti diplomatici con la comunità internazionale che, a gran voce, chiede la liberazione di Zaki.
Nel nostro Paese, ventisei eurodeputati italiani hanno inviato una lettera all’ambasciatore italiano al Cairo Giampaolo Cantini affinchè il Governo egiziano disponga la liberazione del ricercatore. E si è formata una community, la ‘Station to Station’che, con una petizione lanciata sulla piattaforma Change.org affinché il presidente della Repubblica Sergio Mattarella conceda la cittadinanza onoraria a Patrick George Zaki, ha già superato le 100 mila firme.
A sostegno della liberazione e in segno di solidarietà verso lo studente egiziano si stanno attivando numerose città italiane.
Alcune, tra cui Milano e Pisa, solo per citare le più grandi, hanno seguito Bologna concedendo a loro volta a Zaki la cittadinanza onoraria.
Altre, come Venezia, l’ 8 febbraio, in occasione della ricorrenza del suo arresto, illumineranno di giallo le facciate dei loro palazzi istituzionali.
Amnesty International, invece, ha organizzato l’8 febbraio la manifestazione in streaming ‘Voci per Patrick‘, che prevede dodici ore di musica e la partecipazione di 140 artisti, tra cui Roy Paci e Marina Rei, che eseguiranno le loro performance in una grande maratona online per chiedere la libertà di Patrick George Zaki.
Valentina Rossi